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Dolomiti di Zoldo - Piumovimento dalle Dolomiti

Escursioni e curiosità storiche con testi di Gian Garzotto
(Sito parzialmente in costruzione)
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Dolomiti di Zoldo

Dolomiti > Dolomiti Zoldo Val Maè
GIRO AD ANELLO SUL GRUPPO DEL BOSCONERO PER FORC. DEI MATT
(PER LE FORCELLE DELLE CIAVAZOLE, DEI MATT E BELA DI SFORNIOI)

Ore 6.30-7 escluse le soste
Acqua: poco prima di f.delle Ciavazole
           Presso il Biv. Campestrin
Dislivello complessivo mt.1400 circa.

Copertura telefonica  dal Passo Cibiana a forc. Delle Ciavazole,  presso la forc. Dei Matt e sul tratto Forc. Bela - Passo Cibiana   
E' uno splendido percorso per alpinisti esperti  piu' per la lunghezza del percorso che per la difficolta' del sentiero. Si svolge in un ambiente di crode dolomitiche esenti ancora dal turismo di massa.
La traversata dalla Forc. Delle Ciavazole alla Forc. Dei Matt presenta 50 metri di sentiero esposto ma tuttavia largo. In ambo i lati della forc. Dei Matt vi sono singoli tratti di corde metalliche. Il versante del Piave non e' segnato su terreno molto bene ma il cammino nel canalone e' obbligato.
Per godere appieno dell'itinerario si consiglia la partenza alle prime luci dell'alba, e non sara' difficile ammirare anche camosci e caprioli in movimento.
Si consiglia questo senso del giro per evitare la salita della forc. Delle Ciavazole molto faticosa specialmente alla fine del giro, preferendo discenderla  a "gambe fresche".
DESCRIZIONE
Presso il Passo Cibiana  Ci si inoltra per una stradina verso sud (Indicazioni del CAI) e si parcheggia l'auto dove vi e' il divieto di transito, a circa trecento metri dal passo.
Seguire le indicazioni del CAI per Rif.Bosconero salendo per una stradina inizialmente piuttosto ripida che ad un bivio (10min.-segnaletica CAI) si abbandona seguendo a destra una mulattiera ben battuta. La si percorre in moderata pendenza, essa e' talvolta ben lastricata e tra la vegetazione lascia intravedere a sinistra il largo sentiero che porta alla forc. Bela di Sfornioi.
Si perviene in circa un'ora ad un quadrivio (mt.1850-Segnaletiche) :
verso sinistra (est) si diparte la mulattiera per forcella Bela e biv.Campestrin.(n.483)
Sulla destra della radura lungo il limitare del bosco sale verso una malga diruta il sentiero che prosegue verso lo Spitz S.Piero e le Calade (che faremo poi in discesa).(n.485)
Su diritti lungo il limitare sinistro della radura sale il sentiero che dobbiamo seguire per la Forcella delle Ciavazole ed e' quello che dobbiamo seguire. (n.485)

NB: e' facile in questo punto sbagliare salendo a destra per il sentiero che porta alle "Calade". Noi dobbiamo salire diritti e poi a sinistra su per la focellina mugosa e rocciosa posta sotto alla cima con la croce (Sfornioi) che si intravede salendo.

Superata la radura si lascia a destra una sorgente di acqua ed il sentierino sale a tornanti tra le mughe (panorama stupendo sulle Dolomiti, frontalmente a nord il M.Rite con i forti della prima guerra mondiale) ed in circa venti minuti dal bivio si raggiuge la forcella stretta tra le rocce che lascia ammirare a sud un magnifico scorcio sulla rocchetta di Bosconero. (M.2000 circa, ore 1.30)
Si cala sul terrazzo a sud sotto alla forcella e poi giu' diritti per il magnifico ghiaione che nonostante l'aspetto poco invitante dei primi cinque metri e la forte pendenza, si lascia sciare docile e morbido per tutti i suoi duecento metri.
Alla fine del canalone ci si mantiene rasente alle rocce di sinistra e poi si perviene ad un bivio (mt.1790- si diparte il sent. n.482 che costeggia  la base delle rocce degli Sfornioi- per f. Dei Matt e f. Tovanella). Notare in basso al centro del vallone il sentiero che sale la costa delle Calade.
Si prosegue a sinistra in piano e poi su ripidamente per un canalino sino ad un pulpito da dove si puo' intravedere tutta la traversata che verra' fatta alla base delle rocce degli Sfornioi.
Si traversa con continui saliscendi sotto alle crode per sentiero ben battuto e segnato sino a risalire un canale ghiaioso, poi con una traversata di cinquanta metri su buon sentiero esposto si tagliano le mughe del canalone che scende dalla forc. Dei Matt in leggera discesa sino a ricongiungersi (segnaletica sui sassi) con il sentiero che proviene dal rif. Bosconero. Notare il sentiero che sale la forc. Tovanella. Mt.1800 circa. Ore 1.20 dalla forc. Delle Ciavazole.
Si risale il canalone per ripido sentierino che diviene meno pendente quando rasente alle crode traversa in alto sopra ad un evidente macchia erbosa.
Sempre mantenendosi sulla sinistra del canalone (dx orografica) si supera un passo di circa dieci metri dove vi e' una fune metallica (non serve: probabilmente e' stata messa in caso di innevamento del canale) ed in breve tra i grandi macigni si perviene alla forc. Dei Matt. (Mt.2063 - ore 2 circa dalla forc. Delle Ciavazole)  
Si cala verso il versante del Piave per sentierino ben battuto che si tiene sulla la sinistra del canalone e poi scende al centro dove vi e' una fune metallica di circa dieci metri che aiuta ad entrare in un canalino. Si scende senza segnaletica ma seguendo le tracce dove il terreno e' piu' facile, mantenendosi ora sempre sulla destra del canalone per poi ritornare sul ghiaione al centro.
Il ghiaione  va disceso sino ad un grande masso dal quale e' possibile vedere il sentiero sottostante che passa tra le mughe tagliate.
Ora il percorso e' obbligato in quanto al di fuori del sentiero vi sono le mughe e si cala ancora oltrepassando con un passo in salita la costa boscosa che separa il canalone della forcella dall'impluvio dove si erge il bivacco Campestrin.
La discesa ci porta piu' bassi della quota del bivacco ed infatti poi bisognera' risalire per buon sentiero in mezzo al bosco di pini e larici per un centinaio di metri di dislivello sino al bivacco sito a quota mt. 1649.- circa 1.15 dalla forcella dei Matt.

