Pavione
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DA AUNE AL PASSO DEL PAVIONE PER SCALON DI S.ANTONIO
Sent.810
Dal passo Croce d'Aune entrando nel paese di Aune (891 mt)
vi e', in discesa, prima del ponte della Val Masiera, una piccola
chiesetta posta sulla destra della strada.
Tra la chiesetta ed il bar -Alle Oche- vi e' una stretta
stradina che sale la destra della Val Masiera (sin.orografica)
dapprima asfaltata, poi come pista forestale.
Si segue la pista forestale per circa 30 min. fino ad un
bivio: seguire la strada di sinistra fino a che la strada con una
ampia curva si porta sull'altro versante della valle (due casere)
e perviene ad un altro bivio. La strada a sinistra in discesar porta
nuovamente ad Aune, seguire la diramazione di destra in
salita. Si oltrepassa un prato con un fienile (a sx) e si
perviene ad un bivio dove una mulattiera con segni rossi prosegue
diritta e la pista forestale sale ripida a sinistra.
Entrambe le vie portano poi a congiungersi in alto sul
ghiaione che scende dalla valle.
Il Valon di Aune con la traccia del sentiero dello Scalon di S.Antonio
Il sentiero di dx taglia un prato in fondo al quale vi e' una casera
diruta (mt.1225). Si entra nel bosco a dx e si sale con numerosi
tornanti per mulattiera ben battuta fino a portarsi nel ghiaione che
scende dalla Val di S.Antonio. Questa e' la diramazione meno faticosa.
(Prendendo la diramazione di sinistra, dopo breve si incontra
un bivio: un sentiero punta ripido a sinistra verso la montagna, (*)
andando diritti e meno in pendenza si sbuca sul ghiaione, (questa e'
una scorciatoia per la discesa). Si risale il ghiaione sulla sua
sinistra per un sentiero tipico dei ghiaioni (un passo avanti ed
uno a vuoto...) e solamente a meta' ghiaione il sentiero
attraversa in diagonale portandosi sul versante destro e
congiungendosi con la mulattiera ben battuta e segnata di cui
precedentemente avevamo incontrato l'inizio.)
Il 'Cavalier', ardita guglia alla sinistra del vallon di Aune - sorgente sotto le rocce
Si risale il vallone verso un evidente ed insolito boschetto
di pini in mezzo alle crode. (sulla sx una guglia ardita -IL CAVALIER-
ed una cascatella di acqua) La prospettiva non lascia intuire dove
potrebbe essere il passaggio, invece esso esiste ed e' molto
comodo: si giunge ad una grande grotta e qui' si gira bruscamente
a sinistra, abbandonando il vallone ed aggirando un torrione
roccioso fino a portarsi sulla sua selletta nord. (ottimo puntor di sosta)
Si sale ancora per comoda mulattiera fino al passo di
S.Antonio. Anche questo e' un buon punto di sosta molto
panoramico.(1807 mt) Vi e' una lapide con una invocazione al
Santo per tutti i viandanti ed una lapide in ricordo di Renzo,
fissata dagli amici di Aune.
(*) Seguendolo si giunge per ripidi prati verso un acquedotto che
permette di risalire per infissi metallici fino all'altezza della
casera diroccata sita dove l'itinerario dello scalon sbuca sui prati.
Qui termina la bella mulattiera ed inizia il tratto
-alpinistico- che pero' e' molto ben attrezzato e lungo un
centinaio di metri chiamato 'lo scalon'.
Si attraversa in quota verso destra per circa trenta metri
per un bel sentierino sopra ai baranci fino ad imboccare un
canalino di roccia che sale verticalmente. Seguire la corda
metallica che ininterrottamente porta fino al prato sovrastante
dove c'e' ancora l'infisso di una vecchia teleferica.
(probabilmente veniva usata per trasportare i carichi oltre lo
'scalon' anticamente). Dalla sommita' dello 'scalon' si scorgono
le opere radio del m.Vallazza.
