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Pavione - Piumovimento dalle Dolomiti

Escursioni e curiosità storiche con testi di Gian Garzotto
(Sito parzialmente in costruzione)
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Pavione

Dolomiti > Dolomiti Feltrine > Vette Feltrine
     DA AUNE AL PASSO DEL PAVIONE PER SCALON DI S.ANTONIO
Sent.810

     Dal passo Croce d'Aune entrando nel paese di  Aune  (891 mt)
vi e', in discesa, prima del ponte della Val Masiera, una piccola
chiesetta posta sulla destra della strada.



     Tra  la chiesetta  ed il bar -Alle Oche-  vi e'  una stretta
stradina  che sale  la destra della Val  Masiera (sin.orografica)
dapprima asfaltata, poi come pista forestale.
     Si segue la  pista forestale per circa 30  min.  fino  ad un
bivio: seguire la strada di sinistra fino a che la strada con una
ampia curva si porta sull'altro versante della valle (due casere)
e perviene  ad  un altro bivio.  La strada a  sinistra in discesar porta
nuovamente  ad  Aune,  seguire la diramazione di  destra in
salita.  Si oltrepassa  un  prato con  un  fienile  (a  sx)  e si
perviene ad un bivio dove una mulattiera con segni rossi prosegue
diritta e la pista forestale sale ripida a sinistra.
Entrambe  le  vie portano poi  a  congiungersi  in  alto sul
ghiaione che scende dalla valle.


 Il Valon di Aune con la traccia del sentiero dello Scalon di S.Antonio

Il sentiero di dx taglia un prato in fondo al quale vi e' una casera
diruta (mt.1225). Si entra nel bosco a dx e si sale con numerosi
tornanti per mulattiera ben battuta fino a portarsi nel ghiaione che
scende dalla Val di S.Antonio. Questa e' la diramazione meno faticosa.       
(Prendendo la diramazione di sinistra, dopo breve si incontra
un bivio: un sentiero punta ripido  a sinistra verso la montagna,  (*)
andando diritti e meno in pendenza  si sbuca sul  ghiaione, (questa e'
una scorciatoia per la discesa).  Si risale il ghiaione  sulla sua
sinistra per un sentiero tipico dei ghiaioni (un  passo avanti ed
uno a vuoto...)  e  solamente a  meta'  ghiaione  il  sentiero
attraversa  in  diagonale  portandosi    sul  versante  destro  e
congiungendosi  con la  mulattiera  ben battuta e segnata  di cui
precedentemente avevamo incontrato l'inizio.)


  Il 'Cavalier', ardita guglia alla sinistra del vallon di Aune - sorgente sotto le rocce

     Si risale il vallone verso un evidente ed insolito boschetto
di pini in mezzo alle crode.  (sulla sx una guglia  ardita -IL CAVALIER-
ed una cascatella  di  acqua)  La  prospettiva non  lascia  intuire dove
potrebbe  essere  il  passaggio,  invece esso esiste  ed e' molto
comodo: si giunge ad una grande grotta e qui' si gira bruscamente
a sinistra,  abbandonando il  vallone  ed  aggirando  un torrione
roccioso fino a portarsi  sulla sua selletta  nord. (ottimo puntor di sosta)
     Si  sale  ancora  per comoda  mulattiera  fino  al  passo di
S.Antonio.   Anche  questo  e'  un  buon  punto  di  sosta  molto
panoramico.(1807  mt)  Vi  e'  una lapide con  una invocazione al
Santo per tutti  i viandanti ed  una lapide in ricordo  di Renzo,
fissata dagli amici di Aune.
(*)   Seguendolo si giunge per ripidi prati verso un acquedotto che
        permette di risalire per infissi metallici fino all'altezza della
       casera diroccata sita dove l'itinerario dello scalon sbuca sui prati.
 
