Rava - Cengello
Lagorai C.Asta
NB: questi appunti di cammino sono stati redatti alla buona dagli anni '70, alcune descrizioni potrebbero essere obsolete riguardo eventuali infissi metallici, agibilità di baite, frane su sentieri. Alcune foto sono d'epoca ('70-'80) digitalizzate e possono essere interessanti per stimare la diversità di vegetazione.
1)Cimon di Rava-2436 2)Cima Trento-2496 3)Cime di Segura 4)Forc.Orsera-2306 5) Cima Orsera-2438 6) Cima Buse Todesche-2342 7)Forc.Buse Todesche-2309 8)Tombola nera-2413 9)M.Cengello-2439 10)forc.Nord Cengello-2320
GIRO AD ANELLO DA MALGA SORGAZZA:
VAL VENDRAME-CENGIELLO- VAL DI FUMO
Sentieri 360-373-380
Dislivello mt.1000 circa
Al centro M.Cengello e sotto l'ampia Val di Fumo - si nota il sentiero che diagonalmente si raccorda con la strada di Forcella Magna.
Acqua: frequente salendo la val Vendrame
frequente scendendo la Val di Fumo
Tempo: circa 5-6 ore escluse le soste.
Il percorso si snoda tutto su mulattiere militari, alcune
ancora in perfette condizioni, altre, come quella della Val di
Fumo, in rapida cancellazione data la rigogliosa
vegetazione del fondovalle.
Il percorso tocca la forc.delle Buse Todesche a 2309 mt. la
forcella Nord del Cengello a 2280 mt. ed e' di grande
panoramicita' sulla val Malene, Cima d'Asta e val Campelle.
Molto interessante anche dal punto di vista storico in
quanto le mulattiere si snodano sulle prime linee italiane della
prima guerra mondiale.
Piuttosto insolita e' la camminata sul lastricato granitico
che caratterizza codesti sentieri militari e che rende piu'
faticosa il percorso.
da Malga Sorgazza a f.delle Buse Todesche sent. SAT 360
Da Pieve Tesino per Val Malene (12 km) fino a M.Sorgazza per
rotabile asfaltata.
Da Malga Sorgazza (bar-agriturismo) a mt.1450 si prosegue
per la val Sorgazza oltrepassando il bacino artificiale ed il
monumento ai caduti di guerra. La strada sale dolcemente in mezzo
al bosco di pini, dopo 20 minuti circa, dopo aver oltrepassato un
ponte in legno (40 mt.a sinistra) a quota 1540 mt. si diparte la
mulattiera della Val Vendrame.(segnavia sul muretto nr.360) che
si inoltra decisa nel bosco di pini.
La mulattiera sale con pendenza sempre costante con molti
tornanti superando il salto di roccia e la cascata di acqua che
sbarra il fondovalle mantenendosi sempre sulla destra
(sin.orografica) del torrente.
A quota 1890 il sentiero diviene piu' dolce e corre in piano
oltrepassando (senza perdere quota) un'avvallamento di una
cinquantina di metri dove si inabissa un torrentello. Questo
avvallamento e' formato da una grande frana di massi granitici
precipitati chissa' quando dalla Cima Segura, (mt.2234) che
salendo possiamo notare alla nostra sinistra.
Si oltrepassa il fondovalle e la mulattiera si inerpica per
la costa morenica a sinistra della valletta, superando talvolta
qualche passo dove il sentiero e' franato. Guardando dalla costa
giu' in fondo alla val Vendrame, sotto alla bella e verticale
parete nord della Cima Segura, possiamo scorgere un pianoro
verdeggiante con la piazzola di atterraggio per
elicotteri.(mt.2000 circa)
(Ora si notano bene le creste che scendono dalla cima Segura
a forc.Orsera e proseguono per la Cima Orsera verso forc. delle
Buse Todesche che pero' si vedra' solo all'ultimo momento.
Diritti sopra a noi, La Tombola Nera 2413 mt.)
Si prosegue con tornanti su per la costa erbosa fino a
pervenire al bivio con il sentiero nr.373 nei pressi di una
caseretta diroccata, a mt.2264.