Sul prato sopra allo 'scalon' vi sono i ruderi di una
casera. Si prosegue ora verso i ruderi ed attraversando la
valletta da sinistra verso destra seguendo la traccia ed i segni,
si punta verso una croce di legno posta sul margine del prato
dove sorge la malga di Monsampian (mt.1902).
La malga di Monsampian
NB: Dalla malga verso Sud-Ovest si diparte ben largo e battuto
il sentiero che porta a Malga Vallazza a mt.1900 ad ovest della
cima omonima. Da qui' per mulattiera si puo' scendere a Servo
oppure effettuare un giro ad anello ritornando ad Aune
per il "Bosco Tos".
La malga e' in buone condizioni ed ha il tetto in lamiera
che ripara bene dalle intemperie. Presso la malga, a sinistra di
essa salendo, un palo con dei cartelli segnaletici indicano le
varie direzioni ed i tempi di percorrenza: ore 1.30 per rif.Dal
Piaz, ore 1.15 per cima M.Pavione , ore 1.15 per rif. Vederna.
Fino a qui' ore 3 circa
Si prosegue per la mulattiera verso il Passo del Pavione
(mt.2057) che separa la cresta del M.Vallazza (sinistra) con
quella del M.Monsampian (destra). La mulattiera porta al passo
tagliando in diagonale i pendii del M.Vallazza da sinistra verso
destra in circa 30 minuti.
Da Aune circa ore 3.30-4
Dislivello: mt.1150 circa.
acqua: a meta' vallone di Aune sulla sinistra a 5 min dal sentiero.
NB: Dal passo del Pavione si giunge sul M.Monsampian e da
qui' per creste al M.Pavione in circa 30-40 minuti.
Si puo' notare la strada militare (sent.810) che aggira la
busa di Monsampian e fa pervenire al rif.Dal Piaz in circa ore 1.30
Dal passo si vede il sentiero 736 che scende alla malga
Agnerola e poi giu' fino ai pascoli di Vederna (circa 1 ora) , ed
appena sotto al passo, (ometto) il bivio per le cengie dei Piadoch.
Ritaglio da Carta del Lombardo Veneto Seiffert 1856 - interessante la toponomastica
CRESTE DELLE VETTE GRANDI COL DI LUNA M.PAVIONE
Sent.817
E' tutto il sistema di creste sovrastanti i circhi glaciali
della Busa Grande ad est, del Circo dei Piadoch a nord delle buse
di Monsampian e Cavaren ad ovest.
La descrizione inizia dalla Forc.delle Vette Grandi a tre
minuti di cammino dal rif.Dal Piaz e termina al passo del Pavione.
Il sentiero e' molto battuto, sempre segnato, di grande
panoramicita', unica attenzione: NON PERCORRERLO in caso di
imminenza di temporali: in questo caso calare subito a valle per
i versanti ad ovest che sono tutti percorribili.
Si sale a sinistra prima del Passo delle Vette Grandi, sul
versante sud-ovest della cresta per un sentiero che sale dapprima
la costa, poi segue il filo di cresta fino alla cima delle Vette
Grandi (mt.2130). Si prosegue per il filo di cresta per sentiero
sempre molto comodo ed in discesa fino alla forcella delle
Cavalade di Cavaren (mt.2060), un passo erboso e con molti
avvallamenti carsici. (Qui' vi e' la possibilita' di scendere sia
verso ovest verso la strada che dal passo del Pavione porta al
Rif.Dal Piaz per la busa di Cavaren, sia verso est in direzione
della malga della Busa Grande delle Vette congiungendosi con la
strada militare che sale il passo Pietena.)
