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Ramezza - Piumovimento dalle Dolomiti

Escursioni e curiosità storiche con testi di Gian Garzotto
(Sito parzialmente in costruzione)
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Ramezza

Dolomiti > Dolomiti Feltrine > Vette Feltrine

       ACCESSO ALLA VAL DI S.MARTINO DI VIGNUI


Vignui si raggiunge deviando  dalla strada che  congiunge  Feltre con
  Cesiomaggiore  a  circa  cinque  chilometri  da  Feltre. (indicazione
  stradale ben visibile)
  A nord del paese si abbandona la strada asfaltata che gira a sinistra
  verso Pren  e si  va diritti  per una stradina  asfaltata svoltando a
  destra solamente in corrispondenza di un capitello  dopo una trentina
  di mt.  dal bivio.Essa si snoda  dapprima in pianura attraverso campi
  arati  e   vigneti e poi in  leggera   discesa fino alla chiesetta di S.Martino.
       Prosegue poi in  salita, tenendosi sulla sx della valle ,
  salendo (dx  orografica),  si supera un ponticello in salita  che ci
  porta  sulla destra della valle.
        In  corrispondenza  di  una  presa  d'acqua con saracinesche,la
  strada diviene impraticabile per mezzi motorizzati ed  e' conveniente parcheggiare.
        Questo punto , quasi al termine della valle di S.Martino,  dove
  scorre  il  torrente Stien,  si trova quasi in  corrispondenza  della
  laterale Val Fallonega che vediamo scendere dalla  sinistra guardando le Vette.
       Subito al di la' della presa d'acqua vi e' una roccia che
       e' chiamata la 'scaffa' e viene aggirata dalla strada.
       La presa d'acqua e' a quota 625 mt. ed e' denominata Presa del Sass Sbregà-
Nell'agosto 1990 sono stati effettuati dei lavori di posa di un
  ulteriore acquedotto che   scende la valle di S.Martino  sulla sua dx orografica.
        Questo  punto di  partenza  e'  strategico  perche' permette di
  effettuare tutta  una  serie  di  escursioni  ad  anello estremamente
  remunerative all'interno del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi
  nel gruppo delle Vette Feltrine.





Alcuni dei sentieri che  si dipartono dal  fondo della valle di
  S.Martino dalle localita'  di Grassuretta e Pian  dei Violini   verso
  le Vette furono allargati e dotati di massicciate dal  Genio Militare
  Italiano  prima del primo  conflitto  mondiale,  in  quanto portavano
  direttamente verso il confine Austriaco  che  correva poco piu'
  sotto delle creste a nord delle Vette.
  Dalla Val di S.Martino si accede allo Scalon di Pietena, Scalon delle
  Vette, Val Fratta, M.S.Mauro per sentieri sud-ovest.




SALENDO LA VAL FRATTA DALLA VAL DI S.MARTINO A FORC.SCARNIA
per il sentiero nr.803 della dx orografica della valle.  (traccia gratuita GPS disponibile sui link citati)

Questo itinerario, assieme allo Scalon delle Vette ed allo Scalon
di Pietena, e' uno dei tre classici sentieri di avvicinamento per
escursioni alle Vette Feltrine.
Esso e' il piu' diretto avvicinamento per il M.Ramezza,  Sasso di
Scarnia e per la "Giazzera di Ramezza".
Anticamente era un grande  itinerario pastorale,  in quanto dalla
localita'  Grassuretta,  sita sulla testata a monte  della Val di
S.Martino, si dipartivano greggi sia verso Ramezza Bassa ed Alta,
sia verso i prati di  S.Mauro.  Inoltre la val Fratta, attraverso
la Forcelletta e tramite una larga mulattiera collegava i pascoli
di  Saladen,  mentre   la forcella Scarnia portava  ai pascoli di
malga Scarnia e di Zoccare'.


              Casera Ramezza anni '80



In fondo, (a nord)  della val di S.Martino, in prossimita' di una
grande  fornace (1)  sulla  destra  della  mulattiera,  vicino al
torrente, vi e' un bivio a quota 700 mt. dal quale si dipartono i
sentieri segnati  dal CAI nr.812  e nr.816  che salgono lo scalon
delle Vette e lo scalon di Pietena, verso nord-ovest, a sinistra.
Sulla destra,  verso nord,  si diparte il sentiero nr.803, quello
che sto per descrivere,  il quale,  attraversato un prato, risale
per un centinaio di metri le pendici del M.S.Mauro, ma ben presto
attraversa il torrente con un passo in  discesa (sempre  acqua) e
si  porta sulla dx  orografica  della  val  Fratta,  in localita' Grassuretta.
(Qui' vi e' un grande intrico di sentieri secondari e mulattiere,
in  quanto  Grassuretta  e  Pian  dei  Violini  erano  zone molto
frequentate e contavano una decina di abitazioni e stalle.)
Si  segue sempre  il  sentiero  ben segnato  che  sale  con molti
tornanti:  esso e' sempre molto ben battuto e talvolta fortemente
incavato nel terreno. (2)
A quota 1040  mt.  si presenta un bivio: entrambi i sentieri sono
molto larghi,  essi,  sempre  in  salita,  seguono  due direzioni
leggermente differenti  (Nord e Nordest),  cosicche'  si potrebbe
pensare che essi  poco  sopra vadano  ad  unirsi:  non  e' cosi',
perche  quello  di  sinistra,  che  punta  a  Nord,  (segnaletica
bianco-rossa)  segue la dx orografica,  mentre l'altro porta alla
malga di  Ramezza Bassa seguendo  la  sx  orografica (segni molto vecchi).
Seguire la diramazione di sinistra.
Salendo con larghe  serpentine  per bosco di  faggi e di  pini si
perviene ad una caseretta a quota mt.1150.
Essa e' costruita nei pressi di un roccione (croce di legno), fra
due grossi massi naturali e' stato ricavato un focolare, il tetto
e'  in lamiera e vi sono due panche  in legno con  molta legna da ardere.
Qualche metro dinnanzi alla casera un sentiero taglia verso est e
passando sotto al roccione,  in piano, va a ricongiungersi con il
sentiero che sale la val Fratta per la sin. orografica.
Si  prosegue  verso nord,  si traversa  poi  a  quota  mt.1200 la
valletta che cala dalla Giazzera di  Ramezza e si risale la costa
boscosa  che con un  dislivello  di  mt.  200 porta ai pascoli di Ramezza Alta.