Qui', una grande caverna ad una cinquantina di metri verso
nord per il sent.373 puo' offrire riparo in caso di maltempo.
NB--- Altri segnavia si vedono verso sinistra, sulla costa,
ma sono illeggibili. A circa trenta metri dal bivio, in direzione
nord (forc.Magna) vi e' una bellissima fontanella (opera di
guerra): sul sentiero superiore vi si trova la cisterna
dell'acquedotto, mentre la fontanella sgorga sul sentiero
inferiore a distanza di circa 10 mt.
NB---Il segnavia precedentemente superato indica verso sud,
ed e' ben visibile, la mulattiera che, oltrepassando il vallone
della forcella con un saliscendi, porta alla forc.Orsera e
forc.Segura nr.373. (1 ora circa)
Inoltre, da qui',Salendo su per tornanti, una mulattiera
sale la Tombola Nera (2413 mt.) che raggiunge con un dislivello
di 200 metri. Il sentiero poi prosegue per le creste verso il
m.Cengello (mt.2439)
Altro sentiero segnato (nr.373), dapprima in piano poi in
leggera salita, corre in direzione nord, verso forc.Magna, e
sara' il sentiero che verra' poi descritto sino alla forc. nord del Cengello.
Per raggiungere la forcella delle Buse Todesche bisogna
salire verso sud per circa trenta metri, raggiungendo i segnavia
illeggibili e proseguendo per bella strada militare con muro di
sostegno in condizioni sorprendentemente buone
che porta fino in forcella.
La forcella, nel periodo bellico era fortificata, lo
dimostrano i trinceramenti che salgono sia verso Cima Orsera che
verso La Tombola nera, e la finestra in cemento di una postazione
di mitraglia. Poco prima della forcella vi sono degli spiazzi che
indicano chiaramente la presenza di baraccamenti.
Dalla forcella delle Buse Todesche (mt.2309) si gode un
bellissimo panorama sulla val Campelle, malga Conseria, malga Val
Sorda e la sottostante Val d'Inferno con i suoi laghetti di origine glaciale.
A destra possiamo ammirare il M.Cengello, visto da qui' sembra un panettone.
Dalla forcella scende il sentiero nr.360 che porta a malga
Caldenave (mt.1792) e quindi al rif.Carlettini in val Campelle.
Si dipartono inoltre le trincee sia per le creste della Cima
Orsera sia per le creste della Tombola nera, e sono percorribili
anche se non segnate su terreno.
da f.delle Buse Todesche a forcella Nord del Cengello
Dalla fontanella prima della forc.delle Buse Todesche si
prosegue per la mulattiera verso Nord, superando una caverna e
salendo un tornante ci si porta sulla spalla dalla quale si gode
un bel panorama della Cima d'Asta e forc.Magna.
Il sentiero ora, talvolta in piano, con qualche dolce
saliscendi taglia tutta la costa est della Tombola nera e del
M.Cengello, pervenendo in circa 45 minuti alla forcella nord del
Cengello .Durante il percorso, si nota, evidente, la mulattiera
che cala in val di Fumo.
Lungo questo tratto si incontrano due bivi:
un sentiero (dopo 15 min.circa) che sale il crinale della
Tombola Nera con pendenza costante, si notano evidenti le
massicciate, ma bisogna andare diritti e non effettuare il tornante.
Altro sentiero scende dolcemente (dopo circa 25 min) verso
la val di Fumo e raggiunge la mulattiera a quota 2160 mt.
Dobbiamo evitarlo imboccando la diramazione in salita.
La forcella Nord del Cengello ( mt.2320) e' caratterizzata
da grandi opere militari in caverna. Si puo' subito notare una
grande caverna alla quale si accede per una scalinata (quasi
architettura ecclesiastica): essa e' profonda una trentina di
metri e presenta finestra che guarda la val Conseria con i
giaroni del Cengello. Altra finestra di destra e' crollata.
Altre caverne con finestre si trovano piu' avanti, verso
nord, in direzione Lasteati, sul filo di cresta.
Un sentiero sale la forcella con guglia ad est del
M.Cengello e da qui' il monte stesso.