Ora si sale il crinale che porta al Col di Luna tagliandolo
in diagonale da destra verso sinistra per un ghiaione fino alla
crestina dove si incrocia un sentiero (mt.2100) che la percorre
proveniente dal basso. (Usato prevalentemente per discesa rapida per ghiaione)
Si prosegue in cresta ed in salita verso destra e si perviene sulla
sommita' del Col di Luna ( mt.2295).
Dalla cima del Col di Luna, verso nord-est lo sguardo puo'
seguire le creste dei Piadoch ed oltre la rocciosa cima Dodici.
La strada che si vede sotto alla Cima Dodici e' nei pressi del Passo Pietena.
Verso Ovest, vicinissimo, il M.Pavione con il cippo
trigonometrico visibile assieme alla lapide degli Alpini.
Distaccato da esso, piu' a sud, il M.Monsampian, leggermente piu' basso di quota.
Si scende tagliando la costa del Col di Luna e poi giu' in
cresta fino all'avvallamento che lo separa dal M.Pavione: si
noti, sulla spalla sud del M.Pavione, il bellissimo ghiaione che
scende a sud nella busa di Cavaren e che funge da scorciatoia o
scappatoia in caso di temporale. Si risale il crinale verso ovest
e si perviene in vetta al M Pavione (mt.2335)
Sulla vetta vi e' un cippo a base triangolare per
misurazioni trigonometriche. E' stata posta una lapide a ricordo
degli alpini dei Battaglioni M.Pavione, Feltre e V.Cismon caduti in guerra.
Dalla vetta del M.Pavione si possono scorgere le maggiori
vette dolomitiche; e' interessante notare la miriade di
sentierini fatti dalle bestie sui versanti a nord, la forte
presenza di animali su questa cima si puo' notare dal fatto che
e' impossibile trovare un metroquadro di terreno pulito per potersi sedere.
Le cengie dei Piadoch, in basso a nord-est sono visibili in
tutta la loro bellezza ed e' interessante notare come una
valletta rocciosa a nord del Col di Luna, dal Circo dei Piadoch
verso la Val di Stua non sia difficilmente percorribile, questo
lo si puo' intuire anche percorrendo le cengie stesse.
Dalla cima del M.Pavione in breve si raggiunge la cima del
M.Monsampian (notare in basso a nord il tubo dell'acquedotto di
malga Agnerola che taglia i ghiaioni) e da qui' per sentierino
che scende verso ovest si perviene sul filo di cresta del Passo
del Pavione. (circa 15-20 min dalla cima)
ore 2-2.30 circa dal rif.Dal Piaz
Dislivello circa mt.490 in salita - mt.430 in discesa.
non vi e' acqua sul percorso
NB: dal Passo del Pavione in ore 1.30 si ritorna al rif.Dal
Piaz, in ore 2 circa si scende ad Aune per lo 'Scalon di
S.Antonio', in ore 1.15 circa si scende al rif.Vederna nel
versante di Primiero, in circa 1.45 si aggira a nord il M.Pavione
per i Piadoch pervenendo al Passo Pietena.
CENGIE DEI PIADOCH
Si tratta di tutto quel sistema di larghe cengie che si
sviluppa dal vallone tra la cima dei Piadoch e la cima Dodici e
continua ininterrottamente fino al passo del Pavione.
Si tratta di un percorso non attualmente segnato ne' sulle
carte al 25000 ne' sulla guida delle Vette Feltrine, ma solamente
nella edizione IGM del 1887.
L'"anello delle Vette" descritto da C.Fasolo e M.Zanetti
nell'edizione estate-1981 de "Le Dolomiti Bellunesi" riporta in modo
fedele e molto ben descritto questo itinerario che non presenta
alcuna difficolta' alpinistica ma invece offre una eccezionale
panoramicita' e varieta' floreale.
Una piccola caseretta diruta probabilmente di pastori si puo' ancora
notare sul circo inferiore dei Piadoch sulla verticale del Col di Luna,
dove anche in estate avanzata grandi crepe carsiche in mezzo a campi
solcati lasciano intravedere ghiaccio e neve dura.