NB: Il Bivacco e' dotato di stufa, panche, sedie, letti e coperte. Esso e' incostudito e la locale Sezione del Cai di Ospitale di Cadore permette il pernottamento solo per una notte.
Vi e' una fontana d'acqua e legna per ardere gia' tagliata e da ripristinare in caso d'uso.
Dal  bivacco si sale per sentiero che si diparte alla dx di esso (segnaletica per forcella Bela e Passo Cibiana) e sale con ampi tornanti dapprima in direzione della torre di Campestrin (ovest) e poi verso nord. Esso e' molto ampio e sempre ben battuto e porta alla forcella per ripidi prati erbosi compiendo molti tornanti con media pendenza. Giunti presso la Forcella Bela di Sfornioi si apre un bellissimo panorama sulle dolomiti e sui boschi che avevamo percorso in salita.
Segnaletica alla forcella a mt.2112. - ore 1 circa dal bivacco.
Si cala per sentiero rasente alle crode e si perviene ad una forcella sita piu' in basso della forcella Bela.
Da qui' la mulattiera molto ampia cala diagonalmente tagliando a lungo tutti i ghiaioni a nord degli Sfornioi ricongiungendosi con un passo in salita al sentiero che avevamo fatto precedentemente presso il quadrivio di quota 1850 mt.
Al Passo Cibiana per il sentiero gia' percorso in salita. (Ore 1 circa dalla forc. Bela)


Anello per Forcella Larga da Val Pramper

Si tratta di uno stupendo percorso ad anello che porta a salire verso le cime della Gardesana e forcella Larga per il percorso sicuramente più facile e remunerativo , l'unico che presenta, tra l'altro, una ottima sorgente di acqua a due terzi della salita.
La discesa per forc.Larga e l'attraversamento per ghiaioni su tracce di camosci sino
Alla forc. Di Moschesin danno un tocco particolare al percorso che richiede buon occhio ed esperienza alpinistica.
Il panorama, se la giornata lo permette è veramente stupendo specie sui versanti nord della Talvena e del Mezzodì che mai si fanno scrutare bene dal basso.
Il percorso di salita non è segnato con vernice ma solo con ometti  di pietre.

Ore 7 escuse le soste
Dislivello mt.1200 circa
Acqua a mt.1775 salendo il canalone
Copertura telefonica buona in alto.
AVVICINAMENTO

Uscendo a monte di  Forno di Zoldo subito dopo la Chiesa a sinistra si prende giù per una stradina asfaltata ed oltrepassato il Maè ad un tornante si prende a sinistra (indicazioni per rif. Pramperèt e rif. Sora ai Sass) ancora per strada asfaltata che ben presto diviene sterrata. Si prosegue lasciando a sinistra il parcheggio con area da Pic-nic (Rif.Sora ai Sass)  e si lascia a destra il bacino idroelettrico dal quale con un tornante si perviene al parcheggio sulla destra. (Ulteriore divieto di transito, mt.1175)
Si sale per la strada sterrata sulla sin. orografica del torrente Pramper, lasciando a sinistra il sentiero che oltrepassa il torrente per il rif. Sora ai Sass e biv. Carnielli.
Si oltrepassa una fonte ricavata da un sasso intagliato (Acqua della Madonna) e fatto il primo tornante si prende su a sinistra una scorciatoia (non vi sono indicazioni) che porta per il bosco al bellissimo Pian dei palui (i palui non ci sono più) a mt.1480.
Affacciati fuori dal bosco, se il tempo lo permette è subito possibile individuare il canalone che dovremo risalire, che ci porterà con settecento metri di salita ai pascoli a sud della Cima della Gardesana.   
Diritto a noi, verso sud ovest, il roccioso Castello di Moschesin, ad ovest spunta rocciosa la Cima della Gardesana, tra noi e suddetta cima sale con bianche striscie di massi il canalone che dovremo risalire. Esso in alto è molto ampio, mentre cala verso il Pian dei Palui stretto e simile ad una cascata di ghiaie.
Si attraversa il grande prato diagonalmente, in direzione della Cima della Gardesana  ed oltrepassata la strada si continua a salire diagonalmente per  una  vecchia pista da boscaioli e giocoforza si entra nella parte bassa del canalone (verso ovest di circa centocinquanta metri rispetto al grande prato). Sotto ad esso, sul lato destro della strada e nel bosco vi è una bella casera che può servire da riferimento per imboccare il canale.
Il canale nella sua parte bassa è largo circa venti metri, molto infossato e segnato frequentemente con ometti.
La risalita va fatta ora al centro, talvolta uscendo dal canale stesso verso sinistra per riprenderlo più in alto. Mano a mano che si sale la salita diviene obbligata ma divertente in quanto obbliga a brevissime arrampicate sui massi.
Si risale il canalone puntando dapprima verso una roccia gialla con tetto e diedro in alto a destra, ma prima di arrivarvi sotto si attraversa a sinistra, guadagnando la base della fascia di rocce sita sulla sinistra (destra orografica) del canalone.
Si sale per sentierino sotto le crode che possono anche riparare dalla pioggia in quanto strapiombanti. (ottimo punto di sosta)
Ora il sentierino si inoltra tra le mughe ben tagliate e sale ripido uscendo poi dove il canalone si allarga ed e' quasi privo di vegetazione.
Si risale mantenendosi dapprima al centro del canalone e poi a sinistra (ometto sopra ad un grande masso) dove sotto alla fascia di rocce che chiude la dx orografica del vallone vi è una sorgente d'acqua.  ( Mt.1775 - ore 2.45 dal parcheggio)
NB: la sorgente d'acqua è l'unica in tutto lo sviluppo dei cinquecento metri di canalone. Sopra ad essa verso sud vi e' un prato con mucchi di sassi che fanno pensare ad una costruzione diruta di pastori. Anche la vegetazione rigogliosa è caratteristica dei siti prossimi alle casere.
Si supera la sorgente salendo dapprima al centro del vallone e poi obliquando sul suo lato dx orografico dove si stacca un largo sentiero (che traversa verso sud in piano e poi aggira la costa rocciosa per  banche sud  percorribili sino alla forcella Larga) Diversi ometti. Mt.1900 circa.
Si tralascia il sentiero che taglia in piano verso sud (più opera delle bestie che del transito di persone ) e si prosegue salendo al centro del vallone seguendo gli ometti di pietre. Dove finiscono le ghiaie ed inizia il prato con scarsa vegetazione si sale dritti al centro della valletta erbosa sino ad una conca con ammassi detritici (ometto) e quindi su ancora traversando alla base di un gradone roccioso (ometti) sino ad una caratteristica larga forcella erbosa (ometto molto evidente) sita sulla parte inferiore del circo detritico sud della gardesana. Mt.2100.