Un altro sentiero taglia scendendo i ghiaioni del vallone
verso la val Campelle e passando sotto i M.Lasteati scende in
direzione del passo Cinque Croci.
Dalla Caverna piu' grande, quella con la scalinata, scende
(segnavia su masso) la mulattiera della val di Fumo, mentre
prosegue circa in quota il sentiero n.373 ed un altro sentiero
sale ripido verso le trincee del filo di cresta.
L'acqua e' presente giu' per la val di Fumo, una cinquantina
di metri di dislivello, al centro del circo ghiaioso.(5 minuti).
dalla forcella Nord del M.Cengello a malga Sorgazza per Val di Fumo
L'itinerario scende la val di Fumo, essa si snoda dalla val
Sorgazza in direzione est-ovest e termina ed e' chiusa dalla
parete est del M.Cengello.
Questo percorso non e' segnato su terreno.La mulattiera
tuttavia ad esclusione della parte piu' bassa sommersa dalla
vegetazione, appare sempre evidente per il lastricato
molto ben costruito.
Dalla Caverna presso la forcella si cala giu' per sinistra
del vallone per mulattiera militare che va attentamente seguita,
in quanto i segni su terreno non esistono.
Con qualche tornante si cala giu' verso il fondo del circo
detritico (acqua), lasciando perdere la mulattiera che proviene
da sinistra (da dietro il costone.)
Dal fondo del circo detritico la mulattiera sembra saltar
giu' nella valle, ma essa e' sempre ben evidente e lastricata.
Scendiamo con molti tornanti fino a quota 2160 mt. dove
c'e' un bivio: verso sud si sale dolcemente verso la Tombola
Nera, incrociando il sentiero nr.373 (a meta' strada circa tra
la f.Nord del Cengello e f. delle buse Todesche.)
Noi effettuiamo il tornante scendendo giu' ancora per la val di Fumo.
La Val di Fumo (Aia della Sera) che sale sino alla base del M.Cengello e M.Fumo dalla strada di F.Magna
Il percorso segue quasi sempre parallelo il torrente,
dapprima tenendosi alla sua sinistra orografica e poi
attraversandolo e proseguendo sempre con tornanti e pendenza
classica militare. L'acqua non manca mai di certo.
Si oltrepassa anche un pascolo (Aia della Sera) con una baracca in legno
addossata ad un masso (1850 mt) , ma la mulattiera a questo punto
gira decisamente a destra aggirando il colle in mezzo all'erba
che in estate inoltrato e' piuttosto alta.
Se la giornata lo permette, e' sempre visibile la strada per
forc.Magna sulla sinistra, che e' utile per avere un riferimento
visivo.La mulattiera finisce poi in corrispondenza della prima
curva per salire verso forc.Magna, sulla strada militare
(sent.nr.380) Segnavia su un masso . mt.1800 circa.
La discesa richiede circa 1 ora. ( 500 mt. di dislivello)
Non e' possibile correre a causa del lastricato granitico in
mezzo all'erba che rende il cammino accidentato.
Dal bivio si prosegue in discesa scendendo la val Sorgazza
per la strada militare.
Si supera a mt. 1647 la teleferica con baracca che serve il
rif.O.Brentari (bivio con sent. 327 per il rifugio) e proseguendo
sempre in leggera discesa si oltrepassa il bivio di quota 1540
mt. della Val Vendrame (che avevamo prima salito) e superato il
ponticello si arriva in un quarto d'ora alla Malga Sorgazza.
(1450 mt).
DA STRIGNO AL BIVACCO ARGENTINO VANIN
Il percorso ha inizio a Strigno, ove vi e' la casa di Ottone
Brentari, alpinista e descrittore ottocentesco dei monti del trentino.
Per strada rotabile da Strigno si raggiunge la localita'
Tomaselli dove si prende la strada di sinistra che porta a
localita' Samone e quindi al vivaio Lunazza dove vi e' un
ristoro-bar.(mt.916)
Da Lunazza si diparte una pista forestale che si segue con
molti tornanti fino al bel Maso Pra' Fiscali a mt.1434.
