Note storiche toponomastiche
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Belluno: Note storiche, frequentazione e rappresentazioni grafiche antiche
Carta glaciologica - disegno di A.Comel ritaglio da CARLO MONDINI ALDO VILLABRUNA 'La Preistoria nella provincia di Belluno' 1988 . Artegrafica SpA Verona
Il luogo archeologico del Bus del Busòn è dimostrazione della antichissima frequentazione perlomeno della Valle dell'Ardo e colli limitrofi per la caccia e per tutte le attività di sussistenza delle persone residenti. I luoghi di dimora raramente erano nei fondovalle e venivano privilegiati i terreni solivi e riparati. I ruderi di costruzioni in pietra sono tuttora identificabili ma purtroppo le dimore costruite in legno compresi i 'Castellieri' di era romana non sono più rintracciabili se non per le spianate ed i muretti di contenimento in pietra dei basamenti. Anche le dizioni 'Castei' oppure 'Castelèt' o 'Castel' sulla orografia del territorio indicano l'antica presenza di insediamento fortificato.
La prima letteratura storica bellunese è quella del G.Piloni che con la sua Historia della Cividal di Belluno ed. Rampazetto (1607- poi ristampa 1929-2002) ha voluto fissare su carta gli avvenimenti più importanti di cui allora si aveva memoria. Il Clemente e poi il Florio Miari ci hanno lasciato preziose informazioni sulla città di Belluno e dintorni con le loro 'Cronache bellunesi' del XIII e IV secolo. Anche il G.B.Barpo nella sua opera 'Descrittione di Cividal di Belluno e suo territorio' scritto nel 1637 - pubblicato nel 1690- edit. Vicceri Francesco ci presenta parecchie informazioni sulla geografia montana del tempo, agricoltura ed industria.
Lo storico Giuseppe Alvisi nel l'aprile 1859 ci lasciò il volumetto 'Belluno e sua provincia', altra fonte di notizie e note molto significative sia per la descrizione orografica sia perchè molto vicine alle attività forestali, pastorali ed estrattive dell'epoca.
Ritaglio da: DOGLIONI PAOLO - 'Schegge di storia Bellunese' ed. Tarantola BL -2012
Ecco alcuni argomenti molto interessanti che per un verso o per l'altro hanno attinenza alla frequentazione ed alle cose della montagna bellunese.
Lo storico Piloni vuole dare una spiegazione etimologica all'idronimo Cordevole nella manifesta paura dei centurioni romani alla idea di attraversamento dello stesso con l'acqua alta e magari torbida. La zona di attraversamento era ragionevolmente ove il torrente si allargava maggiormente rendendo ninore la corrente.
180 a.c. 'Cordevole' etimologia -cor dubium habeo- (pag. 15)
365 d.c. Luglio - violentissimo terremoto fa crollare monti e città – il Piave è deviato verso est
e si forma il lago di S. Croce (pag.40)
il riferimento del Piloni all'anno 365 è sulle righe precedenti a questo ritaglio
nota geologica attuale riferita a quella data:
Il terremoto di Creta del 365 d.c. o terremoto di Alessandria, è stato un evento sismico con epicentro nel mare a sud dell'isola di Creta, avvenuto il 21 luglio del 365. Lo tsunami che ne derivò causò distruzioni ad Alessandria d'Egitto, note dalla testimonianza di Ammiano Marcellino che si trovò presente all'evento (il "giorno dell'orrore").
Si trattò del terremoto più forte registrato nel mar Mediterraneo (con una magnitudo ricostruita compresa tra 8.3 e 8.5), determinato dallo scontro della placca tettonica europea che si immerge (subduzione) sotto la placca egea lungo il piano di subduzione del cosiddetto arco ellenico.
A Creta il movimento tellurico provocò spostamenti cosismici di 9-10 m di altezza, individuati per mezzo del rinvenimento di coralli e organismi marini datati in quest'epoca per mezzo del radiocarbonio. Molte città dell'isola furono distrutte e non più ricostruite e sono ricordate distruzioni anche nel Peloponneso (Patrasso e Olimpia) e nell'isola di Cerigo.
Lo tsunami prodotto dal terremoto causò un consistente deposito sedimentario ("omogenite" o "megatorbidite Augias") che occupa gran parte del Mediterraneo orientale.