NB:La Portèla della Gardesana è sulle creste sopra di noi ed è raggiungibile salendo diagonalmente per prati e mughe centoconquanta metri verso nord-est. Vi sono tracce che calano da essa verso il Vallone.
Ora si attraversa diagonalmente tutto il circo detritico mantenendosi dove vi sono meno pietre cioè puntando dapprima verso il Castello di Moschesin e poi risalendo per prati e ghiaie sino ai tre massi più grandi che vi sono sulla verticale della forcelletta  agibile a circa quaranta metri dalla base delle rocce. (ometti) mt.2200

NB: Se la visibilità lo permette, e' possibile vedere il percorso diagonale che dalla base delle pareti gialle della Cima della Gardesana  a sud  per  obliqua cengia prativa  sale alla forcelletta di mt.2370 agibile che consente di calare giù per un canalino roccioso sino ai ghiaioni del Van delle Forzelete. Il percorso e' segnato con segnii bianco-rossi all'anno 2000 ma dalla forcellina vi è un salto di circa tre metri che va disceso con corda, essendovi un masso incastrato che obbliga ad un passo difficile.
All inizio della cengia erbosa (mt.2250) vi è una sorgente di acqua.
 
Sotto ad uno di questi grandi sassi vi è un ricovero naturale che può ospitare circa quattro - cinque persone in caso di maltempo. Si traversa (ometti) per sentierino verso ovest superando una selletta dalla quale si traversa per circa cento metri sino al grande masso sito presso la forcella Larga. (mt.2185) Ore 3.45 circa.

NB: dalla forcella Larga si diparte un percorso su sentiero che risale il Castello di Moschesin verso sud per il versante nord. Dal grande masso, volendo effettuare questo percorso in senso inverso alla descrizione fatta, si punta verso due sassi ben squadrati che si stagliano contro il cielo verso est, in leggera salita.
Ora si cala giù per il ripido versante ovest della forcella Larga, per sentierino non obbligato e ghiaie che si lasciano sciare meglio mantenendosi sulla sinistra orografica. Mantenendosi sempre sulla sinistra si cala per circa duecento metri sino al bordo roccioso sinistro del vallone, laddove le ghiaie lasciano spazio ad una timida vegetazione.
Qui si abbandona il tracciato seguendo a sinistra diagonalmente verso sud tracce di sentiero che calano rasente alle crode in direzione del sentiero che taglia i ghiaioni molto evidente giù verso sud.
Si traversa in discesa a lungo ed una sciata terminale porta al sentiero che era stato visto dall'alto il quale ci fa risalire in breve il ghiaione e ci porta sotto le crode dove un passo su roccia ci porta al percorso tracciato con segni rossi. (Mt.1875)
Si risale per il sentiero e si taglia un ghiaione (segni su sassi) facendo attenzione perchè il sentierino poi sale su per le ghiaie,(è il sentierino del ritorno di brevi arrampicate sullo Spiz di Moschesin") mentre noi dovremo traversare verso il bordo sud del ghiaione "Sass da Camin" dove i segni riprendono evidenti. (Mt.1950)
Si traversa nella valletta tra i "Sass da Camin" seguendo il sentierino ed i segni rossi.
Il tracciato ci porta ad una sorgente dove vi è un affioramento di rocce del "rosso ammonitico". Acqua (mt.1975).
Il largo sentiero dell'Alta Via è ora sotto di noi e va raggiunto traversando verso sud
In leggera discesa. (La maga di Moschesin è raggiungibile in circa dieci minuti scendendo per il sentiero incrociato.)
Si prosegue con leggeri saliscendi verso sud per la larga mulattiera, e superando una sorgente con tubo d'acqua sulla sinistra del sentiero si giunge alla forcella di Moschesin dove vi sono i ruderi della caserma militare di confine anteriore al primo conflitto mondiale. (Mt.1940) ore 1.30 dalla forcella Larga.
Si tralascia il sentiero panoramico per Pramperet che sale a destra e si segue la larga mulattiera a sinistra che cala a tornanti (sorgente con fontanella)  giù per i prati sottostanti. Altro bivio a destra per Pramperet ma noi prenderemo a sinistra scendendo ancora qualche tornante e poi traversando a lungo sino a ricongiungersi con la strada nei pressi della malga. Si sague poi la strada ed appena superata la casera sulla sinistra, in corrispondenza del Vallone della Gardesana, attraverseremo diagonalmente il grande pian dei Palui per  imboccare la scorciatoia che ci riporterà al parcheggio. Discesa ore 1.30 circa.


GIRO AD ANELLO SUL GRUPPO DEL BOSCONERO
(Dal Passo Cibiana per la forc.Ciavazzole al rif.Casera Bosconero e ritorno per le Calade)

Ore 5-5.30 circa escluse le soste.
Dislivello circa mt.1100 mt.
Acqua : Poco prima della della f. Ciavazole
           Rif.Bosconero
           Val di S.Pietro (Calade) a mt. 1700
Copertura telefonica dal Passo Cibiana a Forc. Delle Ciavazzole, presso il Rif. Bosconero ed in vista del Passo Cibiana.

