Rifugio 7° Alpini
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AL rifugio 7° Alpini
Gruppo del M.Schiara dalla vetta del M.Serva (foto Miki Garzotto)
Il rif. 7° Alpini (m.1498) costruito nel 1951, proprietà del CAI di Belluno, si nota il 'Portòn'
Il nuovo bancone al 2021 - Sulla parete in fondo i quadri dell'artista Franco Fiabane dipinti con il caffè.
Il M.Schiara in veste invernale
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Dai pressi di forc. Monpiana: M.Schiara, M.Pelf e rif. 7°Alpini
Il rifugio visto salendo verso forc. Pis Pilon per sentiero n.505
La Cappella 'Regina alpinorum' (all'interno una statua donata da papa Pio XII) e le lapidi a ricordo degli alpinisti caduti in montagna.
L'affresco su roccia presso il 'Portòn' dell'artista ed alpinista Franco Fiabane (1937-2015)
al 2019 totalmente eroso e cancellato dalle intemperie.
La Gusèla del Vescovà (anticamente Pònta de Prièta) a dx (rosso) il Biv.Dalla Bernardina
Il giorno della inaugurazione del rifugio nell'estate 1951: Una cartolina di Dino Buzzati alla sua guida preferita Gabriele Franceschini (rit. da: FRANCESCHINI GABRIELE 'Vita breve di roccia').
Articolo sul Corriere della Sera scritto da Dino Buzzati per l'inaugurazione del Rif. 7°Alpini
"S’inaugura il nuovo rifugio alla Schiara proprio sotto la grande muraglia: sarà una magnifica giornata.
Se ne parlava da almeno trent’anni; la Schiara per Belluno è la massima corona; da quella parte si apre la strada verso altri bellissimi gruppi di montagne.
Da Belluno la parete dello Schiara si vede in tutti i suoi particolari, quando ci batte il sole ha l’identico colore delle Dolomiti più famose: coi gialli appicchi, le sottili cenge orizzontali di ghiaia bianca, i tetri camini, e poi le crode nude e acuminate e, sulla cresta, la Gusela del Vescovà, l’esile guglia.
In certi giorni sembra di vedere sulla cima un puntino nero e allora si dice: c’è appollaiata un’aquila.
E la notte dormire dove?
I pastori sono brava gente che non dicono mai di no. Ma la loro malga in località di Pis Pilon
era veramente desolante.
Per questi è bastata una notizia sola: che il rifugio avrebbe portato il nome del VII Alpini alla memoria dei caduti del reggimento. Perché la patria del VII è Belluno… Dino Buzzati"
Le torri ad Est del M.Schiara: da sx: Cico Comunello, G. Andrich vicini, F.Agnoli a dx
Anello per Rifugio 7°Alpini e ritorno per Casera Medassa
(traccia gratuita GPS disponibile sui link citati)
Escursione ad anello molto panoramica sul gruppo del M.Schiara: per il rifugio 7° Alpini scavalca la forcella
Pis Pilon e cala alla Casera-Bivacco Medassa ritornando poi al bivio di Ponte Mariano. (parte dell'alta via n.1 di Piero Rossi e Toni Hiebeler)
Lapide sul piazzale di Case Bortot a ricordo di Mario Brovelli, Toni Hiebeler e Pero Rossi, alpinisti ed ideatori delle alte vie delle Dolomiti. Sulla targa in bronzo è scritto: - Da quì ci suggerirono la via della montagna.
Sulla Schiara la Via Hiebeler-Gross sul torrione Agnoli è una delle più impegnative aperte dal rocciatore tedesco.
Traccia GPS reale riportata suIGM-25000
L'itinerario inizia a Case Bortot (Parcheggio-Ristorante bar) seguendo il sentiero n.501 che con un saliscendi di circa ottanta metri porta al primo ponte: Ponte Mariano-ore 0.45.
Si sale ora per ampia mulattiera superando ancora due ponti in cemento e salendo l'ultimo colle (Il Calvario) che porta al rifugio 7° Alpini (biv.invernale). ore 2.15 dal ponte Mariano.
Dal rifugio si prende verso est per sentiero n.505 che passa rasente ad uno sperone di roccia (palestra di roccia) e quindi si inerpica alto per pale erbose e con qualche passaggio provvisto di corde fisse cala poi nel canalone della forcella Pis Pilòn. (neve fino a luglio)
Il rif. 7° Alpini (Adelio) con la forc. Pis Pilòn innevata anche a fine giugno.
Si sale evitando la neve sul bordo della dx orografica e poi con qualche stretto tornante sino alla forcella. (ore 1.15 dal rifugio.) Oltre la forcella dopo aver percorso circa cinquanta metri si incontra il bivio con il sentiero n.511 che cala inizialmente ripido, poi traversando le coste erbose scende a tornanti sino al Biv.Medassa che è sito sotto ad un roccione. (0.45 dalla forcella). Dalla Medassa si scende seguendo le indicazioni per sentiero ben battuto (superando una fontana d'acqua dopo circa 10 minuti) ed a tornanti ci si ricollega ad un sentiero che proviene da Cas.Palazza in località Maiolere, poi al sentiero n.507 che proviene da forc.Tanzon e Cas Palazza. Da quì si traversa sino a ricongiungersi al bivio di Ponte Mariano e quindi si ritorna per stessa strada fatta al mattino sino al Park di Case Bortot, ore 2 dal biv.Cas.Medassa.