Lo tsunami provocò onde di 9 m di altezza sulla costa meridionale di Creta, che arrivarono fino a Cipro e in Palestina verso est, sulle coste della Calabria e della Sicilia verso ovest e che provocarono grandi danni verso sud in Tunisia, in Tripolitania a Leptis Magna e a Sabratha, in Cirenaica, ad Apollonia (con onde di 15 m di altezza), a Cirene e ad Alessandria d'Egitto (onde di 12 m che penetrarono nell'interno per almeno 2 km).
Ci furono circa 45.000 vittime in tutto il Mediterraneo, di cui circa 5000 nella sola Alessandria.
(fonte: wikipedia cerca 'terremoto 365 d.c.'
nota: fissata la data dell'anno 365 d.c. come interruzione del corso del Piave verso Serravalle, probabilmente sono avvenute due importanti interruzioni viarie dalla pianura verso la Valbelluna ed il Tirolo.
a) interruzione della via romana per S.Croce poichè si presume che i luoghi fossero per molto tempo battuti da pietre dovute all'assestamento della rovina.
b) interruzione della viabilità della allora valle del Cordevole (Quero). Allora assieme al Mis ed al Caorame era il più grosso corso d'acqua, ma permetteva un passaggio. Con probabilità la sommatoria con le nuove acque del Piave resero intransitabil i guadi della valle (del nuovo corso) del Piave. (infatti solo nel 1510 l'imperatore Massimiliano per conquistare Feltre e Belluno ed agevolare il trasporto dei carriaggi ordinò al comandante G.Lietestainer di 'tagliare una nuova via', alta, per la dx orografica della Val del Piave - 1672 Girolamo Bertondelli - Historia della città di Feltre - Forni Ed. Bologna 1969)
Ecco crescere l'importanza della terza via sicura (considerata comunque precedente alla rovina sull'attuale Fadalto) che collegava S.Anna per Praderadego alle zone di Cullogne (forse S.Vito) di Cesiomaggiore e definita da Alberto Alpago Novello come sede della diretta via militare Claudia Augusta Altinate.
1113 d.c. il sette gennaio cadde il M.Peròn (allora M.Martiniano) e seppellì il villaggio di Corduvia (Piloni Historia della Cividal di Belluno pag.75-80) ed il villaggio di Cornia ( G.Alvisi - Belluno e sua provincia - 1859)
La frana del M.Peròn, allora Martiniano: si noti come abbia le stratificazioni verticali, facili al ribaltamento.
Le placche chiare sono gli ultimi distacchi di roccia. (foto anno 2015)
NB: studi geologici ritengono, contrariamente alla Historia del Piloni, che la caduta del M.Peròn sia avvenuta a cavallo delle ere glaciali Pleistocene superiore e Neocene, periodo dell'ultima glaciazione terminata diecimila anni fa, evidentemente vi fu una ulteriore parziale frana che seppellì ì villaggi sopra menzionati il sette gennaio 1113.
Queste note del Piloni riscoprono il vecchio nome del M.Peròn che era chiamato Martiniano, oltre al fatto che il torrente Cordevole scorreva ai piedi di Vedana verso il torrente Mis prima di essere deviato dalla rovina.
Anche l'ultima frase del ritaglio definisce le competenze del feltrino con quelle del bellunese marcate dal torrente 'Misso'. Successivamente lo storico Giuseppe Alvisi (1859) riporta integralmente una lettera datata 1527, cosi' titolata: "Relatio viri nobilis Bernardi Balbi, reversi Potestatis et Capitanei Feltri praesentata Dominio die ultimo octobris MDXXVII" indirizzata al Principe Serenissimo di Venezia. In questa interessantissima missiva, il Bernardo Balbo discerne sui valichi strategici a difesa del territorio feltrino e tra l'altro scrive:
"....il septimo e' nominato Canal del Mis, qual die esser
custodito da Feltrini et Bellunesi, per esser et spettar ad
ambedue populi pro dimidio...'
La Certosa di Vedana con sfondo il M.Peròn ed a sx la Pala Alta (Costaviero)
Venne fatto costruire un castello sopra il torrente Medone (Historia pag.9) chiamato ' Medonte'
G.Piloni in Historia - Anno 1185: Bolla del Papa Lucio III - Riscossione decime ecclesiastiche Castello de Medone (pag.92 in latino)
Anno 1208 - Regalati da Pilone di Noxadana alla canonica di Belluno la Chiesa di S.Giacomo con l'Hospitale di Agre e Campo d'Atino (Candaten).
Vi sono manoscritti che confermano l'esenzione dei dazii Per Vedana, Agre e Candaten datati 1362, 1376, 1381, e seguenti che sollevano le persone che producono per detti monasteri dalle imposte ecclesiastiche.