Si tratta di un percorso per persone allenate, dovendo discendere duecento metri di ghiaione che, seppur divertente e non pericoloso, e' molto ripido. Anche la risalita delle "Calade" per la Val di S.Pietro e' molto ripida ma percorsa da un bel sentierino. Il percorso non presenta alcun tratto pericoloso ed e' molto vario offrendo tutti gli aspetti caratteristici della montagna, con stupendi panorami sia sul Gruppo del Bosconero che sulle montagne Agordine e del Cadore.

DESCRIZIONE   
Presso il Passo Cibiana  Ci si inoltra per una stradina verso sud (Indicazioni del CAI) e si parcheggia l'auto dove vi e' il divieto di transito, a circa trecento metri dal passo.
Seguire le indicazioni del CAI per Rif.Bosconero salendo per una stradina inizialmente piuttosto ripida che ad un bivio (10min.-segnaletica CAI) si abbandona seguendo a destra una mulattiera ben battuta. La si percorre in moderata pendenza, essa e' talvolta ben lastricata e tra la vegetazione lascia intravedere a sinistra il largo sentiero che porta alla forc. Bela di Sfornioi.
Si perviene in circa un'ora ad un quadrivio (mt.1850-Segnaletiche) :
verso sinistra (est) si diparte la mulattiera per forcella Bela e biv.Campestrin.(n.483)
Sulla destra della radura lungo il limitare del bosco sale verso una malga diruta il sentiero che prosegue verso lo Spitz S.Piero e le Calade (che faremo poi in discesa).(n.485)
Su diritti lungo il limitare sinistro della radura sale il sentiero che dobbiamo seguire per la Forcella delle Ciavazole ed e' quello che dobbiamo seguire. (n.485)

NB: e' facile in questo punto sbagliare salendo a destra per il sentiero che porta alle "Calade". Noi dobbiamo salire diritti e poi a sinistra su per la focellina mugosa e rocciosa posta sotto alla cima con la croce (Sfornioi) che si intravede salendo.

Superata la radura si lascia a destra una sorgente di acqua ed il sentierino sale a tornanti tra le mughe (panorama stupendo sulle Dolomiti, frontalmente a nord il M.Rite con i forti della prima guerra mondiale) ed in circa venti minuti dal bivio si raggiuge la forcella stretta tra le rocce che lascia ammirare a sud un magnifico scorcio sulla rocchetta di Bosconero. (M.2000 circa, ore 1.30)
Si cala sul terrazzo a sud sotto alla forcella e poi giu' diritti per il magnifico ghiaione che nonostante l'aspetto poco invitante dei primi cinque metri e la forte pendenza, si lascia sciare docile e morbido per tutti i suoi duecento metri.
Alla fine del canalone ci si mantiene rasente alle rocce di sinistra e poi si perviene ad un bivio (mt.1790- si diparte il sent. n.482 che costeggia  la base delle rocce degli Sfornioi- per f. Dei Matt e f. Tovanella). Notare in basso al centro del vallone il sentiero che sale la costa delle Calade.
Si cala ancora un centinaio di metri per il ghiaione che ora non e' piu' ripido e per un sentierino  tra le mughe ; oltre ad un altro piccolo ghiaione,  in breve salita ci si infila nel bosco.( circa 1650 mt.)
Ora il sentiero e' molto evidente e con qualche saliscendi dapprima, ed in buona discesa poi, raggiunge il rifugio Bosconero alla quota di mt.1457. (ore 1 circa dalla forcella).

NB: Dal rif.Bosconero si dipartono piu' sentieri:
      Dal limitare sud-ovest della radura una mulattiera (n.480) cala a valle biforcandosi subito con due
      possibilita': calando subito a valle si percorre il sentiero piu' facile e classico (fontana) , mentre
      proseguendo in quota (n.485) si puo' percorrere il sentiero che scende per la caseretta "dei zot" .
     Altro sentiero si diparte in piano proprio sopra ai servizi igienici  (Segnaletica CAI n.485)per la Calada
     ed un altro sentiero si diparte in salita per Forc. Tovanella e Forc. Dei matt dietro al rifugio.
   
Si prosegue seguendo il sentiero che si diparte frontalmente al rifugio sulla destra della radura proprio sopra ai servizi igienici (non scendere verso di essi) infilandosi nel bosco e proseguendo con qualche piccolo saliscendi verso l'ampio ghiaione che avevamo attraversato in discesa.
Il sentiero poi cala bruscamente per un centinaio di metri sino ad attraversare il fondovalle ad una quota di circa 1350 mt.
(Prima che il ghiaione mangiasse il sentiero, esso non calava di quota, ma raggiungeva la costa che risaliremo con un ampio giro, evitando il saliscendi di un centinaio di metri)
Si punta verso la costa che discende ripida (Bivio per Pontesei) e si sale per sentiero ben marcato e ripido sotto alla boscaglia con stretti tornanti.
Si sale ripidamente la costa molto aerea mantenendosi sempre sul filo di cresta e poi il sentiero si inoltra tra le mughe (fontanella a circa 1700mt.) e con due ampi tornanti si raccorda con il  sentiero ben visibile per il taglio di mughe alla quota di  1858mt. presso un grande macigno. Dal bivio si puo' godere di un bellissimo panaorama sul gruppo del Bosconero, dagli Sfornioi al Sasso di Tovanella alla Rocchetta ed oltre. (Localita' Le Calade- Ore 1.45 dal rifugio)
Si prosegue per bellissimi prati verso nord e con una brevissima salita si raggiunge un pulpito molto panoramico sulle Dolomiti, mentre molto vicino si erge lo Spitz di Cibiana con le sue rocce rossastre.
Superata in discesa una malga diruta, ci si ricongiunge al quadrivio che avevamo lasciato in salita alla quota di mt. 1850. Si ritorna al Passo Cibiana in circa un ' ora  dalle Calade.

       


GIRO AD ANELLO PER CASERE GIROLDA E PRA' DEL BOSCO
(DA OSPITALE DI CADORE)

Dislivello mt.600
Acqua a casera Girolda
ore 4 circa

Si tratta di una escursione per tutti in quanto il percorso non presenta alcuna difficolta' ne' punti pericolosi. Il terreno e' segnato e le casere offrono ottimi punti di riparo in caso di maltempo.
Questo percorso offre una stupenda visuale sui monti della sinistra orografica del Piave, specie M.Citta', M.Palazza,  M.Buscada, M.Borga'.