    
     Qui  termina  la  bella  mulattiera  ed  inizia   il  tratto
-alpinistico-  che pero'  e'  molto  ben  attrezzato  e  lungo un
centinaio di metri chiamato 'lo scalon'.
     Si attraversa in quota verso destra  per circa  trenta metri
per un  bel sentierino  sopra ai  baranci  fino  ad  imboccare un
canalino  di  roccia  che sale  verticalmente.  Seguire  la corda
metallica che ininterrottamente porta fino  al  prato sovrastante
dove   c'e'   ancora   l'infisso   di  una   vecchia  teleferica.
(probabilmente  veniva usata  per trasportare i carichi  oltre lo
'scalon'  anticamente). Dalla sommita' dello 'scalon' si scorgono
le opere radio del m.Vallazza.
     Sul prato sopra  allo  'scalon'  vi  sono  i  ruderi  di una
casera.  Si  prosegue  ora verso  i  ruderi  ed  attraversando la
valletta da sinistra verso destra seguendo la traccia ed i segni,
si punta verso una croce di  legno posta  sul  margine  del prato
dove sorge la malga di Monsampian (mt.1902).


La malga di Monsampian

NB: Dalla malga verso Sud-Ovest si diparte ben largo e battuto
       il sentiero che porta a Malga Vallazza a mt.1900 ad ovest della
       cima omonima. Da qui' per mulattiera si puo' scendere a Servo
        oppure effettuare un giro ad anello ritornando ad Aune
per il "Bosco Tos".

     La malga e'  in buone condizioni ed  ha il tetto  in lamiera
che ripara bene dalle intemperie.  Presso la malga, a sinistra di
essa  salendo,  un palo con dei cartelli  segnaletici indicano le
varie direzioni ed i tempi  di percorrenza:  ore 1.30 per rif.Dal
Piaz, ore 1.15  per cima M.Pavione , ore 1.15  per rif. Vederna.
    Fino a qui' ore 3 circa
    
     Si  prosegue  per la  mulattiera verso il Passo  del Pavione
(mt.2057)  che separa  la  cresta  del M.Vallazza  (sinistra) con
quella del M.Monsampian  (destra).  La mulattiera  porta al passo
tagliando in diagonale i pendii del M.Vallazza da  sinistra verso
destra in circa 30 minuti.
     
    Da Aune circa ore 3.30-4
    Dislivello: mt.1150 circa.
     acqua: a meta' vallone di Aune sulla sinistra a 5 min dal sentiero.

    
     NB:  Dal passo del Pavione  si giunge sul M.Monsampian  e da
qui' per creste al M.Pavione in circa 30-40 minuti.
     Si puo'  notare la strada militare (sent.810)  che aggira la
busa di Monsampian e fa  pervenire al  rif.Dal Piaz  in circa ore 1.30
     Dal  passo si  vede  il  sentiero 736  che scende alla malga
Agnerola e poi giu' fino ai pascoli di Vederna (circa 1 ora) , ed
appena  sotto al  passo,  (ometto)  il  bivio per  le  cengie dei Piadoch.


Ritaglio da Carta del Lombardo Veneto Seiffert 1856 - interessante la toponomastica



    CRESTE DELLE VETTE GRANDI COL DI LUNA M.PAVIONE
Sent.817

    E'  tutto il sistema di creste sovrastanti i circhi glaciali
della Busa Grande ad est, del Circo dei Piadoch a nord delle buse
di Monsampian e Cavaren ad ovest.
    La descrizione inizia  dalla Forc.delle  Vette Grandi  a tre
minuti  di  cammino dal  rif.Dal  Piaz  e  termina  al  passo del Pavione.
    Il  sentiero  e'  molto battuto,  sempre  segnato, di grande
panoramicita',  unica  attenzione:  NON  PERCORRERLO  in  caso di
imminenza di temporali:  in questo caso calare subito a valle per
i  versanti ad ovest che sono tutti percorribili.