Questo maso presenta una casera in ottime condizioni, con
possibilita' di accendere fuoco e pernottare. Vi e' una fontana.
Poco distante, (300 mt) ad est si scende a casera Tizzon,
anch'essa in buone condizioni.
Si prosegue su per il prato fino ad aggirare la costa ,
quindi ci si immette nel bosco ed in salita si perviene ai prati
sovrastanti il Maso dove vi e' una area adattata a pic-nic e vi
e' un'acquedotto.
Il sentiero, dalla casera, non e' segnalato dal CAI-SAT ma
e' molto battuto. Esso era mulattiera militare ed e' sempre
evidente, proseguendo nel bosco, talvolta anche rifinito con
acciottolato, laddove la pendenza aumenta.
Dopo molti tornanti si lascia sulla sinistra il Baito del
Cacciatore che pero' non e' evidente dal sentiero.
Si supera una spalla ove un tempo vi era una casera,
(ortiche e lamponi) e si perviene ad una sorgente che sgorga a
destra del sentiero a quota 1750 mt.
Oltre alla sorgente vi e' un bivio con un sentiero che
prosegue diritto verso una valletta in leggera discesa. Noi
seguiremo la diramazione di destra, che passa sotto ad una
roccia, con un tornante.
Si giunge ad un grande roccione granitico posto a terrazzo
che offre un bel panorama della Valsugana. Da qui' possiamo
scorgere, in alto a destra, le guglie e le roccette terminali del
M.Tauro. (Sotto alle roccette e' sito il biv.Argentino Vanin)
Si continua volgendo a sinistra ed in breve si giunge alla
forcella del Dogo. Essa e' pratosa e molto ampia. Qui' il
sentiero diviene scarsamente visibile. Alla sinistra del Dogo vi
e' una cava di quarzo. Si prosegue diritti verso il punto piu'
basso della forcella, per prato, e la si oltrepassa di qualche
metro, incrociando la mulattiera che sale da malga Primalunetta
verso il bivacco. (segnavia cai-sat sent. 333)
Si sale ora sottocresta seguendo il tracciato di trincee e
con un paio di grandi curve si perviene al Biv. Argentino Vanin
mt.2100. Sopra il bivacco, in cresta, le fortificazioni delle
creste di Ravetta e M Tauro.
Il Bivacco non ha acqua a disposizione, poiche' l'acquedotto
che sale verso le creste di Ravetta e' secco (ago-1990).
Eventuale acqua bisogna portarsela sullo zaino.
Il bivacco offre sei posti letto, cucina. fornello a gas, e'
corredato di pentolame, vi e' legna in abbondanza con
attrezzatura per segare e tagliare.
Da Lunazza ore 3-3.30 circa.
Dislivello mt. 1200
Acqua: Maso Pra' Fiscali: fontana
a quota 1750 vi e' la sorgente
NOTA STORICA
Nei primi giorni di luglio 1916, una forte concentrazione di Alpini, comandata dal Ten.Col. Ragni, si attendava tra la Cima Ravetta (250 mt. a Nord-est dell'attuale Biv. Argentino Vanin) , Cima Primaluna ed il Tombolin di Caldenave, ad ovest di forcella Ravetta. Su questa linea vi erano inoltre una quindicina di ricoveri in pietra e legname per le mense e gli ufficiali ( tuttora sono visibili i ruderi) inoltre sul versante sud del Tombolin di Caldenave vi erano anche ricoveri in grotta.
Si trattava di sferrare una grande offensiva verso le cime del Cròz di Primalunetta e M.Cenòn che erano saldamente tenute dagli austroungarici, mentre altra avanzata di truppe avveniva più in basso da Samone verso nord. Le battaglie furono sanguinose per entrambi i contendenti, ma, alla fine gli austriaci vennero ricacciati oltre il torrente Maso. Un alpino del Btg. Monrosa, Tadina Giuseppe Antonio, fu il primo a giungere alla baionetta sulle trincee sommitali del Croz di Primalunetta. (M. d'Oro al Valore di Vittorio Veneto). A Lui è dedicato il bivacco che è sito in vetta al Cròz.