AVVICINAMENTO: Da Ospitale di Cadore si sale per strada asfaltata all'abitato alto di Ospitale e da qui per strada dapprima asfaltata e poi per pista forestale si sale con ampio giro sino a giungere nella Val Bona dove la strada diviene pianeggiante e si lascia sulla sinistra una bella caseretta. (Segnaletica) Parcheggio sulla sinistra. Mt.790.

Di fronte alla bella casera di imbocca una mulattiera che sale tagliando la costa di pino mugo seguendo un tracciato molto largo sul versante del Piave verso nord-est.
A mt. 930 si oltrepassa un bivio e si prosegue in salita attraversando tre vallette (Rio del Mier) e sbucando alla radura dove sita su di un colle vi e' la Casera Pra' di Bosco a mt. 1307 (ore 1.45) La casera e' aperta e dotata di tavolo e stufa.
Si cala dal colle della casera sfiorando dei massi e passando sotto ai ruderi di una stalla infilandosi diagonalmente nel bosco per sentiero in salita tra la vegetazione.
Il sentiero attraversa lungamente il bosco in leggera salita ed e' molto panoramico sui monti della sinistra orografica del Piave.
Si supera in salita la costa di Ronchèt a mt.1415 in un punto stupendamente panoramico e poi si traversa ancora per sentiero talvolta incerto in leggera salita.
Si traversa a lungo paralleli alla Val Bona ed alti sino alla vista della Casera Girolda  sita a lato del pascolo. La si raggiunge in discesa per sentiero ben marcato. Mt.1297.
(La casera e' dotata di tavolo, stufa, panche e vi e' acqua corrente) ore 1.15 da Casera Pra' de Bosco. (Bivio per Casera Pian de Fontana e casera Valbona)

Si cala giu' per il colle sino ad imboccare la mulattiera molto larga  che porta a congiungersi sulla strada della Val Bona  a qualche minuto dal parcheggio dell'auto (segnaletica). Ore 0.45 dalla casera Girolda.
 


GRUPPO DEL PELMO: Giro del M.Penna
(Da Zoppe' di Cadore per forc.Colonel e Rif.Venezia)

Si tratta di una alternativa alla classica salita al Rif.Venezia per la rotabile (costruita dagli Alpini del 7° Reggimento nel 1956.) Si sviluppa per mulattiera militare antecedente alla prima guerra e quindi per tracciato silvo-pastorale. E' un percorso adatto a tutti, non presenta alcuna difficolta' ma non andarci con terreno fortemente bagnato dalle piogge.
Dislivello mt.400
Ore 4.30 circa escluse le soste.
Acqua abbondante lungo tutto il tragitto.

Avvicinamento
Da Longarone oltrepassato il bivio per Forc.Cibiana prima dell'abitato di Forno di Zoldo si diparte in salita a destra la rotabile per Dozza e Zoppe' di Cadore. Giunti a Zoppe' di Cadore si oltrepassa il paese e per stradina dapprima asfaltata e poi sterrata si giunge al "Cristo" in localita' "Le Fraine" dove vi e' un bivio con piccolo parcheggio.(mt.1600 - segnaletica)
La strada a valle prosegue per la "Ciandolada" ed il rif. Talamini e quindi cala a Vodo di Cadore.

Descrizione del Percorso:
si segue in salita la pista forestale contrassegnata dai segnavia n.493 sino al primo tornante dove un cartello del CAI indica a destra il sentiero n.493 per la "forcella Colonel de la Stanga". (mt.1693)
Si prende la larga mulattiera che prosegue in leggera salita in mezzo ad una vegetazione molto ricca.
Si nota in piu' punti che il percorso della mulattiera e' massicciato, esattamente come tutte le mulattiere militari corstuite negli anni della prima guerra mondiale.
Quando il sentiero diviene piano e sbuca in una ampia radura, bisogna salire di un passo per il prato per poi continuare nella stessa direzione. Si supera un cancelletto di legno e poi si giunge alla ampia forcella pratosa in mezzo alla quale vi e' la segnaletica del CAI.(mt.1850)
(Un sentiero dalla forcella si stacca verso est con segnaletica n.493 in direzione di Vodo di Cadore)
Un muretto in pietra segna il confine dei pascoli. Non bisogna confondere una croce confinaria con un segno del sentiero, infatti il sentiero non oltrepassa il prato dove vi e' il muretto.
Si oltrepassa la forcella mantenendosi sul limitare sinistro (ovest) del bosco e procedendo poi in discesa per sentiero sul versante ampezzano.
Un segno sopra ad un masso ci indica che bisogna abbandonare il sentiero e calare giu' diritti per i prati sino al torrentello che vi scorre in fondo, perdendo cosi' una quota di cento metri. (Segni)
Si attraversa il rivo alla quota di mt.1730. Oltrepassato il rivo si riprendono i segni e si prosegue per una mulattiera battuta piu' dalle vacche che dagli uomini. Essa ci porta a ricongiungersi con un passo in salita al sentiero n.475 in localita' "Ciamp de Naieròn" dove e' segnato su di un masso il bivio e poco a monte vi sono i ruderi (segnati sulle carte) di una casera. (Mt.1800)
Si prosegue in leggera salita e si supera per ampi e stupendi pascoli un piccolo dislivello di centocinquanta metri che ci porta sulla spalla erbosa in vista del rifugio a mt. 1950.
Ore 3 circa. Stupendo panorama delle crode del Pelmo.
Di qui' per ampio sentiero pastorale sino al Rifugio Venezia A, de Luca al Pelmo. Mt.1946.
Al rifugio perviene dal versante ampezzano una rotabile ad uso pastorale interdetta al traffico pubblico. Altra stradina molto dissestata perviene da sud ed e' quella che abbiamo abbandonato alla quota di mt. 1693.   
Per il ritorno ci si riporta sulla spalla erbosa e calati di qualche metro sul versante Zoldano si segue la stradina che con leggera discesa taglia le pendici ovest del M.Penna riportandoci al parcheggio.
Attenzione a non calare giu' nella conca ghiaiosa a Sud del Pelmo perche' quel tragitto porta alla forc.Staulanza.Tralasciare ai bivi le piste che prendono verso valle a destra.
Ritorno ore 1.30 circa