 
        


    Si  sale  a  sinistra  prima del  Passo  delle  Vette  Grandi, sul
versante sud-ovest della cresta per un sentiero che sale dapprima
la costa,  poi segue il filo di cresta fino alla cima delle Vette
Grandi (mt.2130).  Si prosegue per il filo di cresta per sentiero
sempre  molto comodo  ed  in  discesa  fino  alla  forcella delle
Cavalade  di  Cavaren (mt.2060),  un  passo  erboso  e  con molti
avvallamenti carsici. (Qui' vi e' la possibilita' di scendere sia
verso ovest    verso la strada che dal passo del Pavione porta al
Rif.Dal Piaz per la busa di Cavaren,  sia verso est  in direzione
della malga della Busa Grande  delle Vette congiungendosi  con la
strada militare che sale il passo Pietena.)
    Ora si sale il crinale che porta al Col di  Luna tagliandolo
in diagonale da destra verso sinistra  per un  ghiaione fino alla
crestina dove si incrocia  un sentiero (mt.2100)  che la percorre
proveniente dal basso.  (Usato prevalentemente per discesa rapida per ghiaione)
Si prosegue in cresta ed in  salita verso destra e si perviene sulla
sommita' del Col di Luna ( mt.2295).
    Dalla cima del Col di Luna,  verso nord-est lo  sguardo puo'
seguire le creste dei Piadoch   ed oltre la rocciosa cima Dodici.
La strada che si   vede sotto alla Cima Dodici e'  nei pressi del Passo Pietena.
    Verso  Ovest,   vicinissimo,   il  M.Pavione  con  il  cippo
trigonometrico  visibile  assieme   alla  lapide   degli  Alpini.
Distaccato da esso, piu' a sud, il M.Monsampian, leggermente piu' basso di quota.
    Si scende tagliando la costa del Col  di Luna e poi  giu' in
cresta fino  all'avvallamento  che lo  separa  dal  M.Pavione: si
noti, sulla  spalla sud del M.Pavione, il bellissimo ghiaione che
scende a sud nella busa di Cavaren e che funge  da  scorciatoia o
scappatoia in caso di temporale. Si risale il crinale verso ovest
e si perviene in vetta al M Pavione (mt.2335)

    Sulla  vetta  vi  e'   un  cippo  a  base   triangolare  per
misurazioni trigonometriche.  E' stata posta una lapide a ricordo
degli alpini dei Battaglioni M.Pavione,  Feltre e V.Cismon caduti in guerra.
    Dalla vetta del M.Pavione si  possono  scorgere  le maggiori
vette   dolomitiche;   e'   interessante  notare  la  miriade  di
sentierini fatti dalle  bestie  sui  versanti  a  nord,  la forte
presenza di animali su questa cima si  puo'  notare dal fatto che
e'  impossibile  trovare un  metroquadro  di  terreno  pulito per potersi sedere.
    Le cengie dei Piadoch,  in basso a nord-est sono visibili in
tutta  la  loro  bellezza  ed  e'  interessante  notare  come una
valletta rocciosa a nord del Col di  Luna,  dal Circo dei Piadoch
verso la Val di Stua   non sia difficilmente percorribile, questo
lo si puo' intuire anche percorrendo le cengie stesse.
    Dalla cima del M.Pavione in breve si  raggiunge la  cima del
M.Monsampian (notare in basso  a nord il tubo  dell'acquedotto di
malga Agnerola che taglia  i ghiaioni)  e da qui'  per sentierino
che scende verso ovest si perviene sul filo  di  cresta del Passo
del Pavione. (circa 15-20 min dalla cima)

    ore 2-2.30  circa dal rif.Dal Piaz
    Dislivello circa mt.490 in salita - mt.430 in discesa.
    non vi e' acqua sul percorso

    NB:  dal Passo del Pavione in ore 1.30 si ritorna al rif.Dal
Piaz,  in  ore 2  circa  si  scende  ad  Aune  per lo  'Scalon di
S.Antonio',  in  ore 1.15   circa  si  scende  al rif.Vederna nel
versante di Primiero, in circa 1.45 si aggira a nord il M.Pavione
per i Piadoch pervenendo al Passo Pietena.