Il Bivacco TADINA in vetta al Croa di Primalunetta
TRAVERSATA DAL BIV.ARGENTINO VANIN A FORC.MAGNA
SENT.332-328-373
E' un percorso tutto sopra i 2000 mt. per sentieri e
mulattiere di guerra (1916-18) in ambiente di grande
panoramicita' attraverso le creste del sottogruppo di Rava.
Il percorso e' disseminato di trincee alcune ancora in
ottimo stato, caverne, ricoveri militari ed opere di
fortificazione che testimoniano i combattimenti della prima
guerra mondiale.
Dal Bivacco Argentino Vanoi (mt.2100) si prosegue
costeggiando l'acquedotto (secco nel 1990) per traccia molto
esile verso nord-est seguendo i segni bianco-rossi ed a
meta' costa si abbandona l'acuedotto puntando direttamente
in cresta di Cima Ravetta (2266). Sulla cresta vi sono caverne
di mitragliatrici e sottocresta, ad est, i ruderi dei molti
baraccamenti militari.
Si prosegue per la mulattiera che dal filo di cresta punta,
mantenendosi in quota, verso sinistra (nord), passando sotto
alle fortificazioni del M.Primaluna fino a forcella
Ravetta.(mt.2219)
Qui' vi e' un segnavia che indica quattro direzioni:
-Il sent.360 che proviene da Cima Ravetta dal quale siamo arrivati.
-Il sent. 332 che scende a sud nella conca erbosa dove vi
sono le malghe Ravetta di sopra, Ravetta di sotto, malga
Rava di sopra(laghi) e malga Rava di sotto. Esso prosegue
per la valle del Rio Gallina.
-Il sent.332 che scende a nord per la Val di Ravetta a malga Caldenave.
-Il sentiero 332 che prosegue in quota verso est fino al
Forzelon di Rava.
Si prosegue per quest'ultimo sentiero, dapprima in piano ben
battuto, poi con qualche tratto incerto ma con
segnaletica sempre evidente. Si sale tagliando la costa
passando sopra al lago Grande e sotto alla Cresta Ravetta,
fino a pervenire diagonalmente alla sella piu' a nord del
Forzelon di Rava. mt.2397.(Vi sono due selle distanti tra di
loro un centocinquanta metri).
Dalla sella nord una mulattiera sale verso la Cima Trento (nord).
Noi proseguiamo in cresta a destra verso sud fino alla sella
sud seguendo trincee e muretti. (tre minuti).
Alla sella sud del Forzelon di Rava vi e' un Quadrivio che
pero' non e' indicato dalla segnaletica, ma le tracce sono
molto evidenti: guardando il Cimon di Rava mt.2436 a sud,
seguendo il sentiero che scende a destra nel vallone (365)
scendiamo al lago di Mezzo e Malga Rava di Sopra.
Seguendo il sentiero che costeggia i ghiaioni a sinistra
del Cimon (in leggera salita) (nr. 366) possiamo scendere
alle malghe Fierollo.
Noi scenderemo direttamente dalla sella sud verso la
evidentissima piazzola con gradini che e' stata costruita
dai militari sotto il Forzelon di Rava ad est, nei pressi di
un laghetto (ora secco). Dobbiamo quindi abbassarci di circa
venti metri ad est. Segni rosso-bianchi.
Qui' inizia una comodissima mulattiera (328) che scende
verso est, aggirando la Cima Trento e pervenendo alla
forc.Quarazza o Forzelin dei Partigiani (mt.2309)
Prima di giungere in forcella vi e' un sentierino, che sale
su a sinistra ed e' segnato in giallo, che porta alla cima
Trento.
Dal Forzelin dei Partigiani si puo' godere un bellissimo
panorama sulla Cima d'Asta, e giu' il lago artificiale di
Costa Brunella , sotto vi e' il torrente Grigno in localita' Sorgazza.