        SALITA  AL  MONTE  TAMER GRANDE (m.2547)
        (Per  f.Larga,  Forzelete,  f.La Porta e ritorno per Viaz dei
        Cengioni - giro ad anello -)

        Si  tratta  di  un  percorso  che attraversa completamente il
        gruppo  roccioso  del  Tamer-S.Sebasiano e lascia ammirare le
        cime da diversi punti di vista.
        La  discesa  dalle  Forzelete  e  la salita al M.Tamer per la
        lunga  cengia ovest presentano qualche brevissima difficolta'
        di  secondo grado, mentre il ritorno per il Viaz dei Cengioni
        e' attrezzato con infissi metallici nei punti di maggior dif-
        ficolta'.
        Il  tempo  di  percorrenza,  escluse le soste, va dalle 0tto
        alle nove ore, quindi il percorso va effettuato solamente con
        buon allenamento alpinistico e con corda nello zaino.
        Il  periodo consigliato, per evitare corde doppie e sicurezze
        che  fanno  sicuramente  perdere  tempo  e' da meta' luglio a
        meta' agosto, periodo in cui canali e cengie sicuramente sono
        senza neve.

AVVICINAMENTO
Si sale da Agordo per La Valle Agordina verso il passo Duran,
        parcheggiando  l'auto  nelle apposite aree di parcheggio a dx
        della grande curva a quota m.1490 dove si diparte il sentiero
        N.543.(Localita' Casera Vecchia  di C...leda, circa un Km prima
        del  passo  Duran).  Segnaletica  per  Alta  Via  Nr.1  e per
        rif.Pramperet.
DESCRIZIONE
Si  segue  il  sentiero  dell'alta via in salita per bosco di
        pini  e  larici, superando tra l'erba la forc.Dagarei a quota
        mt.1620.    Si    prosegue  su  terreno  fangoso  con  alcuni
        saliscendi, superando due ruderi di casera.
        Oltrepassati due costoni detritici dove la vegetazione lascia
        posto ai ghiaioni, si entra in leggera discesa nel grande van
        detritico  compreso  tra  il Castello di Moschesin a Sud e le
        cime del Tamer in alto alla nostra sinistra.
        In basso, (ben visibile anche la strumentazione metreologica)
        vi e' la Malga de la Roa a mt.1436 dove vi perviene una pista
        forestale.
        Proprio  sulla  verticale  della  forcella Larga e Stretta si
        giunge  al bivio di percorsi tra il sentiero 543 che prosegue
        in  piano verso la Casera di Moschesin, il sent.544a che cala
        in  dieci minuti alla Malga de la Roa ed il percorso che sale
        alla forc.Larga. (Vi e' segnaletica  - ore 1.30)
        Il  percorso  per la forcella Larga sale sul bordo destro del
        canale ghiaioso (sin.orografica) tra rade  mughe, seguendo un
        percorso  con  vecchi  segni  che  si destreggia tra ghiaie e
        vegetazione. Esso punta  diritto  verso la testata mugosa del
        vallone.
NB: Dalla  quota di circa 1780 mt. tra le ghiaie, traversando
        circa duecento mt. in quota verso sud si incrocia un percorso
        segnato che sale per cinquanta m. una costa ghiaiosa assestata
        sul bordo sx di canale ghiaioso.  Poi lo attraversa verso sud
        e per bellissimo sentierino di camosci (viaz)  risale   senza
        difficolta'  passando  proprio  sopra  ai Sass da Camin e poi
        calando  da  questi diagonalmente (30m) fino a ricongiungersi
        con  la mulattiera che porta alla forc. Moschesin si raccorda
        dove un sasso e' marcato con il triangolo dell'alta via e con
        il nr.543. (segni rossi, ometti - circa 30 min.-)
        In pratica si ricollega all'ultimo tornante piu' alto del sen-
        tiero ed e' una scorciatoia sia per chi scende dalla forcella
        sia per chi vi sale senza sostare alla Malga Moschesin.

        Raggiunta la  testata mugosa del vallone, si sale per stretti
        tornanti  l'unica  striscia  erbosa dove non ci sono le mughe
        e poi si punta a sinistra verso le rocce (segni bianco-rossi)
        circa a quota 2000m.
        Raggiunte  le  rocce, ci si immette nel canalone roccioso che
        andra'  seguito  prima  sulla  sinistra orografica, poi sulla
        destra  orografica  e  si uscira' in forcella attraversandolo
        nuovamente, cioe' passando sulla sinistra orografica.
        (A  meta'  canalone una cengia molto battuta dai camosci esce
        verso ovest aggirando le rocce)
        Si  sale verso il bordo della forcella cosparso di grossi massi
        per un tratto erboso. (Forc.Larga mt.2185 - ore 1.15)