CENGIE DEI PIADOCH

Si tratta di tutto quel sistema di larghe cengie che si
sviluppa dal vallone tra la cima dei Piadoch e la cima Dodici e
continua ininterrottamente fino al passo del Pavione.
Si tratta di un percorso non attualmente segnato ne' sulle
carte al 25000 ne' sulla guida delle Vette Feltrine, ma solamente
nella edizione IGM del 1887.
L'"anello delle Vette" descritto da C.Fasolo e M.Zanetti
nell'edizione estate-1981 de "Le Dolomiti Bellunesi" riporta in modo
fedele e molto ben descritto questo itinerario che non presenta
alcuna difficolta' alpinistica ma invece offre una eccezionale
panoramicita' e varieta' floreale.
Una piccola caseretta diruta probabilmente di pastori si puo' ancora
notare sul circo inferiore dei Piadoch sulla verticale del Col di Luna,
dove anche in estate avanzata grandi crepe carsiche in mezzo a campi
solcati lasciano intravedere ghiaccio e neve dura.
All'estate 1990 il sentiero appare segnato con ometti di pietre
e qualche tratto di vernice rossa. Non e' numerato dal CAI.


Passo Piètena: il sentiero che si stacca verso nord per le cengie dei Piadoch


Il vallone che cala a nord di Cima Dodici, molto ripido ma agibile senza salti di roccia

 



Questo sentiero era un tracciato di servizio per motivi
militari di confine, visto che appena a nord sotto di esso scorreva
il confine austroungarico. Esso non appare molto evidente poiche'
l'erba ha parzialmente ricoperto il tracciato, tuttavia esso un
tempo doveva essere molto ben battuto e molto largo.


Le cengie nord 'dei Piadoch' dal Passo del Pavione al Passo Pietena



Nota storica: Cengie dei Piadoch maggio 1944

Durante l'ultimo conflitto mondiale questo percorso permise ad
una compagnia partigiana di sottrarsi al rastrellamento tedesco
delle Vette. I partigiani, che erano di stanza a malga Monsampian,
vennero improvvisamente attaccati dai tedeschi: resistettero fino a
notte e quindi, fasciati gli zoccoli ai muli, si sganciarono dal
nemico attraverso questo sentiero indicato loro da un pastorello,
fino al passo Pietena. Qui' altri partigiani, incalzati dai
tedeschi che avanzavano dalla Busa grande delle Vette, tenevano
saldamente il passo ove avevano piazzato una mitragliatrice (vi e'
ancora il muretto protettivo in pietre qualche metro sotto al passo)


 


I ruderi del Caserìn dei Piadoch


       Il circoletto indica la presa dell'acquedotto di malga Agnerola (sorgente)


DESCRIZIONE

Dal passo Pietena (2086mt.) si prosegue in salita per la strada
militare che sale la costa di cima Dodici fino ad una bocchetta o
forcelletta (2110 mt) ove la strada militare si interrompe e lascia
posto ad un sentierino che cala nella valletta sottostante (si puo'
notare in fondo alla valletta, sulla destra, una caverna
artificiale, opera militare a guardia del confine ).
Dalla bocchetta si scende per il ripido sentierino circa una
cinquantina di metri e poi, quando guardando a sinistra si vede una
spalla erbosa piu' alta della nostra quota, lo si abbandona verso sx
dirigendosi per una traccia ghiaiosa di sentiero, verso un ometto ben
evidente posto sopra ad uno dei grossi massi in direzione della spalla.
Si traversa un ghiaione (ometto) salendo la spalla erbosa con un
disli vello di circa trenta metri, In cima alla spalla vi e' un
cartello giallo della forestale di divieto (ometti- segni rossi)

Si aggira la costa erbosa e si giunge in vista dell'anfiteatro
di rocce ed i prati che sono sotto alla costa dei Piadoch, Col di
luna e M.Pavione. Si scendono i prati calando una cinquantina di
metri e si giunge nell'anfiteatro che avevamo visto prima dall'alto.
Vistosi sono i fenomeni carsici dei campi solcati.
Questa zona e' denominata "circo dei Piadoch". Ruderi sul circo inferiore.
(da notare la traccia che scende a sinistra dalla forcelletta tra la
costa dei Piadoch ed il Col di Luna. La forcelletta e' a mt.2100
circa ed e' chiaramente agibile con qualche ripido passo ).
Seguendo la traccia di sentiero (ed i cartelli della forestale),
salendo un po' si supera il costone che scende dal M.Pavione, oltre
al quale si superano con qualche saliscendi altre tre vallette fino
ad arrivare al costone dal quale e' visibile il passo del Pavione.
Si scende nel vallone al centro del quale, in alto, vi e' una presa
di acqua con un tubo nero di plastica che scende fino alle malghe
sottostanti attraversando tutto il ghiaione. (segni rossi)
In breve ed in piano si perviene al bivio mt.2040 che ci raccorda
con il sentiero che sale al passo del Pavione (ometto al bivio) dal
rif.Vederna (malga Agnerola).
Il passo del Pavione (mt.2059) e' sito in cima al colle e'
molto ampio e separa il m.Pavione dal M.Vallazza(antenne). Superando
un dislivello di circa venti metri ci si perviene in cinque minuti
di cammino. Il panorama che si gode e' stupendo, verso sud Malga
Monsampian ed il Campon, oltre il M.Grappa, ad ovest il M.Coppolo