Dalla pendana diroccata di Ramezza il sentiero che sale alla forcelletta verso sud sulla sx orogr. della val Fratta
                                                                                       
Si lascia a sinistra la grande  stalla (Pendana) diroccata (3)  a mt.1463 e
traversando verso nordest si perviene alla casera di Ramezza Alta
che e' costruita a ridosso di un grande masso. (mt.1485)
La   casera  e'   stata  distrutta   dai   tedeschi   durante  il
rastrellamento  delle  Vette   nell'autunno  1944   ed  e'  stata
recentemente riadattata, puo' offrire ottimo riparo.
-
NB: dalla casera si diparte il sentierino che sale la Forcelletta
(mt.1535)  traversando  in  quota verso est al  di  la del canale
della Val Fratta e correndo inizialmente quasi  parallelo ad essa
sulla sinistra orografica tagliando la costa mugosa.
Il sentierino a quota mt.1425  si biforca e  la diramazione verso
valle scende alla  malga di Ramezza  Bassa (mt.1149) mantenendosi
sempre sui costoni della sin. orografica.

Da  Ramezza  Alta  si  traversa  verso  destra  oltrepassando una
valletta,  poi si risale al centro della valle per prato e  ci si
infila nel bosco di pini e di faggi proprio al centro della valle
verso  nord.  Il  sentiero  poi  obliqua  a  destra  (sorgente) e
perviene in  diagonale  alla  forcella  Scarnia  ove  e' presente
segnaletica del Cai di Feltre.-mt.1599-

NB: Dalla forcella si puo' scendere in breve (15 min.) alla malga di
Scarnia oppure  si puo'  salire verso il bivio  del Sasso Scarnia
ove si  incrocia  il sentiero che collega il  rif.Boz  al rif.Dal Piaz.

ore 3 in discesa ore 1.20
acqua: a quota 800 sul torrente ed a quota mt.1585.
dislivello mt.1000 circa.

(1)  Esattamente  da sopra  alla fornace,  un sentiero si diparte
portandosi  diagonalmente sul bordo della  valletta  a  sud della
fornace e risalendo il suo bordo nord verso i prati di S.Mauro.

(2)  Da quota mt. 1025 si diparte verso est un sentiero che porta
a dei ruderi e quindi versi i prati di S.Mauro.

(3)  dalla  stalla  diruta  di  Ramezza Alta,  verso Sud-Ovest un
sentiero  aggira  in  quota la  costa mugosa  e  poi  entra nella
valletta che scende dalla Giazzera di Ramezza risalendola fino al
passo di Ramezza (mt.1970)





SCALON DI PIETENA
Sentiero nr. 816-

       E' la valle che dal Pian dei Violini porta al piano della Busa
  di Pietena dove sorgono  le malghe di  Pietenetta (semidistrutta) e
  Pietena (ruderi). Segnavia al Pian dei Violini (m.896), prendendo il sentiero di destra
nr.816 si giunge in un paio di minuti a due casere in buono stato, nel
  mezzo di un bosco di pini molto fitto.


       Dal Pian dei Violini  si sale rapidamente sulla dx orografica della
  valle per un costone con vegetazione dapprima di pini e quindi di
  faggi fino alle cengie sotto alle pareti gialle e strapiombanti che
  incombono sbarrando la parte sinistra  della valle.
  Due piazzole perfettamente orrizzontali lasciano capire che li' si
  ergevano delle capanne, forse di boscaioli.
       la mulattiera corre ora da sx verso dx traversando sotto le
  pareti (1400 mt) e portandosi al centro della valle con qualche
  tornante rinforzato da massicciata.
       Si supera un rigagnolo di acqua (unica acqua salendo) che
  sembra essere di sorgente e quindi perenne, anche se non e' segnata
  sulla carta. ( mt.1470)
       ore 1.45 dal Pian dei Violini



       Il sentiero, che un tempo doveva essere molto frequentato,
  giudicando dalle opere di contenimento e da come esso e' incassato a
  volte nel terreno, continua con qualche tornante fino a superare una
  lastra di roccia verticale e molto levigata che in caso di piogge puo'
  fornire un rigagnolo di acqua, (mt.1600)  supera anche un punto in
  cui vi sono delle lamiere (salendo a sx)

MB: probabile antico ricovero
  di cacciatori e posto di guardia dei partigiani (battaglione
  Churchill formato da inglesi di stanza a malga Pietenetta durante l'ultimo conflitto).

       Alla sinistra della valle che stiamo risalendo, staccata
  nettamente dalle altre cime, in primo piano, si erge la Rocchetta ed
  e' possibile scorgere la traccia di sentiero che vi gira sul fianco
  sudest all'altezza di malga Pietenetta.


Malga Pietenetta (da web-Wikiloc - Cromazio)


       Puntando dapprima verso la cima della Rocchetta (SUDOVEST) e
  poi verso il Col Fontana (NORD) in breve il sentiero diviene molto
  piu' dolce e sbuca sui piani della busa di Pietena, dove alla
  estremita' sud  sorge  la ex malga Pietenetta (semidistrutta dai
  tedeschi nel 1944). mt.1856 ore 3.00 dal Pian dei Violini.
  Notare verso NORD  la parte bassa della Piazza del Diavolo con l'enorme frana.