All'estate 1990 il sentiero appare segnato con ometti di pietre
e qualche tratto di vernice rossa. Non e' numerato dal CAI.
Passo Piètena: il sentiero che si stacca verso nord per le cengie dei Piadoch
Il vallone che cala a nord di Cima Dodici, molto ripido ma agibile senza salti di roccia
Questo sentiero era un tracciato di servizio per motivi
militari di confine, visto che appena a nord sotto di esso scorreva
il confine austroungarico. Esso non appare molto evidente poiche'
l'erba ha parzialmente ricoperto il tracciato, tuttavia esso un
tempo doveva essere molto ben battuto e molto largo.
Le cengie nord 'dei Piadoch' dal Passo del Pavione al Passo Pietena
Nota storica: Cengie dei Piadoch maggio 1944
Durante l'ultimo conflitto mondiale questo percorso permise ad
una compagnia partigiana di sottrarsi al rastrellamento tedesco
delle Vette. I partigiani, che erano di stanza a malga Monsampian,
vennero improvvisamente attaccati dai tedeschi: resistettero fino a
notte e quindi, fasciati gli zoccoli ai muli, si sganciarono dal
nemico attraverso questo sentiero indicato loro da un pastorello,
fino al passo Pietena. Qui' altri partigiani, incalzati dai
tedeschi che avanzavano dalla Busa grande delle Vette, tenevano
saldamente il passo ove avevano piazzato una mitragliatrice (vi e'
ancora il muretto protettivo in pietre qualche metro sotto al passo)
I ruderi del Caserìn dei Piadoch
Il circoletto indica la presa dell'acquedotto di malga Agnerola (sorgente)
DESCRIZIONE
Dal passo Pietena (2086mt.) si prosegue in salita per la strada
militare che sale la costa di cima Dodici fino ad una bocchetta o
forcelletta (2110 mt) ove la strada militare si interrompe e lascia
posto ad un sentierino che cala nella valletta sottostante (si puo'
notare in fondo alla valletta, sulla destra, una caverna
artificiale, opera militare a guardia del confine ).
Dalla bocchetta si scende per il ripido sentierino circa una
cinquantina di metri e poi, quando guardando a sinistra si vede una
spalla erbosa piu' alta della nostra quota, lo si abbandona verso sx
dirigendosi per una traccia ghiaiosa di sentiero, verso un ometto ben
evidente posto sopra ad uno dei grossi massi in direzione della spalla.
Si traversa un ghiaione (ometto) salendo la spalla erbosa con un
disli vello di circa trenta metri, In cima alla spalla vi e' un
cartello giallo della forestale di divieto (ometti- segni rossi)
Si aggira la costa erbosa e si giunge in vista dell'anfiteatro
di rocce ed i prati che sono sotto alla costa dei Piadoch, Col di
luna e M.Pavione. Si scendono i prati calando una cinquantina di
metri e si giunge nell'anfiteatro che avevamo visto prima dall'alto.
Vistosi sono i fenomeni carsici dei campi solcati.
Questa zona e' denominata "circo dei Piadoch". Ruderi sul circo inferiore.
(da notare la traccia che scende a sinistra dalla forcelletta tra la
costa dei Piadoch ed il Col di Luna. La forcelletta e' a mt.2100
circa ed e' chiaramente agibile con qualche ripido passo ).
Seguendo la traccia di sentiero (ed i cartelli della forestale),
salendo un po' si supera il costone che scende dal M.Pavione, oltre
al quale si superano con qualche saliscendi altre tre vallette fino
ad arrivare al costone dal quale e' visibile il passo del Pavione.
Si scende nel vallone al centro del quale, in alto, vi e' una presa
di acqua con un tubo nero di plastica che scende fino alle malghe
sottostanti attraversando tutto il ghiaione. (segni rossi)
In breve ed in piano si perviene al bivio mt.2040 che ci raccorda
con il sentiero che sale al passo del Pavione (ometto al bivio) dal
rif.Vederna (malga Agnerola).