ore 1.45 circa dal passo Pietena, stesso tempo per percorso inverso.
non c'e' acqua sul percorso.


CRESTE DEI PIADOCH DAL M.PAVIONE A P.SSO PIETENA

L 'itinerario e'in pratica il collegamento tra il passo del
Pavione (e M.Pavione) ed il passo Pietena per le creste, senza
dover aggirare il M.Pavione per le cengie dei Piadoch o dover
risalire il passo delle Cavallade.
Dalla vetta del M.Pavione (mt.2335) si scende per sentiero
sulla selletta tra M.Pavione e Col di Luna (a dx discesa per
ghiaione giu' verso la busa di Cavaren e sentiero per rif.Dal Piaz)
Si risale il Col di Luna sino alla sommita', abbandonando il
sentiero che lo taglia sottocosta a sud. Dalla vetta
(mt.2295) si scende per una cinquantina di metri un sentierino
in direzione del Passo Pietena (est) e quindi la traccia
costeggia tenendosi sul lato nord della cresta, poiche' il
lato est e' roccioso e strapiombante.
Si cala per sentierino in cresta fino alla quota 2197 mt. dove
e' evidente una traccia che scende a nord verso le cengie dei
Piadoch. A sud scendono ghiaioni che pero' sono interrotti in
basso da una fascia di rocce.
Il percorso ora risale una facile crestina rocciosa per un
centinaio di metri circa, tenendosi sulla parte di cresta a

nord ovest, dove sembra quasi allargata manualmente a mo' di
sentierino. Quando la crestina rocciosa lascia il passaggio
verso il ghiaione in direzione est, allora si abbandona la
cresta e si tagliano i ghiaioni in discesa per circa 150 mt.
di dislivello sino ad incrociare la strada militare che sale
verso Cima 12 nei pressi del Passo Pietena (mt.2100).
NB: volendo effettuare il percorso dal Passo Pietena, allora
dovremo scendere la strada militare per circa duecento metri
verso la busa delle Vette e poi puntare in salita verso la
cresta in direzione ovest, risalendo per ghiaie e sfasciumi.
Essendo il percorso quasi tutto in cresta, esso non presenta
problemi di percorrenza neppure in caso di nebbia.



      SALITA DAL RIFUGIO FONTEGHI AL PASSO DEL VALON

  E'  una antica strada pedonale che  congiungeva il Primiero e  la Val Belluna.
        Il sentiero inizia dal rifugio Fonteghi   dove la  val Noana si
  congiunge con la val Nagaoni .mt.1100




        Il segnavia e' il nr.733 ; si salgono otto gradini di pietra di
  fronte al rifugio e si sale il colle fino a quattro case  di  cui una
  affrescata.  Si taglia  il  prato verso destra  entrando  nel bosco e
  giungendo in breve fino alle case di  Valpiana di Sopra a  quota 1166
  mt.  e,  giunti  ad  un  pozzo  rotondo  sulla  destra,  il  sentiero
  decisamente sale   a  sinistra  (sud)  davanti  ad una  casa in stile
  tirolese fino alla sommita' del colle.
  Qui', guardando le Vette, abbiamo dinnanzi a noi il panettone boscoso
  del col Aghere'  (1564). Proprio dietro a questo colle il vallone che
  dovremo risalire. Con un binocolo si distingue il sentiero.