Con questa donazione non venivano più riscosse le decime per quella zona di Val Codevole. Ecco quindi un prolificare di sentieri in entrambi i versanti della valle dovuti alle attività di taglio legna, pascolo e caccia. Lo sviluppo dei sentieri si ebbe maggiormente tra le montagne più assolate da frequentare e quindi tra i Monti del Sole. In cambio ad Agre venivano fermate le persone provenienti da nord che in caso di pestilenze erano temute più delle guerre. (Historia pag.105)
L'iscrizione romana di Bolago (Libano)
foto da sito della Parrocchia di S.Faustino e Giovita: iscizione e vecchia torre della chiesa
ritaglio: GIORGIO PILONI - Hstoria della città di Belluno –1607 – Ristampa Tipografia Sommavilla Belluno- 1929
Cesa di Limana: 'Borghetto Piloni' La Villa di Giorgio Piloni
Ritaglio da GIUSEPPE ALVISI - Belluno e sua provincia - 1856 -Rist.anast. Atesa editrice Bologna - 1987
L'antica viabilità lungo la Val Cordevole
Il transito degli antichi romani per la Val Cordevole è testimoniato dai ponti che gli archeologi hanno datato di quell'epoca. La strada scorreva con molti saliscendi mediamente una quindicina di metri sopra all'attuale sede stradale. Essa era costruita a tratti sospesa su pali con transito anche per scalette dove passavano i carri con scartamento 'romano'. Nei punti a rischio ribaltamento dei carri per la pendenza laterale della sede stradale venivano scavati dei solchi (quello a monte più profondo) che si allargavano poi con l'uso.
Abbiamo anche un 'Dissegno' datato 1637 (anonimo, coevo di G.Paulini ) pubblicato sull' opera:
ENRICO DE NARD - Cartografia Bellunese –saggio storico – Ist. Bell. di Ricerche sociali e culturali serie ‘varie’
n.10 -1985 –Tipografia Piave -Belluno
che dimostra con egregia fattura la viabilità dell'epoca.
I ponti romani lungo la sx idrografica del Cordervole, sarebbe auspicabile un restauro prima del crollo
Esempio di solchi su terreno roccioso di strada romana (Claudia Agusta sopra Termine di Cadore)
L'oggetto bianco sulla pietra è un casco da MTB
Ritaglio di Disegno (del 1637 anonimo) dove viene rappresentato il 'viazo del belunese' tra Candaten ed il Peròn. Lo stile del disegno ricorda molto quello rappresentante il Cadorino di L.Bernabò (1604).
Le due abitazioni sulla sx orog. del 'Rui bianco confin' forse rappresentano il villaggio di 'Toppe' segnato dal Magini, Santini, Jansson nelle opere dei primi decenni del 1600. (Val Salèt e loc. Salèt )
Una scrittura importante è il confine tra feltrino e bellunese che antecedentemente (1527) era segnato dal torrente Mis mentre nel disegno è delimitato da Rui Bianco e Cordevole, come l'attuale confine del comune di Sedico).
La Prima descrizione del M.Serva di Giò Battista Barpo 1637
Per comodità e per non fare errori riporto la scansione di un ritaglio significativo della descrizione
Ritaglio da: BARPO GIO BATTISTA 'Descrittione di Cividal di Belluno e suo territorio' 1690 rist. 1975 - Nuovi Sentieri
La descrizione del M.Serva del Giò Battista Barpo (da lui datata 1637), lo si può considerare il primo scrittore di cose di montagna del bellunese, anche se si capisce che vuole riportare cose stupefacenti.
Il Mazaròl...
Non avrei mai pensato di imbattermi, oltrechè nelle storie paurose raccontate da genitori e nonni, ancora nel Mazaròl, quello vero... Il Piloni, nella sua Historia a pag.111 (è una pagina intera) ci racconta che nel 1220 i trevisani erano da anni contro i canonici bellunesi che imponevano anche decime contestate dal popolo; accanto ai trevigiani si misero anche alcuni esponenti di nobili famiglie bellunesi ed anche Mazarolus da Sargnano. Questi ultimi, ghibellini, vestivano di rosso. Dopo questa lunga guerra civile furono tutti demonizzati dal clero e dai guelfi. Nacquero le leggende di questi briganti pericolosissimi che, vestiti di rosso, vagavano per le montagne seminando terrore. Siccome Dollone o Miaro non si prestavano come nome ad incutere terrore, il capro espiatorio fu Mazarolus poi Mazariòl o Mazzaròl...che per le montagne combinò quello che i guelfi delle diverse 'ville' tramandarono.