Il passo del Pavione (mt.2059) e' sito in cima al colle e'
molto ampio e separa il m.Pavione dal M.Vallazza(antenne). Superando
un dislivello di circa venti metri ci si perviene in cinque minuti
di cammino. Il panorama che si gode e' stupendo, verso sud Malga
Monsampian ed il Campon, oltre il M.Grappa, ad ovest il M.Coppolo
ore 1.45 circa dal passo Pietena, stesso tempo per percorso inverso.
non c'e' acqua sul percorso.
CRESTE DEI PIADOCH DAL M.PAVIONE A P.SSO PIETENA
L 'itinerario e'in pratica il collegamento tra il passo del
Pavione (e M.Pavione) ed il passo Pietena per le creste, senza
dover aggirare il M.Pavione per le cengie dei Piadoch o dover
risalire il passo delle Cavallade.
Dalla vetta del M.Pavione (mt.2335) si scende per sentiero
sulla selletta tra M.Pavione e Col di Luna (a dx discesa per
ghiaione giu' verso la busa di Cavaren e sentiero per rif.Dal Piaz)
Si risale il Col di Luna sino alla sommita', abbandonando il
sentiero che lo taglia sottocosta a sud. Dalla vetta
(mt.2295) si scende per una cinquantina di metri un sentierino
in direzione del Passo Pietena (est) e quindi la traccia
costeggia tenendosi sul lato nord della cresta, poiche' il
lato est e' roccioso e strapiombante.
Si cala per sentierino in cresta fino alla quota 2197 mt. dove
e' evidente una traccia che scende a nord verso le cengie dei
Piadoch. A sud scendono ghiaioni che pero' sono interrotti in
basso da una fascia di rocce.
Il percorso ora risale una facile crestina rocciosa per un
centinaio di metri circa, tenendosi sulla parte di cresta a
nord ovest, dove sembra quasi allargata manualmente a mo' di
sentierino. Quando la crestina rocciosa lascia il passaggio
verso il ghiaione in direzione est, allora si abbandona la
cresta e si tagliano i ghiaioni in discesa per circa 150 mt.
di dislivello sino ad incrociare la strada militare che sale
verso Cima 12 nei pressi del Passo Pietena (mt.2100).
NB: volendo effettuare il percorso dal Passo Pietena, allora
dovremo scendere la strada militare per circa duecento metri
verso la busa delle Vette e poi puntare in salita verso la
cresta in direzione ovest, risalendo per ghiaie e sfasciumi.
Essendo il percorso quasi tutto in cresta, esso non presenta
problemi di percorrenza neppure in caso di nebbia.
SALITA DAL RIFUGIO FONTEGHI AL PASSO DEL VALON
E' una antica strada pedonale che congiungeva il Primiero e la Val Belluna.
Il sentiero inizia dal rifugio Fonteghi dove la val Noana si
congiunge con la val Nagaoni .mt.1100
Il segnavia e' il nr.733 ; si salgono otto gradini di pietra di
fronte al rifugio e si sale il colle fino a quattro case di cui una
affrescata. Si taglia il prato verso destra entrando nel bosco e
giungendo in breve fino alle case di Valpiana di Sopra a quota 1166
mt. e, giunti ad un pozzo rotondo sulla destra, il sentiero
decisamente sale a sinistra (sud) davanti ad una casa in stile
tirolese fino alla sommita' del colle.
Qui', guardando le Vette, abbiamo dinnanzi a noi il panettone boscoso
del col Aghere' (1564). Proprio dietro a questo colle il vallone che
dovremo risalire. Con un binocolo si distingue il sentiero.