Ore 7 escuse le soste - dislivello complessivo m.1250 - sviluppo km.15.5
Cartografia Tabacco 1:25000 GPS-UTM n.24
Ulteriori informazioni:
http://www.caibelluno.it
Le Pale del Balcòn e la Gusèla del Vescovà. I cerchi indicano il Biv. Sperti (al centro) e Biv. Dalla Bernardina
Le Pale del Balcòn fotografate dalla vetta del M.Serva
Il Pulpito dei Camosci finalmente ben visibile dal rifugio 7 Alpini grazie alla nebbia retrostante
Alcune torri sottostanti la Prima Pala con la cengia ove scorre il viàz descritto da Bepi Nart, Franco Miotto e Piero Sommavilla nel libro 'La grande cordata' - è marcato con alcuni segni gialli.
a sx Quarta Pala, Terza Pala, Torr. Bianchèt, Forc. Viel, Seconda Pala
La spalla est del M.Schiara dove è ubicato il Bivacco del Màrmol dedicato agli alpinisti Bocco-Zago
Gioacchino Viel (Chino) Eugenio Da Rold (Genio Pol)
Gli autentici pionieri del gruppo della Schiara-Pelf che consentirono ad altri alpinisti di allargare la conoscenza di queste montagne. Chino e Genio erano entrambi formidabili cacciatori. (foto da 'La S'ciara de Oro' di Piero Rossi)
Foto ricordo dell'alpinista Piero Teza in occasione di una delle prime ripetizioni della salita alla Gusèla e sulla cresta sommitale del M.Pelf (Foto dall'archivio Maria Teresa Contro).
1969: Creste M.Schiara. Una delle prime ascensioni invernali del M.Schiara. Armando Sitta, Gino ed Ernesto Lotto, Gian Garzotto, Walter Bellinazzi. Foto a dx Walter Bellinazzi sulla ferrata Zacchi
Salendo il sentiero verso il Biv. G.Sperti sfondo forc. Odèrz (Walter Bellinazzi)
1971: lavori di ampliamento del rifugio 7° Alpini da sx Umberto De Col, Ernesto Lotto, Gian Garzotto, Gioacchino Casagrande, Ermes Viel (quei de la Val Picòna...)
1971: Ernesto e Gian al lavoro (la carriola poi mi si è ribaltata...)
Primavera 2018: Il gruppo rocciatori bellunesi dei 'Cinghialotti' al lavoro per ripristinare il sentiero del irifugio 7° Alpini interrotto e reso impercorribile per una frana.
La frana scesa dal versante est del M.Terne e l'immediato intervento dei 'Cinghialotti'
Cinghialotti durante il lavoro di disgaggio e messa in sicurezza
(Le foto sono di 'Cimo' - Massimo Garzotto)
Il lavoro ultimato con corde fisse come si presenta all'estate 2018
Il Ponte di 'Mariano'
Ritaglio da: ERMES VIEL - Montagna del Terne 1:5000 UTM (allegato dell'omonima opera) - 2016
la carta è molto precisa, composta con tecnologia GPS (Claudio Scardanzan)
Il ponte di Mariano si attraversa salendo il sentiero CAI 501 che da Case Bortòt sale al Rifugio 7° Alpini, dopo circa 45 minuti di cammino.
Oggi si presenta in cemento, con protezioni laterali con tubi di ferro, ed oltrepassa il torrente Ardo alla quota di m.681 con due balzi consecutivi. La posizione del ponte è strategica: è un crocevia di valli e sentieri: Val dell'Ardo a Nord, Fòss dei Mèdoi ad ovest, Val de Rui Frèt ad est.
Intorno all'anno 1951 venne ampliato il sentiero oggi CAI 501 in occasione della costruzione del Rifugio 7° Alpini: il materiale veniva trasportato attraverso una teleferica che scavalcava la Costa della Mola sopra Medassa. In quella occasione venne costruito anche il ponte in cemento.
Prima della costruzione del rifugio, l'unico ricovero al Pis Pilòn era la spartana baracca del pastore Gelindo Guardiano detto 'Mariano' era sito adiacente all'attuale rifugio. (foto da 'La S'ciara de Oro' di Piero Rossi)
Pis Pilòn: I ruderi della casera di Gelindo Guardiano con la chiesetta 'Regina Alpinorum' al 2020
Il nome del ponte si riferisce al primo documentato frequentatore ed abitante della zona, Agricola Guardiano detto 'Mariano' all'intorno degli anni 1860, che risiedeva presso il Piàn della Scala nella omonima casa. (Case de i Mariani) sita cento metri a sud-est del ponte sulla sx orografica, ora rudere..
Gelindo Guardiano è stato l'ultimo della generazione dei 'Mariani' a frequentare con le pecore gli alpeggi del Pis Pilòn, lo ricordo alla fine degli anni' 60 presso la sua fumosa casera che ci offriva riparo dalla pioggia e nei mesi invernali quando andavamo ad arrampicare (meglio dire 'tentavamo di arrampicare'.
Una Valida opera storica che descrive Il Ponte di Mariano e molte informazioni sulla storia dei 'Mariani' è stata pubblicata da:
Ritaglio da: IL PONTE DI MARIANO 'Comitato Frazionale per la gestione degli Usi Civici delle frazioni di Bolzano e Vezzano' a cura di Daniela De Donà