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Marmolada - Piumovimento dalle Dolomiti

Escursioni e curiosità storiche con testi di Gian Garzotto
(Sito parzialmente in costruzione)
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Marmolada

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                                           Punta  Penia  della  Marmolada(mt.3349)
                      Percorso ad Anello salendo per ferrata con discesa per la via normale



    
                                         Alla croce di vetta della Marmolada Punta Penia m.3349


Dislivello . mt.850 circa.
Presente solamente acqua di fusione
Ore 5.30-6

Questo è uno dei  più appaganti itinerari che un'alpinista  possa compire sulle Dolomiti.
Viene raggiunta la cima più alta delle Dolomiti per un percorso di media quota dove servono
e sono messe in pratica le conoscenze alpinistiche di roccia, ghiaccio, meteorologia.
Il dislivello contenuto, la panoramicità del percorso e la varietà del terreno rendono divertente l'escursione che però è riservata a persone abituate alle vie ferrate con conoscenza della tecnica di attraversamento ed assicurazione su ghiacciaio.
Sono necessari ramponi e piccozza, corda ed imbrago da via ferrata. Non bisogna esitare al ritorno qualora le condizioni metereologiche dovessero volgere a temporali. Anche se la giornata è splendida è consigliabile avere nello zaino guanti e berretto di lana, giacca a vento invernale.
Il percorso descritto prevede la salita per ferrata e discesa per via normale, questo per evitare di trovarsi sulla via ferrata in discesa durante i probabili temporali pomeridiani, frequenti in estate dopo le ore 14.00 a causa di cumuli di nubi che si formano localmente.

AVVICINAMENTO
Si perviene presso la diga del lago di Fedaia ove è sito il rifugio Castiglioni.
Si attraversa la diga salendo poi con un tornante presso gli impianti di risalita ove vi è un parcheggio. Altro parcheggio salendo diritti per la stradina che passa di fianco all'albergo a circa 200 mt.
La bidonvia porta sino al Pian dei Fiacconi a mt. 2625 dove vi è un rifugio. Gli impianti iniziano a funzionare alle ore 8 sino alle 17. Il tempo di salita è circa di venti minuti.
Un problema, o meglio una scocciatura  salendo la Via Ferrata è l'affollamento e l'incrocio con alpinisti che scendono. Per questo motivo è bene salire la ferrata con la prima corsa della bidonvia.    

DESCRIZIONE DEL PERCORSO
Discesi dall'impianto di risalita tramite un sottopasso si segue il sentiero n.606 che cala un decina di metri nel plateau detritico ad ovest del rifugio e prosegue in leggera discesa in direzione ovest. (attenzione a non seguire il sentiero che sale da Fedaia al Pian dei Fiacconi, il bivio è appena sotto al rifugio.)
Il sentiero prosegue in leggera discesa oltrepassando due avvallamenti e perdendo circa 150 mt. di quota.
Poi inizia a salire aggirando la costa rocciosa oltre la quale si apre il vallone che scende da forcella Marmolada (Sot Vernel).-mt.2550 - E' ben in vista il ghiacciaio.
Si sale per sentiero su per il ghiaione morenico sotto le rocce sino all'inizio del ghiacciaio dove è prudente legarsi ed indossare imbrago e i ramponi.(mt.2750 circa).
Si segue la traccia su ghiacciaio sino sotto la forcella Marmolada dove la pendenza diminuisce (mt.2870) ma poi gli ultimi venti metri per raggiungere la forcella sono molto ripidi e qui piccozza e ramponi sono quasi indispensabili. Una corda metallica  aiuta a raggiungere il culmine della stretta forcella. (Circa ore 1.45).

NB: La forcella Marmolada era presidiata dagli austriaci durante il primo conflitto mondiale. Sul lato est della forcella vi è una grotta artificiale che offriva riparo ai soldati di guardia ed è ancor oggi agibile. Giù per il versante sud cala per qualche decina di metri un tratto attrezzato con scalini metallici e corde sino ai ghiaioni che portano in Val Contrin. E' visibile malga Contrin ed il rifugio Contrin.(mt.2896)



La via ferrata sale su per lo spigolo ovest della montagna, sempre esposta ma ben attrezzata. Compie una traversata dove spesso vi è vetrato o ghiaccio ma comunque vi è sempre il cavo d'acciaio per l'assicurazione. (infissi metallici della prima guerra proseguono oltre il normale tracciato)


 



Oltre le scale si sale la cresta rocciosa attrezzata. Panorama dalla Ferrata verso Contrin
Una serie di scale metalliche fanno risalire verticalmente una trentina di metri sino ad una dorsale rocciosa meno impegnativa e di grandiosa panoramicità.
Sempre salendo per lo spigolo roccioso (ora più articolato e meno pendente)  dotato di corde metalliche, con una traversata attrezzata si giunge sul plateau superiore ghiacciato, che può essere sia risalito centralmente calzando i ramponi oppure può essere salito mantenendosi sulla cresta  rocciosa a destra  che presenta un sentierino.  Il sentiero poi si fa largo e marcato e ci porterà sino alla Capanna di Punta Penia e quindi in vetta. (m.3349). Non togliersi l'imbrago che servirà nella discesa. (circa ore 2.15 dall'attacco della ferrata.)