Si scende qualche metro nel prato sottostante e si entra nel bosco,
ove il sentiero gira bruscamente a sinistra. Si prosegue ora verso
est fino a giungere dietro ad una grande costruzione in legno adibita
probabilmente a campeggio per ragazzi , con una fontana ed una
chiesetta sul colle. mt.1239
Si segue la strada forestale in discesa che subito presenta un bivio :
salire la strada di sinistra che subito dopo fa due tornanti e
seguirla passando poi sulla destra salendo la Val di Roda.
Dopo un tornante la strada diviene ben piu' dissestata e, dove
essa finisce, si passa sulla sinistra, salendo, della Val di Roda,
oltrepassando il canalino a 1400 mt.e seguendo i segni rossi
sul sentierino e sugli alberi fino ad arrivare ad un canalino
pietroso che presto diviene ghiaione, il quale scende da una fascia
di rocce sovrastate da mughi. La base di queste rocce e' a 1650 mt
che e' la stessa altezza di un evidente pulpito che notiamo
guardando a sinistra.
Il sentiero sale ripido sull'erba a destra del bordo del
ghiaione, con traccia molto esile, fino sotto al bordo destro della
fascia di rocce, dove il sentierino diviene sentiero molto evidente
e ben tracciato.Avendo perso la traccia e volendo riguadagnare il
sentiero dovete tenere presente che esso passa molto evidente sotto
le roccie sulla parte piu' a destra di esse.
Aggirata la fascia di rocce che sono molto liscie e
strapiombanti, si giunge ad un terrazzino molto comodo per una sosta
dal quale si puo' ammirare l'erboso ed ampio vallone ad anfiteatro
che dovremo risalire. Da notare la parte in alto a destra del
vallone dove vi e' una forcellina con a destra uno spuntone mugoso,
poiche' li passa il sentiero.
ore 2.00 dal rif.Fonteghi mt.1740
Si risale il vallone sulla sua sinistra tagliando un ghiaione
sulla sommita' del quale in agosto (1990) e' presente ancora
ghiaccio mt.1780 - poi si risale il vallone su sentiero molto
evidente e segnato dapprima al centro del vallone e poi alla
sinistra, solo in alto il sentierino tagliera' tutto il vallone da
sinistra verso destra fino ad arrivare alla forcellina con spuntone
che avevamo visto precedentemente dal basso. mt.1945
Dalla forcellina si gode un bel panorama sia del vallone
appena salito che della Cima Dodici che appare molto vicina a
sudovest con tutto il sistema di cenge che si susseguono a strati e
la tagliano a nord come grandi scalini. Dal rif.Fonteghi ore 2.30
Si scende per una decina di metri dall'altra parte della
forcellina e poi il sentiero si mantiene sempre a quella quota con
saliscendi minimi, diviene anche piu' esile ma sempre molto
evidente. Si traversa ora verso la Cima Dodici (sudovest)
attraversando in quota tre vallette e con qualche passo delicato
laddove il sentierino e' un po' franato, si arriva ad una selletta
con una crestina di roccia . Da qui' si vede il canalino roccioso
terminale che si imbocca tagliando un pendio erboso : il sentiero
sale il canalino roccioso con vari stretti tornanti e ci fa
pervenire sulla cresta della Busa di Pietena alla forcella del Valon. mt.2090
Ore 3.00 dal rif. Fonteghi.
Scendendo ore 1.45 dalla forc.
Dalla forc.del Valon al rif. Dal Piaz ore 1.45
Dislivello circa 1000 metri
Acqua presente solo al nevaio, se la stagione lo permette.
NB: Diritti sotto alla forcella, nella Busa di Pietena, vi sono due
lame di acqua, che possono servire da riferimento in quanto la
forcella del Valon non e' evidente nel sistema di sellette delle
creste. Venti metri sotto alla forcella corre il sentiero che verso
ovest porta al passo Pietena (15 min) ed il rif.Dal Piaz (40 min) e
verso est porta verso Ramezza , Passo Finestra ed il rif.Boz (circa 4 ore)