Salendo lo Sclon di Pietena versola Piazza del Diavolo


Da Pietenetta il sentiero prosegue al centro della busa,
  seguendo segnaletica formata da paletti bianco-rossi ed
  oltrepassando (ortiche!) sulla sinistra un colle alla destra del
  quale vi sono i ruderi di malga Pietena. mt.1920.
       Alla nostra sinistra le creste che partono dal passo Pietena
  con il monte Pietena e la Rocchetta; alla destra il Col Fontana
  dietro al quale vi sono gli enormi massi franati della Piazza del Diavolo.
       Si scorge sul fronte nord delle creste, che formano  un
  anfiteatro enorme, il sentiero militare che dal passo Pietena (a sx)
  taglia il pendio verso la Piazza del diavolo a dx .
       A Nord da sx a dx nell'ordine vediamo Cima Dodici (2265mt),
  forc. di Valon (2115mt), La Pietena (2194 mt)
        Si puo' scorgere ancora un sentiero che, zigzagando sul
  costone sud della Pietena, la risale. Probabilmente si tratta di opera militare.

       Il nostro sentiero ora andra' a raccordarsi, tagliando il
  pendio dal centro della busa verso sinistra fino esattamente al
  passo Pietena, dove vi e' un cartello indicatore.

       mt. 2086   Dalla presa di Sass Sbregà ore 3.30-4.00 circa.
                  In discesa ore 2.00 circa.
                  Acqua :torrente Stien a fondovalle
a quota 1600 (goccia-goccia)
                         Malga Busa delle Vette (15 min dal passo)

NB: Dal passo Pietena si scende in 15 minuti circa alla malga della
  Busa delle Vette (sorgente e fontana) e quindi in altri quindici
  minuti al rifugio Dal Piaz attraverso il Passo delle Vette.
       Dal passo Pietena verso nord la mulattiera prosegue molto larga
  con un tornante in direzione Cima Dodici, ma la strada, raggiunta la
  bocchetta di cresta (2110mt) si trasforma in sentiero scendendo e
  perdendosi nel versante nord, nei pressi di una caverna militare (ex
  confine). L' ulteriore discesa e' possibile seppur molto ripida.
       Dal passo Pietena verso est la mulattiera porta verso il
  rif. BOZ (circa quattro ore) , la Giazzera di Ramezza (1.30), la
  forcella Scarnia (1.45), la vicina forcella di Valon che porta in
  val Nagaoni (rif.Fonteghi) che e' raggiungibile in 15 minuti dal
  Passo, ed e' sita esattamente sulla verticale tra i ruderi di casera
  Pietena e le due lame d'acqua della busa omonima.


Antiche mappe di Pietena
Sotto: ritaglio da 'Le Dolomiti bellunesi'  Natale 1992 -  pag. 32-33  a cura di Segio Claut


  (PS: Sono state ritrovate presso l'Archivio di Stato di Venezia due mappe  di Pietena datate  1791 e stilate dall'agrimensore feltrino Giovanni Argenta,  riportate e descritte nei particolari su "Le Dolomiti Bellunesi"
Natale 1992 - pag.32 - Ricerche di Sergio Claut)
  




ALLA MALGA DI RAMEZZA ALTA PER FORCELLETTA (1535 mt.)
ATTRAVERSO VAL FRAINA E VAL DI SALADEN.
(traccia gratuita GPS disponibile sui link citati)

La guida delle Vette Feltrine cita questo percorso come traccia
molto esile e poco frequentato. Al nov.1992  il sentiero presenta
una buona traccia ed e' stato ripulito dalle mughe.
Il percorso non e'  segnalato su  terreno,  tuttavia si tratta di
sentieri un tempo utilizzati per il  transito  di mandrie, quindi
originariamente molto ampi, ora a tratti ampi ed a tratti coperti
in parte da  vegetazione,  ma  pur sempre ben  percorribili e non
pericolosi.  Il  tragitto  era usato un  tempo per  trasferire il
bestiame da malga di Saladen a malga Ramezza alta.
Questo percorso e'  complementare con quello  di forcella Scarnia
(sent.nr.804 segnato) che puo' essere un  ritorno alternativo per
compiere  un giro ad anello.
(periodo cosigliato : novembre-dicembre



  Ritaglio da Carta del Lombardo Veneto  Seiffert 1856 - toponomastica e sentieristica di allora

Attraverso  la  val  di  Canzoi,  dopo  aver   superato  di circa
duecento metri  il  ristoro  "Orsera",  sulla  sinistra  sale una
stradina asfaltata che sale in localita' Fraina bassa (mt.633).
Parcheggiata l'auto  a fianco  della strada,  si risale  la pista
forestale,  superando alcune case ed entrando nella sx orografica della val Fraina.
Alla prima diramazione si  prende  la  pista  a  destra  che sale
portando nei bei prati di  Fraina  alta  (nr.3  case, mt.713). 15 min.circa
Il sentiero che ci interessa si diparte proprio dietro all'ultima
costruzione,  (che e'  anche la piu'  alta di quota) ed entra nel
bosco diagonalmente,  dapprima quasi pianeggiante verso sinistra, in direzione sud.
Si sale nel bosco per mulattiera ben battuta e visibile;  a quota
mt.  900  circa una diramazione  si stacca a destra,  si continua
diritti  fino  ad  una sorgente  a destra  del  sentiero  a quota mt.1150 circa.
Oltrepassata la sorgente di una ventina di  metri il  sentiero e'
molto incassato nel terreno e gira a destra e qui' vi e' un bivio
con un sentiero che prosegue diritto (1 -descrizione in calce).
Si  supera  qualche  tornante  ed  a  quota  1160mt.   circa,  in
corrispondenza  di  un  tornante  destrorso e  sotto  ad  un pino
secolare, vi e' la diramazione che dobbiamo seguire. (circa 1h)
(Verso destra si perviene in circa 10  min alle  case Saladen mt.
1191, una di esse ha il tetto ancora buono, l'altra e' diroccata.
Interessanti sono i faggi secolari  che troneggiano  intorno alla
casera. Il sentiero e' ingombro di schianti al nov.1992)