NOTA STORICA:
Dal 10 settembre 1944 le province di Trento e Belluno erano state annesse unilateralmente
al Terzo Reich ( Alpenvorland) quindi territorio tedesco, sotto il comando indiscusso di Franz Hofer che rispondeva solo ad Hitler. Ma già folti gruppi di dissidenti, ex prigionieri di guerra, retinenti alle nuove imposizioni erano stati organizzati dal comando veneto partigiano sito alla 'Spàsema' (una casa nei boschi di Lentiai) e suddivisi in Battaglioni e distaccamenti GAP.
Il battaglione partigiano 'Gherlenda' aveva sistemato il proprio comando presso il sottotetto della casa del guardiano dell'impianto idroelettrico di Costabrunella, servito da teleferica. Da qui venivano organizzate le azioni di disturbo e di impegno delle truppe nazifasciste. I partigiani partivano dalle malghe di Tolvà, Malga Cima d'Asta (diroccata) malghe Viosa, Malga Valarica di Sotto, Malga Miesnazza (Caoria) ecc. e da li generavano un allarme continuo tra gli occupanti nazisti con varie tipologie di sabotaggi.
Ritaglio da:GIUSEPPE SITTONI 'Uomini e fatti del Gherlenda' ass. cult. Mosaico - Progetto Memoria - PDF WEB
Schizzo di Gian Luigi Corso (Vittoria): assalto tedesco a Costabrunella
(ritaglio da: GIUSEPPE SITTONI 'Uomini e fatti del Gherlenda' ass. cult. Mosaico - Progetto Memoria - PDF WEB)
Il 14 settembre 1944 fu assalita e svuotata la caserma di Castel Tesino comandata da un ufficiale Tedesco con una battaglia senza perdite che ebbe risonanza non solo in tutta Italia, ma anche tramite 'Radio Londra'.
Per i comandanti tedeschi, beffati da 'quattro banditi' fu troppo...
Il 15 settembre 1944 ingenti truppe tedesche di varie etnie entrarono motorizzate in Val Malene e salirono con il favore di una fitta nebbia i ripidi pendii di Malga Val del Lago sino al lago di Costabrunella.
Fu dato l'ordine di sganciamento e la maggior parte dei Partigiani ripiegarono per il 'Forzellin dei Partigiani' verso altre valli, alcuni scesero per Val Orsera e Val Vendrame, altri rimasero tra la nebbia alle posizioni vicino al lago. In quella occasione morì il comandante del 'Gherlenda', nome di battaglia 'Fumo' : Giacomin Isidoro maresciallo degli Alpini. Ma il 'Gherlenda' vivrà ancora con il comandante Marighetto Celestino 'Renata' che entrerà il 25 aprile 1945 vincitore a Castel Tesino, primo comune del Trentino liberato dai partigiani,
facilitando l'avanzata delle truppe corazzate alleate.
Al di la' della forcella si prosegue in quota e si
oltrepassa il bivio del sent. 328 che scende verso il lago.
Si possono notare le abitazioni di servizio e custodia Enel
che sono sempre abitate.
Ora il sentiero (373) punta verso la forc.Segura (2439) che
si vede poco distante a Nord. Si sale per mulattiera fino a
pervenire in forcella , ma il sentiero non scende dalla
parte opposta, (vallone ghiaioso con ruderi di una
costruzione), bensi' sale ancora a sinistra fino in cresta
per una cinquantina di metri pervenendo ad una spalla
erbosa di grande panoramicita'.
Questa spalla sovrasta la Val Orsera ad ovest; sotto di noi,
a nord, la forc.Orsera con la val Vendrame che scende a
Nordest. (piazzola elicotteri). Si scorge a nord la
bellissima strada che taglia il pendio scendendo dalla
Forc.delle Buse Todesche verso la val Vendrame.
La descrizione del tratto che segue, fino alla forc.Orsera,
e' il tratto alpinisticamente piu' bello del percorso.
Il sentiero ora diviene veramente ardito. Esso scende con
numerosi stretti tornanti la spalla erbosa molto
ripidamente. E' talvolta intagliato nella roccia ed e' molto
aereo, pur rimanendo sempre largo e facilmente agibile.
Un canalino roccioso molto stretto, attrezzato dai militari
con scalini, scende quasi verticalmente fino ai ghiaioni
sottostanti.