(continua)
Alcune antiche rappresentazioni topografiche e loro particolarità:
Il Castello di Belluno - Ritaglio di un dipinto di Cesare Vecellio del sec. XVI - non presente il campanile del Duomo
La chiesa di S.Biagio anticamente era chiamata S.Croce di Campestrino ed usufruiva dei pascoli montani dal M.Fortugno al M.Megna compresa Cajada, passati poi al possesso del Monastero di S.Gervasio che imponeva forti sanzioni a chiunque pascolasse nelle proprietà.
(dalle trascrizioni in latino di 'Documenti Antichi' di F. Pellegrini vol.II-IV)
Scriveva Giovanni Marinelli, più di un secolo fa, nel 1881:
a premessa del suo Saggio di cartografia della regione veneta (Venezia, Tip. Naratovich), che "...tra i prodotti dell'umana attività, uno dei più insigni e dei più meravigliosi è la carta geografica, non tanto forse a motivo delle quantità di fatti, che, in spazio esiguo ed in modo chiaro ed evidente coordinati, propone all'occhio dell'osservatore, quanto perché essa si presenta come il risultato ultimo di una ammirabile coalizione di vari rami dello scibile umano, associati ad un fine comune [...]"
Nei riguadi delle prime carte topografiche denominate 'dissegni':
1548 G.Gastaldi 'Marcha trevisana nova tavola' riporta solo 'Cividal de Belum' ed 'Agor'.
1620 - Carta del G.A.Magini -Territorio di Trento - viene rappresentato il torrente Ardo ma senza dizione. 'Grisolrio' (val del Grisol), S.Giorgio,Bolzan, Gioz. Nessun nome alle montagne.
1635 - sempre del Giò Ani Magini un disegno riporta: M. di Serva, Art torrente, Molin de i Frari dove idronimi e toponimi sono apposti correttamente assieme a S.Daniele (S.Liberàl), Sala, Sargnàn, Cusighe, Polpeto, Bolzano, Liban, S.Georgio.
la cartografia comincia a divenire significativa con oronimi e toponimi su richiesta della Serenissima di Venezia dai primi anni del 1700 per scopi militari che illustravano dove dovevano essere poste guardie , tagliati i sentieri ed allestiti bastioni difensivi ecc.ecc.
L'avvento della cartografia scientifica con uso di teodoliti e tavolette pretoriane avviene dopo la metà del 1700 con le opere del Bachler d'Albe e del barone Anton Von Zach che eseguirono i lavori cartografici per scopi puramente militari, il primo per i francesi ed il secondo per l'impero austriaco. La Kriegskarte (carta di guerra) del Von Zach è sicuramente la prima topografia affidabile e molto dettagliata.
Il gruppo roccioso del M.Schiara e Pelf anticamente non veniva nemmeno preso in considerazione poiché nulla poteva offrire alle attività di sopravvivenza tipo pastorizia, taglio di legname e fienagione. Solo la caccia abbondante di selvaggina poteva giustificare le decime imposte dal clero al castello di 'Medone' che era sito sopra al torrente Medon ed Ardo ai Castèi un poco più a sud-ovest della attuale località Filippi (dove una stradina porta a Scarpòtola). Quella zona quindi (anno 1185) doveva essere la più popolata e ricca in quegli anni.
La topografia di fine settecento riporta il M.Castelviro (Pala Alta), il M.Talvena. la Val Medon, il M.Tiron, il M.Terni, il M.Spilon (Cime Pinei), il M.Prieta (Gusèla e M.Schiara), il M.Castello (m.Coro), M.Spirongola (Spirlonga),Val del Molin, Val de Piero, M.Pelf e Pala Bassana, Val Caneva, Costa delle Piae (le Piaie), Sas di Mel, Sas de la Tenzon (oggi La Racheta oppure Canevòn CTR).
C'è da sottolineare che tutti i sentieri oggi considerati di caccia nella Kriegskarte del Von Zach sono riportati, in particolare in Val Ru da Molin il percorso del Boràl dell'Ors, altro tracciato perso ad est di questo, ed il Forzelòn; Il tracciato di salita al M.Pelf ed il Troi de la Lasta (M.Serva Nord)
Anche da Forc. Medon è tracciato il sentiero per la Val Distiràda ed il sentiero che sale La Costa Soracase da Candaten. Si nota anche un accenno di tracciato per la Val Larese. Pensare che la Kriegskarte à rimasta segretata dall'Austria per duecento anni, dal 1805 al 2005....