Le case Saladen anni '80

Il sentiero si dirama in leggera salita,  si vede che esso doveva
essere  molto ampio,  ma  purtroppo e'  ingombro di vegetazione e
quindi bisogna stare attenti alla traccia. Esso sale con pendenza
costante e  lieve,  supera  delle  rocce  attraversando  su ampia
cengia e prosegue oltre.  A mt. 1230 circa una diramazione scende
verso valle (2  -  descriziione in calce) ma si prosegue diritti,
puntando verso un gendarme di roccia mugoso posto quasi al centro
della valle.(mt.1280)
Prima di giungere sulla selletta dietro al gendarme si oltrepassa
un colatoio bagnato,  ed un sentierino poco prima si dirama verso
valle nella valletta probabilmente sede di un lavello.
Si sale ancora ed a quota 1300  mt. sul fronte ovest della val di
Saladen,  il  sentiero  sembra  salire la pala  erbosa di destra,
verso le Pale dell'Ai:  invece bisogna scendere di  qualche metro
verso sud puntando verso un gruppo di pini proprio dove scende il
greto di  un  torrentello,  e proseguire  per la  bella  ed ampia
cengia che ci fa superare in quota dapprima e poi  leggermente in
discesa  il  fronte  ovest  della  valle  che  prima   ci  pareva
interrotto dalla fascia di rocce. (3 - Descrizione in calce)
Ora il  sentiero  sale  con ampi  tornanti  tenendosi  proprio al
centro della valle che  scende dalla Forcellina e  passando sulla
destra orografica della valle (sx) a circa 1390 mt.
Salendo  ancora per larga  mulattiera,  si perviene ad un piccolo
ripiano  posto  prorio  al  di  sotto  delle  due   forcelle  che
sovrastano (mt.1450)  al centro vi e'  un grande sasso,  che puo'
essere un riferimento preciso.
Qui'  la mulattiera e'  completamente sommersa dalla vegetazione:
guardando in  alto  ci  troviamo  a sinistra  una  forcella molto
ampia,  a destra  una stretta  forcellina  mugosa.  La forcellina
giusta   e'    quella   di   destra,   la   piu'   stretta,   per
intenderci.(direzione ovest, dal grande sasso)
Bisognera' puntare direttamente verso di essa cercando di passare
dove la vegetazione e'  minore,  tenendo presente che il sentiero
sale diagonalmente da sin.  verso destra,  dal centro della valle
verso la  forcelletta,  passando  ad  un  decina di metri  da una fascia di rocce.
Circa 50  mt. di quota piu' in alto il sentiero ci appare ancora,
e man mano che ci si avvicina alla forcellina esso diviene sempre
piu' ampio ed evidente.
(Questi 100 mt. finali sono purtroppo il tratto meno evidente per
l'orientamento,   mentre  il  resto  del  percorso  non  presenta
problemi;bisogna fare attenzione.)
Si  perviene  alla  Forcelletta   di  q.1535.   Essa  e'  mugosa,
frontalmente,  sul versante  opposto,  ci  si  presenta lo Scalon
delle  Vette,  lateralmente le rocce che scendono  dalla Punta di
Boscolungo (a sx) e dalla pala dell'Ai (a dx).

  


  Tratto superiore della Forcelletta da est

Si scende nel canalino ghiaioso del versante di  Val Fratta, esso
inizialmente e'  un  po'  ripido,  ma  il sentiero lo  scende con
stretti  tornanti  fino  ad aggirare,  circa cinquanta metri piu'
sotto, una roccia sulla destra.
Si prosegue  con  pendenza  moderata  per  sentiero  largo  e ben
tracciato,  aggirando il costone ovest delle Pale dell'Ai fino ad
intravedere la Casera di Ramezza Alta e la sua malga diroccata.
Si  traversa  ancora  in  mezzo alle  mughe in  discesa.
A quota mt.  1310 circa vi e' il bivio del sentiero che verso sud
porta  a malga Ramezza bassa  (mt.1148).
Si  sale leggermente fino ad  attraversare il greto  del torrente
che scende dal Sasso  Scarnia (grande masso triangolare)  a quota 1440 mt.
Attraversato il greto,  in breve si sale il prato  che porta alla
malga Ramezza  Alta sita davanti ad  un grande roccione  .( quota mt.1485).
La malga e' stata ristrutturata (tetto) nel 1990.

NB: Dalla malga,  verso nord,  si diparte il sentiero nr.  803 per il
bivio di Sasso Scarnia di quota 1950,
Dalla  malga diruta  a sud-ovest di  malga Ramezza,  in quota, un
sentiero oltrepassa  il  costone  e  sale  verso  la  Giazzera di Ramezza.

Dislivello in salita circa mt.900
Ore 3.45 circa. (in discesa circa 1.45)
Acqua: prima del bivio di cas.Saladen a mt. 1050.

NB:  Le carte IGM e le carte Tabacco riportano in modo  errato il
sentiero che sale dal fronte di val Saladen sotto le Pale dell'Ai
fino  alla  Forcelletta.  (infatti sembra che si  debba mantenere
sempre la sx orografica).
In effetti il sentiero scorre sulla sx orografica nella sua prima
parte, poi sulla dx orografica e solo a 100 mt. dalla
forcella ritorna sulla sx.

(1)  Dalla  sorgente  si  prosegue  diritti  senza  effettuare il
tornante incassato nel terreno e si sale fino  all'altezza di una
fascia di  rocce (3-4  metri).  Si prosegue  sotto di  esse ed in
discesa si perviene ad uno spiazzo con lavello (sorgente).
(q.1000 mt. circa)
Proseguendo ancora in discesa,il sentiero  oltrepassa la valletta
di Saladen e taglia  la costa di Boscolungo  ricongiungendosi con
il sentiero che sale la val Lunga.

(2)  IL sentiero scende in diagonale con molti tornanti , coperto
dalla  vegetazione ma  si  capisce che anticamente  doveva essere
molto ampio. Scende fino al lavello di cui alla nota sopra.

(3)  Volendo  evitare di  percorrere la cengia,  ad esempio causa
neve o ghiaccio, si puo' salire una cinquantina di metri verso il
costone che scende  dalla Pala  dell'Ai  (nord)  a  destra  e poi
attraversare  dapprima  in salita e poi in  discesa la  fascia di
rocce tenendosi al di sopra di  esse  di circa 40  mt. e puntando
poi al centro della valle (ometti, traccia).