        NB:  Dalla  forcella  Larga si apre un grande van detto Valon
        de la Gardesana, cosparso di grossi massi (il piu' grande, posto
        ad  una  trentina  di  metri  dal  bordo  della  forcella, puo'
        offrire ottimo riparo in caso di maltempo).
        Un  sentiero  segnato  si diparte sottocresta verso il Castel
        di Moschesin a sud.
        Verso  sud il Valon del la Gardesana cala agibile sino in val
        Pramper  rasente  al Castel di Moschesin, sotto alla forcella
        Stretta.
        Verso  nord  si  possono scorgere le Forzelete, raggiungibili
        dalla forcella salendo direttamente verso cresta. Il percorso
        piu' elementare comunque resta quello descritto in seguito.
Dalla  Cima  delle  Forzelete  la  cresta  rocciosa  prosegue
        accidentata  verso  la Cima della Gardesana (che non si riesce
        a scorgere dalla F.Larga.)
        Le  rocce a destra si raccordano gialle con un ultimo gradone
        verso  il  ghiaione  del Valon ed e' li che bisogna dirigersi
        salendo obliquamente verso n.est  dove roccione giallo, cielo
        e ghiaione si uniscono.(due massi squadrati si stagliano a mo'
        di merli di un castello contro il cielo)
        Si  traversa  quindi  per  terreno cosparso di massi (ometti)
        verso  le  ultime crode, poi si traversa ancora sottocroda in
        direzione della cresta della Portela della Gardesana (ometti)
        in  piano e leggera discesa per un centinaio di metri sino ad
        un   canale sassoso che va risalito in direzione di un landro
        giallo alla base della parete.
        Siamo alla base della parete rocciosa sud della Gardesana.
NB:
        Dalla  base  della  parete  sud  della  C.della  Gardesana  e'
        possibile  attraversare sottocroda per tracce di camosci sino
        alla crestina nord-est e seguirla in cresta e poi sottocresta
        a  sud  calando sino alla Portela della Gardesana, valico ben
        riconoscibile  tra  i  tanti perche' piu' basso ed a forma di
        mezzaluna.  Da  esso poi si diparte verso ovest un sentierino
        molto marcato che cala nel Van delle Forzelete e Biv. Angelini.
        Questa traversata in leggera discesa e' elementare e molto
        panoramica.
NB:
           Il percorso (non segnato su terreno e segnato con puntini
           sulle carte) che cala giù a Pian dei Palui inizia da questo
           punto mantenendosi sul bordo destro della grava che cala
           verso il grande piano cosparso di massi (ometti) e poi
           traversa in leggera pendenza in direzione della Portela
           della Gardes.(ometti) passa per una forcella erbosa a mezzaluna
           sita sotto ad un gradone di roccia circa settanta metri
           sotto alla Portela.(ometti) Cala poi al centro dell'unico
           grande vallone sottostante alle Creste della Gardesana.(h.1.15)
Si  sale  sotto le crode a sinistra per un largo canale roccioso,
        poi  un bellissimo e largo cengione erboso sale diagonalmente
        verso sinistra (sorgente d'acqua) e ci porta esattamente alla
        Forzeleta piu' vicina alla Cima della Gardesana. m.2365.
        Ore 0.30 circa dalla forcella.
NB:
        Questo  percorso  e' elementare, logico e non presenta alcuna
        difficolta',  quindi alternativa   alla  salita  diretta  dei
        canalini  detritici  (Guida  Angelini-Sommavilla) ma migliore
        dal punto di vista panoramico e logistico (riforn. di acqua).
        Tutta una serie di forcelline verso sud poste pressapoco alla
        stessa  quota  sono agibili. La friabilita' del terreno porta
        pero' a  preferire  quella  descritta.
        Un chiodo e' infisso due metri a sx all'interno del camino da
        discendere, sopra al masso incastrato.
Volendo scendere arrampicando la difficolta' alpinistica e':
        3 mt. di 3 grado sup. in camino non esposto.
        E'  cosa  piu'  sbrigativa passare la corda doppia sul chiodo
        e scendere anche a braccia, data l'esiguita' del passaggio.
        Si  prosegue  scendendo  per  lo stretto  canalino  con molta
        attenzione superando un piccolo salto roccioso di due mt. con
        diff.  di 2 grado non esposto che porta al punto di raccordo
        delle due vie descritte nella guida Angelini-Sommavilla.
NB:
        Verso  sud-ovest,  infatti,  e' possibile risalire una cengia
        ghiaiosa   sino  alla  forcella  sottostante  la  Cima  delle
        Forzelete.  Questo  percorso e' molto piu' semplice di quello
        ora    descritto,   pero'  in  caso  di  ghiaione  gelato  e'
        sicuramente piu' infido.
        La  roccia  e'  estremamente  friabile.
        Una liscia faglia gialla  affiora per un metro in superfice.

        Si  scende  ancora  per  il canalino con qualche passaggio di
        primo  grado  e dove il canale si allarga si passa sotto la roccia
        (roccia  nera)  sulla  sinistra  orografica  abbandonando  il
        canale  principale  e  scendendo per una ventina di metri per
        un canalino laterale alla fine del quale si rientra nel largo
        canale attraversando a destra per cengione.
        (in  pratica si aggira l'uscita bassa del canale che presenta
        un salto roccioso)
        Si  cala  per  il  canalone sassoso mantenendosi dove e' piu'
        agevole la discesa, alfine si scende il ghiaione che ci porta
        a  ricollegarci  con  il  sentiero (ometti) che sale verso la
        Forcella Della Lasta. m.2175 (ore 0.30 circa dalla Forzeleta)

        NB:La  baita  Angelini e' raggiungibile scendendo circa 15-20
        minuti a valle con buona segnaletica.

        Il  sentiero  che  sale  dalla  Baita  Angelini alla forcella
        si  mantiene  sotto  le  ghiaie  delle  Forzelete salendo con
        moderata pendenza in direzione del limite sud della forcella.
        Conviene seguire questo sentiero sino a che la traccia risale
        (biforcandosi) decisamente a sinistra e quindi la si abbandona
        e  si  aggira  in  quota  l'anfiteatro  ghiaioso  sino  a
        ricollegarsi    con    il  ben  visibile  sentiero  che  sale
        direttamente  i  ghiaioni  sotto  al M.Tamer, guadagnando una
        buona cinquantina di metri.
        I  ghiaioni  vengono  risaliti  faticosamente  (ometti) verso
        destra  e si perviene poi ad un pulpito dal quale la forcella
        e' vicina e ben visibile.
        Si segue il buon sentiero sino alla forcella La Porta.
        m.2326 (ore 0.30 dalla base dei ghiaioni)


        NB:  Dalla  forcella La Porta tre vie facili salgono verso il
        Tamer  Grande,  una sul versante nord porta alla forcella tra
        Il  Tamer  Grande  ed  il  Tamer  Piccolo  (piu'  alto...!) e
        presenta difficolta' di 2ø grado (Via Angelini-Sommavilla)
        Quella  che  viene  descritta  e'  la via classica su cengia,
        segnata  e priva di difficolta' ad eccezione di una decina di
        metri di 2ø sulla sommita' del monte. (Via Andreoletti)
        La terza via si diparte dal pulpito ghiaioso a nord-est della
        forcella La porta e percorre completamente una cengia esposta
        a sud (penultimo cengione superiore) aggirando lo spigolo sud
        del   Tamer  Grande  e  per  il  comune  canale  giunge  alla
        forcelletta comune di q.2500 e quindi in vetta. (Via Pathera)