La discesa è stata interamente attrezzata con cavi d'acciaio - Sent.373
Si prosegue ora per mulattiera fino alla forc.Orsera
mt.2306 fortificata con trincee ed appostamenti di
mitragliatrici in galleria. Vi e' appunto una caverna che
puo' offrire riparo in caso di temporali improvvisi.
Ad ovest in basso si puo' notare , in val Vendrame, la
piazzola di atterraggio per elicotteri e la mulattiera che
la sale. Val Orsera non presenta sentieri che salgono in
forcella, la risalita, comunque, non dovrebbe presentare
difficolta' fino in forcella dove vi e'una fascia di rocce
granitiche terminali che sono facilmente aggirabili. (40mt)
(Oggi la risale da Caldenave il sentiero 373a della Alta Via del Granito)
NOTA STORICA:
Il 2 Luglio 1916 Tre compagnie di Alpini con zaino al completo ed armi automatiche si calarono da Forc. Orsera giù verso Val Caldenave, di notte , per la conquista della cresta delle Tavarade. La discesa avvenne senza incidenti ma durò parecchie ore: dalle 22:00 di sera alle 7:30 del giorno dopo! Chi è salito o disceso per quelle crode capisce bene la ripidità e pericolosità del percorso. La presa della serie di colli degradanti delle Tavaràde avvenne dalla quota 2076 giù per la cresta sino alla cima più bassa di circa m.1950. Fu un successo per gli italiani che si attestarono sulle abbandonate posizioni austriache ricche di materiale abbandonato.
Il sentiero prosegue attraversando verso nord sotto la Cima
Orsera (2471) e la Cima delle Buse Todesche (mt.2413) e
traversa scendendo e risalendo la valletta che porta alla
Forcella delle Buse Todesche (mt.2309) incrociando la
mulattiera con un bellissimo muro di sostegno che scende
diagonalmente verso la val Vendrame e che gia' si era notata
fin da forcella Segura.
La forc. delle Buse Todesche porta verso nordovest al Baito Scagni m.2094
e Baito Lastei m.2025 e quindi a malga Caldenave. (sent.360)
Si scende verso destra fino ad un bivio: segnavia
illeggibile sulla costa, piu' sotto segnavia nuovo. Il
sentiero 360 cala in val Vendrame, mentre il sentiero 373
prosegue verso Nord dapprima in pianura, poi in leggero saliscendi.
Al bivio di questi due sentieri, vi e' una sorgente di acqua
con una piccola gronda che pero' non e' evidente. Bisogna
imboccare per qualche metro il sentiero 373 per trovarla.
Pozze d'acqua sono presenti anche un centinaio di metri sotto il bivio.
Si prosegue per il sentiero 373 sempre molto ampio e segnato
bene, ad un tratto si presenta un bivio con la mulattiera
che scende ad ampi tornanti verso la val di Fumo; imboccare
la mulattiera che sale a sinistra e che poi porta fino sotto
alla forcella nord del M.Cengello.
Qui' vi e' un bivio in corrispondenza di una profonda caverna di
guerra che e' accessibile con una gradinata: il sentiero che scende
cala in val di fumo, mentre e' possibile salire la forcella per
un sentiero che cala nel versante nord ovest verso i laghi
Lasteati. Aggirando la costa la mulattiera si avvicina alla
cresta ed un segnavia indica, salendo a sinistra in cresta,
il ricovero del Ten.Calvi.(lapide)
Il ricovero del Ten.Calvi e' raggiungibile percorrendo le
trincee in ottimo stato che aggirano la quota 2408 dove vi
e' una croce ed un sasso a somiglianza di una Madonnina.
Continuando verso forc.Magna ed aggirando in discesa il
costone si perviene al ricovero in grotta del Ten.Cecchin con una
lapide commemorativa.
Il ricovero del Ten.Cecchin (m.2310) in alto sopra il sentiero
Il bivaco Lasteati m. 2275
Dal ricovero in grotta del Ten. Cecchin, circa centocinquanta metri a nord-est per le creste si sfiora il biv.Baito Lasteati, una spartana costruzione il pietra con tetto in lamiera che può offrire riparo, ma non è attrezzata per pernottamento. A Nord-est vi sono le trincee ed una serie di cunicoli e ricoveri in grotta (bassi ma asciutti).