SALITA A FORC.SCARNIA E BIVIO DA VAL CANZOI
   (traccia gratuita GPS disponibile sui link citati)

    Sent. nr. 805-804-803-
    Dalla Val di Canzoi, di fronte alla centrale elettrica che
sorge in fondo alla valle, sulla sinistra, sale la val Neva.
    Questa e' la valle che bisogna risalire per giungere alla forc.Scarnia.
    Di fronte alla centrale elettrica sale una stradina sterrata
che porta fino a case Cansech (750 mt.) dove vi e' un divieto di
transito poiche' la strada prosegue solo per uso forestale.
   (Dopo sette tornanti, a quota 870 mt, sul tornante c'e' un bivio
che prosegue verso sinistra nella valle e sale per la casera Zoccare'
basso. da qui' il sentiero prosegue verso il rudere di Zoccare'
Alto, ma la strada militare e' molto piu' agevole. )
    La strada prosegue con pendenza agibile dai fuoristrada ed
attraverso innumerevoli tornanti si restringe a quota 1050 mt. dove
continua come ottima mulattiera, mantenendosi sempre sulla destra
della valle, salendo.
    Si tratta di opera di guerra costruita per rifornire le
postazioni militari del Colsento, delle creste del Zoccare' alto e
della forcella Scarnia.
    Subito dopo che la strada e' divenuta ampia mulattiera, si
incontra a sinistra un bivio con cartello indicatore. mt.1140.
    Noi abbandoniamo la mulattiera che sale a destra con un
tornante (nr.805), e seguiamo il sentiero nr. 804 che scorre in
piano tagliando una ripida costa ed aggirando la valle delle Grave
che lasciamo sulla destra;
    oltrepassiamo le rocce che separano la val Neva dalla Valle
delle Grave (in cima alla quale c'e' il passo Finestra)   con un
ponticello ancora robusto costruito in legno, fino a portarsi sulla
spalla boscosa che precedentemente avevamo sul lato sinistro.
    Sulla spalla boscosa di faggio vi sono alcune piazzole
perfettamente pianeggianti, forse si ergevano delle baracche,
(mt.1200) ed il sentiero punta ora verso ovest giungendo ad un punto
in cui esso e' interrotto da una frana che bisogna aggirare sulla
destra. Sopra alla frana, a quota 1323 mt vi sono i ruderi di casera
Zoccare' alto che pero' sono al centro di una intricatissima vegetazione di pini.
    Si puo' notare al di la' della valle una altra frana: sul suo
margine destro, in mezzo al fittissimo bosco di pini si erge malga Scarnia.


 Malga Scarnia anni '80

    Superata la frana il sentiero effettua una ampia svolta a
sinistra e sulla curva rocciosa (siamo sotto alle rocce del Sasso
Scarnia) vi e' una sogente perenne. mt.1310

NB: Da questa curva, una traccia sale per i ghiaioni verso le
creste del Zoccare', in mezzo al vallone, perdendosi dopo duecento
metri di dislivello. Quasi certamente porta nelle vicinanze della
forcella che separa il Sasso Scarnia dal Zoccare' Alto, ed era un
sentierino di rifornimento per l'acqua, durante il periodo
del primo conflitto mondiale.

    Dalla sorgente, in breve, proseguendo dapprima per terreno
roccioso e poi per un fitto bosco di pini, si giunge alla casera di
Scarnia, in ottime condizioni anche la stalla e la costruzione
principale. La malga  non e' visibile dai dintorni in quanto e'
sommersa dai pini.  mt. 1306.
    Per riprendere il sentiero che sale alla forc. di Scarnia
bisogna tornare indietro per circa cento metri fino ad una piccola
fornace di pietra e li' fare attenzione perche' il sentiero devia
obliquando leggermente a destra e punta diritto al centro del
vallone che scende dalla forc.Scarnia mantenendosi sul versante destro.
    Solamente in alto attraversa il vallone fin sotto alle crode e
con una serie di tornanti guadagna rapidamente quota fino ad
arrivare in forcella. mt.1599.
    Da qui' il sentiero verso Val Fratta porta in 15 minuti alla Casera Ramezza Alta.

    Ore 3 dalla Val Canzoi.
    ore 1.45 percorso inverso.
    acqua: Sorgente prima di  Malga Scarnia
Sorgente 5 min verso casera Ramezza Alta

NB: Nei pressi della forcella vi sono delle piazzole di chiara
origine militare. Prendendo il sentiero che sale in mezzo ai mughi,
in circa 30 minuti si perviene al bivio con il sentiero 801. Il ramo
di sinistra porta al passo Pietena in circa 1.40 ore mentre il ramo
di destra porta verso le creste del Sasso Scarnia ed
al rif. Boz in circa 2.30 ore .

    Ore 3.30 da Val Canzoi.
    Percorso inverso ore 2



DAL BIVIO SOPRA FORC.SCARNIA-(sent.801-803) AL RIF.BOZ
 (traccia gratuita GPS disponibile sui link citati)

Il Bivio incrocia sulla spalla mugosa a sud del Sasso Scarnia
quota 1850 mt. duecentocinquanta metri sopra alla forcella.
Nei pressi del bivio, se la stagione non e' secca si possono
trovare alcune piccole sorgenti di acqua.(segnavia CAI)
Dal bivio il sentiero aggira verso sinistra lo spigolo sud del
Sasso Scarnia sempre mantenendosi alla stessa quota (1850 mt.
circa) per un sentiero di origine militare .
Esso scorre poi lungo la cengia di mughi che taglia parte del
versante est della montagna.
Dopo circa 15 minuti di cammino ci appare la parete est del Sasso
Scarnia che sembra sbarrare definitivamente il passo al sentiero.
Invece il sentiero prosegue ardito e sempre ben battuto salendo
per una cengia rocciosa ed una spalla molto pendente che in un
primo momento non sembra percorribile per effetto della prospettiva.
Il sentiero sale la spalla con molti stretti tornanti piuttosto
ripidamente superando una grande caverna che puo' offrire riparo dalla pioggia.
In breve si arriva sulla cresta del Sasso Scarnia a quota 2020
che e' la massima quota raggiunta dal sentiero; qui' vi e' una
grande terrazza rocciosa ed e' un ottimo punto di sosta. ore 1 dal bivio.