  Si scende qualche metro nel prato  sottostante e si  entra nel bosco,
  ove il sentiero  gira bruscamente  a sinistra.  Si prosegue ora verso
  est fino a giungere dietro ad una grande costruzione in legno adibita
  probabilmente a campeggio  per  ragazzi ,  con  una  fontana  ed una
  chiesetta sul colle. mt.1239
        Si segue la strada forestale in discesa che  subito presenta un bivio :
  salire  la strada di sinistra che subito dopo fa due tornanti e
  seguirla passando poi sulla destra salendo la Val di Roda.
       Dopo un tornante la strada diviene ben piu' dissestata e, dove
  essa finisce, si passa sulla sinistra, salendo, della Val di Roda,
       oltrepassando il canalino a 1400 mt.e seguendo i segni rossi
  sul sentierino e sugli alberi fino ad arrivare ad un canalino
  pietroso che presto diviene ghiaione, il quale scende da una fascia
  di rocce sovrastate da mughi. La base di queste rocce e' a 1650 mt
  che e' la stessa altezza di un evidente pulpito che notiamo
  guardando a sinistra.
       Il sentiero sale ripido sull'erba a destra del bordo del
  ghiaione, con traccia molto esile, fino sotto al bordo destro della
  fascia di rocce, dove il sentierino diviene sentiero molto evidente
  e ben tracciato.Avendo perso la traccia e volendo riguadagnare il
  sentiero dovete tenere presente che esso passa molto evidente sotto
  le roccie sulla parte piu' a destra di esse.
       Aggirata la fascia di rocce che sono molto liscie e
  strapiombanti, si giunge ad un terrazzino molto comodo per una sosta
  dal quale si puo' ammirare l'erboso ed ampio vallone ad anfiteatro
  che dovremo risalire. Da notare la parte in alto a destra del
  vallone dove vi e' una forcellina con a destra uno spuntone mugoso,
  poiche' li passa il sentiero.
          ore 2.00 dal rif.Fonteghi mt.1740
       Si risale il vallone sulla sua sinistra tagliando un ghiaione
  sulla sommita' del quale in agosto (1990) e' presente ancora
  ghiaccio mt.1780 - poi si risale il vallone su sentiero molto
  evidente e segnato dapprima al centro del vallone e poi alla
  sinistra, solo in alto il sentierino tagliera' tutto il vallone da
  sinistra verso destra fino ad arrivare alla forcellina con spuntone
  che avevamo visto precedentemente dal basso. mt.1945
        Dalla forcellina si gode un bel panorama sia del vallone
  appena salito che della Cima Dodici che appare molto vicina a
  sudovest con tutto il sistema di cenge che si susseguono a strati e
  la tagliano a nord come grandi scalini. Dal rif.Fonteghi ore 2.30

          Si scende per una decina di metri dall'altra parte della
  forcellina e poi il sentiero si mantiene sempre a quella quota con
  saliscendi minimi, diviene anche piu' esile ma sempre molto
  evidente. Si traversa ora verso la Cima Dodici (sudovest)
  attraversando in quota tre vallette e con qualche passo delicato
  laddove il sentierino e' un po' franato, si arriva  ad una selletta
  con una crestina di roccia . Da qui' si vede il canalino roccioso
  terminale che si imbocca tagliando un pendio erboso : il sentiero
  sale il canalino roccioso con vari stretti tornanti e ci fa
  pervenire sulla cresta della Busa di Pietena alla forcella del Valon. mt.2090

       Ore 3.00 dal rif. Fonteghi.
       Scendendo ore 1.45 dalla forc.
       Dalla forc.del Valon al rif. Dal Piaz ore 1.45
       Dislivello circa 1000 metri
       Acqua presente solo al nevaio, se la stagione lo permette.

NB: Diritti sotto alla forcella, nella Busa di Pietena, vi sono due
  lame di acqua, che possono servire da riferimento in quanto la
  forcella del Valon non e' evidente nel sistema di sellette delle
  creste. Venti metri sotto alla forcella corre il sentiero che verso
ovest porta al passo Pietena (15 min) ed il rif.Dal Piaz (40 min) e
  verso est porta verso Ramezza , Passo Finestra ed il rif.Boz (circa 4 ore)

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