                                  La capanna di Punta Penia come si presentava al 1975






DISCESA PER VIA NORMALE

La discesa comporta un dislivello di circa 700mt sino agli impianti di risalita di Pian dei Fiacconi.
Si calzano ramponi e ci si incammina verso nord per la cresta di ghiaccio  che dapprima è piana e larga e mano a mano che si scende si fa sempre più pendente e stretta (la cresta è chiamata "schena de mul".)

NB: in condizioni di scarso innevamento ed a stagione avanzata è possibile percorrere dalla croce di vetta tutta la cresta est sino al Pian dei Ceceni mantenendosi una decina di metri ad est sotto alla calotta di ghiaccio, senza dover calzare i ramponi e velocizzando la discesa. - dalla croce si vede se è possibile questa alternativa.

Bisogna fare attenzione di seguire la pista e non calpestare la cornice ad est che può cedere al passaggio.
Si giunge con buona pendenza al Pian dei Ceceni che è il punto abbastanza pianeggiante (mt.3250) dove si abbandona la cresta per scendere la rocciosa paretina est. (I ceceni sono le pulci dei ghiacciai).
Ora bisogna togliere i ramponi perché poi si calerà per terreno roccioso. (circa 15-20 min.dalla vetta)
Il centinaio di metri di roccette che si devono scendere sono di difficoltà di primo e secondo grado, vi sono infisse barre di ferro ogni circa quindici metri per permettere l'assicurazione con corda. Il percorso è logico e si deve scendere in cordata ed in sicurezza, stando attenti alle persone che salgono.
In basso una corda metallica fissa aiuta a raggiungere il ghiacciaio, ma prima è conveniente fermarsi sulla cengia e calzare i ramponi. (discesa in circa 30 min.dal Pian dei Ceceni)
In cordata si scende lungo la pista sul ghiacciaio, sfiorando larghi crepacci e facendo attenzione a rimanere rigorosamente sul percorso in quanto nel pomeriggio la neve non sostiene più come di mattina e talvolta è conveniente indossare le ghette..
Si raggiunge la base del ghiacciaio dove in genere si cammina sul ghiaccio vivo e poi,  tolti i ramponi e riposta l'attrezzatura, per elementari roccette si raggiunge nuovamente la bidonvia ed il ristorante del Pian dei Fiacconi.
(circa 30 minuti dalla base delle roccette)

    

Tempo di discesa dalla vetta agli impianti circa ore 1.45 comprese le soste per togliere e rimettere i ramponi.
Non volendo scendere con gli impianti si segue il sentiero di discesa n.606 che cala ad ovest del ristorante e degli impianti. Esso scende per ghiaione e poi per roccette sino a raggiungere la forcella del Col del Bous ove vi è un rudere di casermetta. Si mantiene poi ad est di esso scendendo sempre ben largo e battuto sino a Fedaia.
A metà percorso per traccia di sentiero (mt.2275 sotto ad una fascia di rocce)  è possibile raccordarsi con la pista da sci ben evidente sulla destra verso est e scendere comodamente per questa sino a Fedaia.
La discesa da Pian dei Fiacconi a Fedaia comporta un tempo di circa un'ora, contro i venti munuti circa della bidonvia.



                                                      Salita alla Marmolada Punta Rocca.
                                                  (traccia gratuita GPS disponibile sui link citati)

Dalla località Fedaia salita in seggiovia sino al Pian dei Fiacconi, quindi per roccette molto facili (qualche segno rosso) sino all'inizio del ghiacciaio circa a quota 2800 mt. Si punta dapprima diagonalmente verso gli impianti di risalita di Serauta, poi si obliqua verso la vetta di Punta Rocca tenendosi paralleli ed esterni a valle rispetto alla pista da sci. (ramponi-picozza-corda-crepacciato)
Il ritorno è per lo stesso itinerario  - Dislivello circa m.670 ore 4-5 compresa discesa
Cartografia: TABACCO Carta nr.07 GPS-WGS84  Alta Badia-Arabba Marmolada


                                    Appena sopra il Pian dei Fiacconi verso Il Lago di Fedaia


                                          Risalendo sul lato nord della pista da sci sul ghiaccio vivo


                                                  Superamento di una zona crepacciata


                                                  Arrivo alla funivia di Punta Rocca

           Dalla crestina per Punta Rocca  verso il Sasso Vernale e più in avanti Cirelle e Cima Uomo


                                                   Verso il Sasso Vernale e Cima Ombretta

            
                La Punta Rocca ed il laghetto pensile appena sotto ad essa con turisti arrivati con la funivia

                      Il laghetto pensile di Punta Rocca con sfondo Sassolungo e Gruppo del Sella

NB: all'estate 2022, il 3 luglio, cento metri ssotto la verticale di questo laghetto pensile si era formato un altro lago, non visibile dall'esterno, esso praticamente scoppiò fuori dal ghiacciaio (da quota 3150 circa) con una imponente frana di ghiaccio e sassi che scese sfiorando il Rif. al Pian dei Fiacconi. La lingua dei detriti giunse alla quota di m.2350. Il distacco rese congelato il flusso alpinistico al circondario sottostante la Marmolada. Il bilancio delle vittime fu di 11 morti ed 8 feriti, anche guide alpine ed esperti alpinisti.





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