Si prosegue per la cresta molto aerea (il sentiero e' tutto
scavato sulla roccia) con panorama sia sul versante di Primiero
che su quello della val di Canzoi; si supera un passaggio
attrezzato con corde metalliche e quindi il sentiero, sempre
molto ben battuto ed abbastanza largo, scende con molti tornanti
tenendosi sul versante di Val Canzoi ed a volte in cresta.
(i tornanti sono visibili chiaramente dal passo Finestra)
I tornanti fanno perdere circa 50 mt. di quota e portano sotto ad
una lastra di roccia molto liscia ed inclinata anche questa ben
individuabile dal passo Finestra.
Si scende poi una scalinata completamente intagliata nella roccia
dai costruttori del sentiero (Genio Militare Italiano) che
percorre una crestina molto aerea.
Si superano ancora due passaggi attrezzati con corde metalliche e
quindi il sentiero, tagliando il costone del Zoccare' Alto
giunge al passo Finestra in leggera salita e con qualche piccolo
saliscendi.Prima del passo il bivio per Val Canzoi. (segnavia CAI)
Dal bivio ore 2.00-

Dal passo Finestra (1730 mt)si puo' vedere a nord il Sass de Mura
e, sotto, i prati dove sono site le malghe di Neva e Nevetta, con il Rif.BOZ.
A sud il M.San Mauro ed a sud.ovest il Sasso Scarnia ed il M.Ramezza.
Dal passo Finestra la mulattiera dapprima scende verso i pascoli
di malga nevetta e poi risale per prati e bosco di abeti fino al Rif.Boz. Ore 0.30-

Dal bivio ore 2.30 dal rif.Dal Piaz ore 4.30
Non c'e' acqua lungo il percorso.


NB:Il sentiero fu costruito dal Genio Militare Italiano per
permettere il collegamento tra le Vette Feltrine e le postazioni
di artiglieria del Colsento . Il confine
austroungarico correva sotto le creste percorse dal sentiero,
versante di Primiero.Tutte queste linee difensive venivano
rifornite di munizioni dal forte di Col Perer sopra Arsie'.
Questo sentiero agibile ai soli soldati e non ai muli,
pur essendo sempre ben largo e battuto, tuttavia e' molto esposto
ed aereo; richiede attenzione e tranquillita' in ogni suo
passaggio poiche' uno scivolone sicuramente sarebbe fatale.
Come difficolta' puo' essere paragonato ad alcune vie ferrate
delle Dolomiti e non sarebbe da escludere una sicurezza con corda
in alcuni passaggi in cresta per bambini o persone poco sicure.



DAL PASSO PIETENA ALLA FORC.SCARNIA

   Sentiero nr.801-
La traversata e' quasi tutta sopra i 2000 mt di quota.
Taglia la busa di Pietena-la Piazza del Diavolo-la busa di Ramezza.
    Dal passo Pietena mt.2086 si prosegue per la strada militare
verso est in leggera discesa. (NB:Dal passo Pietena parte anche il
sentiero  816  che  scende  direttamente dal  passo  tagliando il
pendio in direzione del centro della busa di Pietena: esso scende
lo  scalon omonimo  fino alla valle di  S.Martin e  Vignui in ore 1.45).
    Si prosegue poi in piano e si puo' notare dopo 15 minuti di
cammino  sulle   creste  di   sinistra   il   passo   del  Vallon
contrassegnato con evidenti segni rossi.  E'  a quota 2061 mt. ed
il  sentiero  733  che  da  li si diparte scende  in  ore 1.40 al
rifugio Fonteghi.  mt.1100      presso il lago artificiale di val Noana.

In  corrispondenza della forcella,  giu'  nella busa di Pietena ,
si possono notare due lame di acqua ed i ruderi di malga Pietena.
Si prosegue per la strada superando la cresta del col Fontana
e,  tenendosi sotto le rocce delle creste , si arriva  a tagliare
la Piazza del Diavolo nella sua parte piu' alta.
    La Piazza del Diavolo e' una grande frana dovuta allo
slittamento  degli strati  di  roccia  che si  sono ribaltati nel
vallone sottostante.  Si puo' notare distintamente  attraversando
detta zona come siano molto lisci gli strati di roccia su  cui si
cammina e da dove e'  avvenuto il cedimento  forse in seguito ad un sisma.
    La Piazza del Diavolo era conosciuta sino in epoche lontane,
vi sono degli  scritti risalenti al  1557  (Le Alpi Feltrine ) in
cui  si  parla di  persone "morte  stecchite  nella  piazza delle streghe".
    Alla piazza del Diavolo vi e' un cartello indicatore messo
poiche' parecchie persone, per errore, proveniendo da Ramezza,
invece di proseguire in piano, scendevano verso Col Fontana....
      Superata  la  Piazza  del   Diavolo   si  perviene  ad una
forcelletta,  che si  costeggia,  la quale permette uno splendido
panorama sulla zona del Primiero.  Da qui' e' possibile vedere la
cima del M.Ramezza con  il suo brutto specchio  riflettente posto
sulla vetta ed usato per ponti radio pubblici. (anno 1978)
     Si risale la costa erbosa in direzione del  M.Ramezza e poi
si taglia   il colle erboso appena salito rimanendo  sul versante
nord  ,  giungendo  ad  una forcellina  dalla  quale  il sentiero
comincia a scendere con qualche tornante  nella ghiaiosa  busa di
Ramezza che si taglia marginalmente scendendo in direzione est.
     Oltrepassato  il  costone  est  della  busa  di Ramezza, il
sentiero  diviene pianeggiante  e si  incrocia  il  bivio  per la
Giazzera che e' ben segnato e visibile (vi sono due grandi ometti
a mo'  di pilastrini al suo imbocco).  mt.1985 ore 1.00 dal passo Pietena.
    Il sentiero che scende alla Giazzera e' segnato con segni
rossi.Vi si perviene in 15 min.
    Da questo bivio si puo' notare in basso direzione est la
diramazione dei sentieri 801 verso le creste di Scarnia che corre
in piano ed 803 che scende tra i mughi verso forc.Scarnia
     Continuando  per la  mulattiera che  scende con tornanti in
mezzo  ad  un paesaggio ora  roccioso e ghiaioso,  si perviene al
bivio che avevamo visto prima dall'alto   in circa 20 minuti. Nei
pressi del bivio se  la  stagione  non  e'  secca  ci  sono delle
piccole sorgenti di acqua.  mt.1850. dal passo Pietena ore 1.20.
     Si prende  il  sentiero  in  discesa (803)  che in circa 20
minuti ci porta a forcella Scarnia in mezzo ai mughi. mt.1599
    Complessivamente ore 1.40 dal passo Pietena.
    Non c'e' acqua sul percorso.