In breve per ampi tornanti si scende al laghetto di
forc.Magna (2165mt.) (gallerie) e giu' ancora fino a
forc.Magna (2117mt.), percorrendo questo ultimo tratto, la
mulattiera diviene talmente larga da essere anche rotabile.
Infatti esistono foto dell'epoca 1915-1918 che ritraggono camion militari
in loco, vicino al lago.
Lago di Forcella Magna visto salendo il percorso G. Gabrielli e dal sent.SAT-373
Da forcella Magna sono possibili i seguenti itinerari:
(Segnavia sulla forcella.)
-Traversata a sinistra verso il passo 5 Croci per sentiero nr.326.
-Discesa a malga Socede Alta (Biv. della Forestale) in alta
Val Cia per un sentiero segnato che scende tagliando il
pendio a destra della valle verso nord.
-Discesa per sent. nr.380 a malga Sorgazza.
-Salita a nordest al Rif. Ottone Brentari (rif.C.d'Asta) per
sentiero nr.327 (saliscendi)
-Salita a nordest per sentiero in parte comune al precedente
al rif.Ottone Brentari (rif.Cima d'Asta) per ferrata
(sent.375) attraverso P.ta Socede per le creste.
Circa 7-8 dal biv.Argentino Vanoi
Percorso inverso stesso tempo.
Dislivello circa mt. 600 in salita ed altrettanti in discesa.
Acqua: sotto forcella delle Buse Todesche vers. v. Vendrame.
forc.Magna (laghetto)
'15-'18 archivio Paolo Monelli - il laghetto di forc.magna con baraccamenti - Alpini controllano Forc.Magna e Lasteati - Alpini a Forc. Magna sfondo Cima Tellina
M.Fierollo - Escursione ai laghetti Bella Venezia
(traccia gratuita GPS disponibile sui link citati)
Al centro il Baito Bella Venezia, in alto il M.Castelletto e le creste del Frate, a dx il sentiero al Passo Fierollo
Una escursione in ambiente poco frequentato, per sentieri militari della grande guerra, con alcune divagazioni esplorative delle postazioni di guerra ormai sommerse dalla vegetazione.
Si inizia dal Rif. Spiado, oltre il quale non è possibile proseguire con l'auto senza un permesso comunale. Si compiono un paio di tornanti e si seguono le indicazioni per la Malga Fierollo di sotto che si raggiunge in circa 1 ora di cammino.Si prosegue per sentiero n.366 che porta alla malga Fierollo di sopra e prosegue per i laghetti della Bella Venezia ove vi è un Bivacco in Muratura (sempre aperto)
Il bivio al Baito Bella Venezia
Il sentiero 369 poi ci porta al passo Fierollo (grande muraglione).La nostra traccia porta in vetta al Monte Fierollo con deviazioni in cresta per vedere tutta una serie di fortificazioni militari della grande guerra.Si discende poi ancora per sentiero n.369 che porta con innumerevoli tornanti sino alla pista forestale.
NB: noi abbiamo parcheggiato -con permesso comunale- alla Malga Fierollo di Sotto,
Roberto Mezzacasa e le opere difensive a controllo del Passo Fierollo scavate nel granito
Nota storica:
Il toponimo 'Bella Venezia' sembra nato durante il primo conflitto mondiale: in questi luoghi stanziava , nell'ambito della 15a divisione, la brigata 'Venezia' che contribuì alla costruzione di tutte le opere militari ivi esistenti compresi i sentieri. Vi restò 26 mesi e nell'agosto 1917 fu trasferita interamente sul fronte friulano della Bainsizza lasciando il posto alla brigata 'Campania' (Vedi : Luca Girotto - 'La lunga trincea')
Cima d'Asta vista dal M.Fierollo
la traccia GPS inizia e finisce qui.
Cartografia: 4LAND n.113-Lagorai-Cima d'Asta GPS-WGS84 1:25000
Circa 4-5 ore per il percorso dal Rif. Spiado