        Dal  versante  agordino  della  forcella si segue un sentiero
        segnato in cengia, stupendo.
        Esso  attraversa in leggerissima salita tutta la parete ovest
        del Tamer Grande, aggira il suo spigolo ovest e si immette nel
        canale che separa i due monti, lo risale sino ad una forcella.
        (Bivio tra le tre vie in forcella) mt.2500.
        Sino a qui' sentiero molto largo.
        Ora  la  via  e'  comune  e si sale un canalino (segni rossi)
        mantenendosi  a  sinistra  e  superando  una  paretina di una
        decina di metri (2ø) che porta ad una banca ghiaiosa.
        Dalla  banca  si sale su diritti entrando in un caminetto che
        porta sulla cresta di vetta. (segni)
        Molta  attenzione  alle  pietre sugli ultimi 50 mt. di salita
        dalla forcella, dato il terreno sassoso.
        Le  cime  sono  due, la cima  nord sulla sommita' presenta un
        piccolo muretto semicircolare, a mo' di osservatorio, la cima
        sud presenta un ometto ed e' la piu' alta.
        mt.2547. (ore 0.30 dalla forc. La Porta)

RITORNO PER IL VIAZ DEI CENGIONI

Dalla dalla  Cima  del M.Tamer Grande si puo' individuare con
        facilita' la via del ritorno.
        Lo  sbocco  a  monte del Viaz dei Cengioni e' inconfondibile:
        Si  prenda  come  riferimento  la  Cima  di S.Sebastiano e si
        scenda con lo sguardo lungo il suo crinale sud, sotto C.Livia.
        A  meta'  crinale  si  nota  un pulpito mugoso. Alla stessa
        altezza,  tra  il pulpito ed il ghiaione del Van di Caleda vi
        e' un enorme masso liscio striato con roccia nera. (m.2180)
        Dal  pulpito verso il sasso vi sono tracce di sentiero che si
        dovranno seguire nel ritorno.
Si  ritorna  per  la  stessa  via alla forcella La Porta e da
        questa  si  cala  per il ghiaione ovest (panorama sulla valle
        agordina)  lasciando  a  destra  una  grande caverna che puo'
        offrire riparo in caso di maltempo. (q.2290)
        Il  sentiero  cala  ripido fino  alla base delle rocce gialle
        della  Cresta Sud di S.Sebastiano e qui' un sentiero
        si  diparte  a  sinistra  verso  valle  seguendo una crestina
        detritica.
        Quaranta  metri  piu' avanti  rasente le rocce vi e' il bivio
        tra il sentiero che stiamo percorrendo, quello che sale verso
        la Cima di S.Sebastiano e n.524 che cala a valle. (m.2125)
        (Da seguire in caso di interruzione dell'escursione)
        Si  segue  il  sentiero  che  sale  e giunti alla altezza del
        grande sasso striato di nero che sta sul versante opposto del
        Van  di Caleda, all'altezza del pulpito mugoso, si attraversa
        in  quota  il  ghiaione,  camminando agevolmente sulle ghiaie
        ormai ben assestate. (tracce)
        Si  perviene  sotto  al  grande  sasso traversando tra grandi
        macigni e seguendo tracce di sentiero. (ometto - m.2180)
        (Il  macigno puo' offrire riparo, anche trenta metri sotto vi
        e' un masso sotto al quale e' possibile ripararsi)
        Si puo' notare in mezzo al Van di Caleda, in basso, un enorme
        macigno levigato a mo' di mola da mulino.
        Si  attraversa  per  tracce  verso ovest sino a pervenire sul
        pulpito  dove  vi e' segnaletica e dal quale iniziano i segni
        rossi che ci accompagneranno lungo il Viaz dei Cengioni.
        m.2190  (Circa 1 ora dalla cima del M.Tamer)

        Dal  pulpito  bisogna calare ad ovest per una decina di metri
        seguendo  il  sentierino ed i segni  e con un passo su roccia
        ci  si  immette  in  un  canale  roccioso che va risalito con
        l'aiuto di infissi metallici con anello. (5 mt. su roccia)
        Il  sentiero  ora si snoda attraverso larghe cengie, segue le
        sinuosita'  della  montagna anche con qualche saliscendi e si
        mantiene sulla media dei 2100 mt. di quota.
        Passati  alti  sopra  il Sasso di Caleda, si superano quattro
        grandi   valloni  e  vi  sono  altri  infissi  metallici  nel
        passaggio  di uno di questi. (Gli infissi sono con anello per
        consentire  il  fissaggio  di  corda  per  eventuale  aiuto a
        persone poco esperte).
        La  traversata  permette  uno stupendo panorama sulla Moiazza
        e  domina  il  passo Duran con una vista aerea da cinquecento
        metri d'altezza.
        In due valloni vi e' possibilita' di rifornimento d'acqua.
        Il sentiero e' sempre largo ed assestato, dove le rocce possono
        incutere  timore  vi e' sempre una possibilita' di aiutarsi o
        di assicurarsi con gli infissi metallici posti sapientemente.
        Alla  fine  della serie di terrazze e cengie il sentiero cala
        a  valle  tra  le  mughe.  Vi  e' un passaggio roccioso in un
        canalino  (5  metri  di  2ø)  non esposto e quindi la discesa
        continua sino a raccordarsi con il sentiero dell'Alta Via n.1
        alla  quota  di  m.1600 praticamente frontalmente all'abitato
        di Gavaz e Chiesa di Zoldo.
        Segnaletica al bivio.   (circa 1.45 dal pulpito di q.2190)
        Le  cengie  ed  il percorso del ritorno spostano notevolmente
        il  cammino  a nord e quindi si segue la mulattiera dell'Alta
        via con qualche piccolo saliscendi verso ovest, superando due
        corsi  d'acqua  e  pervenendo  in  circa  20 minuti dal bivio
        presso la statale al Passo Duran (m.1601)

        Tempo complessivo senza soste ore 8-9
        Dislivello complessivo mt.1600 circa.







































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