NB: A sud della forcella vi e' il M.San Mauro.
    Da forcella Scarnia e' possibile ammirare a sud i pascoli di
Ramezza alta con la Val Fratta che discende in ore 1.30 fino alla
valle  di  S.Martino.  A circa 15  minuti scendendo  verso la val
Fratta si trova la casera di Ramezza alta che puo' offrire ottimo riparo.
    Verso est scende una mulattiera che in 1.45 porta in val di
Canzoi.  Anche per questo vallone,  scendendo  circa 20 minuti,
con una piccola deviazione  a destra   si incontra la  casera di
Scarnia che offre ottimo riparo.Sorge in mezzo ad un fittissimo
bosco di pini; l'acqua si puo' trovare sulla valletta rocciosa
che scende dal Sasso Scarnia, a nord della casera.



DA MALGA RAMEZZA ALTA ALLA GIAZZERA DI RAMEZZA

Percorrendo l'Alta via nr. 2 oppure giungendo alla Casera di Ramezza Alta
od allla Forc. di Scarnia e' quasi d'obbligo, conoscendo la zona, la visita
alla Giazzera di Ramezza ed al Covolon Sfondra'.
Purtroppo la zona si trova in piena riserva integrale del Parco
delle Dolomiti Bellunesi e cio'  significa che non e' possibile entrare in
tale zona se non tramite i sentieri autorizzati. Questa e' una grande
limitazione per chi frequenta queste zone da una vita, ma comunque la cosa
e' accettabile, purche' ci venga indicato quali sono i sentieri autorizzati e quali no.
Nel frattempo, non conoscendo queste decisioni, penso non sia un reato
descrivere questo percorso.

Il percorso e' anche chiamato Scalon di Ramezza.
Il percorso non e' segnato. Anticamente il percorso era una
buona mulattiera ed era usato per il pascolo sui prati nei
dintorni del passo Ramezza. Si svolge in mezzo alle mughe sino alla Giazzera.

 


Il circoletto localizza la Giazzera sulla dx orog. del valloncello - a sx la traccia per le cengie

I ruderi della pendana della malga di Ramezza Alta presentano
sulla loro sinistra alcuni grossi macigni di roccia.
Da questi ci si alza di circa cinque metri e si traversa verso
sud in piano tra la vegetazione fino ad arrivare ad una radura
ghiaiosa (ometto) proprio sulla costa del canalone che scende dal
vallone della Giazzera.
Proseguendo proprio sul filo della crestina e poi leggermente
nel lato interno al vallone, tra fitte mughe che pero' sono
state tagliate lasciando appena possibile il passaggio, si sale
fino sotto alla parete rocciosa di destra (sin orogr.) del vallone.
Si traversa fino a rimontare la crestina che si sviluppa proprio
al centro del vallone e la si sale per circa 50 mt.
Salendo per terreno sassoso e ghiaioso fino alla dx del vallone,
si supera un salto di roccia salendo da sin. verso destra e si
riprende il sentierino in mezzo alle mughe al centro del vallone.
A quota 1730 circa si supera una fascia di rocce traversando
sotto ad esse verso dx e quindi rimontandole per sentiero.
Si traversa verso sx sopra alle rocce per largo sentiero che ben
tracciato porta fino alla Giazzera (mt. 1800 circa)
L'antro si apre sulla parete rocciosa a sin. e si vede solo
all'ultimo momento. Presenta normalmente un salto di circa 2 mt.
per arrivare al cono di neve.
(ore 1 circa da malga Ramezza Alta)

 


Imbocco esterno e vista interna della Giazzera di Ramezza

Dalla Giazzera, salendo per prati si giunge al Covolon Sfondra'
chiamato cosi' perche' e' una grande caverna in discesa la cui
volta e' franata in piu' punti cosicche' lascia una finestra
al cielo. Esternamente la caverna e' recintata con un muretto
in pietre, probabile antico recinto per il bestiame.
Nei pressi del Covolon Sfondra' vi sono i ruderi di una casera
probabilmente ricovero di pastori.  (mt. 1870)

 
All'interno del Covolòn Sfondrà



Dalla caverna traversando a sinistra, verso nord, si sale fino
ad incrociare la mulattiera che collega il rif. Dal Piaz con il
rif.Boz. (molti ometti, terreno carsico )  (mt.2040)
Il bivio e' sito proprio qualche metro ad est della cresta rocciosa
che cala dal M.Ramezza verso sud ed e' indicato con due pilastrini fatti con pietre.
(ore 1.40 circa da malga Ramezza Alta)

NB: A causa della difficolta' che puo' esistere nell'individuare
   esattamente la traccia nei pressi della malga di Ramezza Alta,
   e' consigliabile scendere alla Giazzera dal sentiero alto n.801
   proveniendo dal rif. Dal Piaz o da forc.Scarnia.