Ritaglio da Kriegskarte (1798-1805): zona del Gruppo M.Schiara-Pelf
Ritaglio da 'Carta del Lombardo Veneto' 1866 Seiffert
Nel 1833 e quindi nel 1866 vengono edite le carte del 'Lombardo Veneto' e della Provincia di Belluno (Seiffert - Guernieri) ed appare il toponimo Schiara e Talvena con le prime quote approssimate, con un M.Pilone e M.Palla che non sono difficili da individuare. Anche i sentieri sono ben marcati e riconoscibili.
Lo scrittore di montagna Ottone Brentari nella sua opera 'Guida storico-alpina di Belluno Feltre Primiero Agordo Zoldo' -1887- riporta in bibliografia un elenco impressionante di carte topografiche, n.25 carte tutte relative al Bellunese con schizzi dei pionieri delle Dolomiti ma sembra sicuro che la carta del Lombardo-Veneto sia stata la più consultata assieme agli scritti di John Ball, Amelia Edwards, A.Guernieri, ma anche dei nostrani Florio Miari, Lucio Doglioni sino addirittura agli scritti di G.B.Barpo (1690).
Carta IGM - 1898 1:100000
La Gran carta d'Italia
Il posto di maggior rilievo, nella lunga tradizione cartografica dell.I.G.M., spetta certamente alla Gran carta d'Italia, primo monumentale progetto cartografico che tanta parte ebbe nel reale conseguimento dell'unità nazionale e nello sviluppo economico e sociale del Paese, in quanto per il suo tramite vennero portati a compimento i più grandi progetti di realizzazione del capitale fisso sociale italiano e venne perfezionato negli anni il sistema amministrativo e gestionale dello Stato e degli enti territoriali e locali. Il progetto della carta fu presentato al parlamento italiano nel 1875 e da questo approvato con apposite leggi, che ne finanziarono a più riprese la spesa fino al 1903, anno del suo completamento La prima edizione della carta venne realizzata in forma monocromatica, con orografia a curve e tratteggio, mentre negli anni seguenti la Gran carta d'Italia venne allestita in varie forme, per un totale di sei edizioni diverse
Si nota che con il passare degli anni alcuni toponimi ed oronimi sono cambiati nelle pubblicazioni governative. Questo perchè si è voluto normare sulla apposizione dei nomi cercando di italianizzare quanto possibile.
Ancora oggi questa normativa è vigente. (es. sopra: vedi in Val Cordevole le Case della Piscia - La Pissa.)
Alcuni antichi toponimi ed oronimi oggi scomparsi dalla cartografia attorno al M.Schiara
Castelviro Von Zach M.Pala Alta
Castelviero Bucchi monti ad ovest del torrente Ardo forse i Pinèi
Cima del Campigo Von Zach M.Zervòi
Col Salton Von Zach colle q.688 a sud della chiesa di S.Michele (Col di Roanxa)
Cordana Von Zach Toponimo insediamento alta Val Narei del M.Serva
Corduvia Piloni Villaggio sepolto dalla frana del M.Peròn
Cornia Alvisi Villaggio sepolto dalla frana del M.Peròn
Costa Cavallo Von Zach Dorsale ovest M.Serva calante alla conflurnza Ardo-Rui Frèt
Drio Doach Seiffert Dx orogr. Val Molin dei Frari forse sentiero a q.750 IGM
I Mai Von Zach Insediamento ovest di S.Michele (N.Serva forse loc. 'i Masi')
M.Castelaz Von Zach M.Coro tra Val Vescovà e Val Ru da Molìn
M.Forcella Von Zach il M. Pala Bassa
Monte Martiniano Piloni il M.Peròn prima della frana
M.Spilon Von Zach monte dove il Bucchi pone Castelviero, alta dx or. del torrente Ardo
Pala Bassana Von Zach propaggini est del M.Pelf
Prièta Von Zach l'attuale Gusèla del Vescovà
Rui Bianco Magini Val Salet - confluente dx cordevole (M.del Sole)
S.Daniel Magini l'attuale chiesa di S.Liberàl alle pendici del M.Serva
Sass de la Tenzòn Von Zach La caratteristica cima rocciosa che limita ad est Forc. Tanzòn
Toppe Santini -Magini Villaggio dx Cordevole tra Candaten ed il Peròn forse loc. Salèt
..............continua..................