  
Bivio superiore per scendere al Covolòn Sfondrà e Giazzera di Ramezza (ometti)



ALCUNE NOTE STORICHE SULLA GIAZZERA DI RAMEZZA

Durante  il  primo conflitto  mondiale  la  Birreria  Pedavena di
Pedavena (Feltre),  era stata oggetto di prelievo di macchinari e
di  tutto  cio'   che  poteva  servire  per  l'industria  bellica
austriaca. Questo 'prelievo' interruppe la produzione di ghiaccio
che  serviva   per mantenere la  birra a bassa  temperatura  e fu
cosi' che nel 1921 l'industria stipulo' un contratto di fornitura
del ghiaccio con undici persone di Lasen.
Costoro conoscevano bene le zone di Ramezza ed avevano portato in
loco un funzionario della birreria che  pote' constatare l'enorme
quantita' di ghiaccio che poteva essere asportata dalla Giazzera.
Il contratto prevedeva  la fornitura di quattrocento  quintali di
ghiaccio alla pesa pubblica di Pedavena per il mese di Luglio.
Il compenso era lire 4000, l'accordo era rinnovabile per agosto.
La fatica per fare quel lavoro fu davvero grande!
Il ghiaccio era segato con seghe da boscaiolo e staccato con leve
metalliche,poi veniva issato alla superficie con corde  e da qui'
caricato  sulle 'musse'  (slitte  con pattini  di  legno). Veniva
avvolto in sacchi e riparato dal calore con rami di mugo. Poi era
fatto scendere a valle frenato o trascinato a seconda  del pendio
e caricato poi su carri alla  valle di S.Martino.  Buona parte si
scioglieva per strada.....e su di nuovo!
Giovanni De Paoli, uno degli 'undici' aveva raccontato a  S.Claut
tutta  la storia,  che fu pubblicata dallo stesso  su Riv.Mensile
del  CAI  del  1974,  cui  seguirono  altre  pubblicazioni  molto interessanti.
Sicuramente  errata la storiella secondo cui  il  ghiaccio veniva
issato con una gabbia  di  ferro ed  argano  e poi  trasportato a
valle mediante teleferica!
Infatti la gabbia di ferro e l'argano,  servirono ad un gruppo di
'intrepidi' esploratori che, scesi nel primo plateau della caverna,
rinunciarono a riportarsi  indietro la ferraglia,  forse pensando
di ritornare piu' avanti nel tempo. Essi ribattezzarono la grotta
con il nome di -Grotta Mussolini-.
Il nome  pero' stento'  a  prender piede  tra i Valligiani....e la
ferraglia e' ancora laggiu'!


I nomi degli 'Undici' della Giazzera di Ramezza':

Giacomo Perotto    Giosue' Miniati    Giuseppe Brandalise
Angelo  Perotto    Costante Boz       Fedele Marchesan
Davide D'Agostini  Luigi De Paoli     Umberto De Paoli
Giovanni De Paoli        (Manca purtroppo un nome!)



SCENDENDO LA VAL FRATTA DA FOR. SCARNIA ALLA VAL DI S.MARTINO
Sentiero nr. 803-

Dalla forc.Scarnia (mt.1599) con ottima segnaletica del CAI di
Feltre si scende tagliando un pendio di faggi e pini fino a sbucare
nel grande pascolo di Ramezza Alta ben visibile dalla forcella.
Si scende dapprima al centro della valle poi si scende
tagliando alla sua destra e dinnanzi ad un enorme masso e' sita la
casera di Ramezza Alta che offre ottimo ricovero perche riadattata
dopo la distruzione del 1944. (mt.1485)
La casera non e' visibile dalla forc. Scarnia.

    NB. Dalla casera  si diparte il sentierino che sale la
forcelletta (mt.1535) traversando in quota verso est al di la' del
canale della val Fratta e correndo inizialmente quasi parallelo ad
essa sulla sinistra orografica tagliando una banca di mughi.
    Il sentierino a quota 1425 mt si biforca e la diramazione verso
valle scende alla malga di Ramezza bassa mantenendosi sempre sui
costoni della sinistra orografica (mt.1149)

    Si scende ancora verso destra della valletta fino ad incontrare
i ruderi delle stalle di Ramezza. (mt.1463)

    NB. Dai ruderi, traversando in piano a sud si perviene
all'imbocco del canalone di mughi che sale alla Giazzera, superando
un dislivello di cica trecentocinquanta  metri. Il sentiero e'
appena visibile e bisogna fare attenzione alla traccia. Piu' in
alto e' marcato molto meglio.

    Il sentiero scende ora da Ramezza alta sempre alla destra
orografica della val Fratta perdendo quota rapidamente e molto ben battuto.
Si incontra anche un ricovero di fortuna composto da una
tettoia, due panche di legno recentemente costruite ed un focolare
ricavato da due grandi massi molto vicini tra di loro; vi e' legna
in abbondanza ed e' un ottimo ricovero in caso di pioggia. (mt.1150)

NB:La  Ramezza Bassa e' anche raggiungibile da suddetto ricovero in legno
      passando in piano sotto un roccione verso EST  e ricongiungendosi  con il
      sentiero molto ampio ed anticamente segnato che la raggiunge.     
    
Si cala per buona mulattiera incontrando il bivio con il sentiero
che porta a Ramezza Alta a m.1040. Esso si stacca verso nord-est in salita.

  



Si contunua a scendere la valle fino a passare sulla sinistra
ografica in prossimita' di un torrentello (acqua), e da qui' in
breve al bivio della valle di S.Martino. Segnavia del CAI che indica
verso destra i sentieri 812 ed 816 dello scalon delle Vette e dello
Scalon di Pietena. -bivio a mt.700 -

    NB. da quota 1020 mt. in direzione est si diparte un sentierino
           che, superati dei ruderi, punta verso una elevazione quotata 1291
           mt. e sale verso i prati di S.Mauro per poi aggirare il monte fino
           alla Chiesetta omonima.
         Altra traccia si diparte da quota 850 local. Grassuretta verso est
           e si congiunge  con la precedente a quota 1200 mt.

    Ore 1.20 da forc.Scarnia.
    Ore 3.00 per il percorso inverso
    acqua: al torrentello di quota 800 mt.


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