M.Pizzocco
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Il M.Pizzocco ipotizzato come osservatorio Militare
“…l’Austria, occupato nel 1797 il Veneto, fece lassù esperimenti, per giovarsi di esso come punto di segnali in caso di guerra; e sul 1798 commetteva al barone di Zach di farvi (come sulla Cima Grappa e sull’Antelao) studi per la triangolazione; ma què lavori furono presto abbandonati…” (O.Brentari)
Fu così che venne effettuata ufficialmente la prima salita del M.Pizzocco da parte del Barone Franz Xaver Von Zach (astronomo della corte imperiale, fratello del Barone Anton Von Zach costruttore della Kriegskarte austriaca) accompagnato lassù dal cacciatore Mariano Bernardin di Sagròn.
Il Cap.Carlo Catinelli e Ludwig Geppert erano i cartografi incaricati per questa incombenza. Il primo rilevava la zona di Belluno, il secondo il Feltrino. Avevano a disposizione ciascuno un cavallo, un mulo e quattro militari in aiuto. Era stato emanato un bando che imponeva qualsiasi aiuto da parte dei comuni ed il divieto, con sanzioni, di rimuovere i segnali trigonometrici (ometti) da loro apposti come punti per le triangolazioni. La gente locale però diffidava e li abbatteva lo stesso. Non è raro tuttora imbattersi in cumuli di pietre assai alti ( 1-1.5 mt.) su crinali significativi o confluenze di torrenti.
MASSIMO ROSSI. L’officina della Kriegskarte– pag.67 - Descrizioni militari- Edizioni Fondazione Benetton Grafiche Bernardi Pieve di Soligo Tv-2007
OTTONE BRENTARI. Guida storico-alpina di Belluno-Feltre Primiero-Agordo-Zoldo - Bassano 1887 pag.225 – ist.anast. Atesa Bologna 2006
GABRIELE FRANCESCHINI 'Tempi di consuntivi e confessioni' L.D.B. Natale 2005 pag.28
SALITA AL M.PIZZOCCO (m.2188) DAL BIV. PALIA
Sentiero tracciato molto bene e segnato su terreno. Non numerato dal CAI. Presenta due brevi tratti rocciosi che lo classificano sentiero alpinisticamente impegnativo. Accessibile senza l'uso della corda per tutti coloro che
frequentano vie ferrate.
La vetta del M.Pizzocco (m. 2188), in secondo piano il M.Tre Pietre
Panorama dalla Vetta del Pizòch verso il Col d'Oregne e Gusela della Val dei Burt.
Il punto rosso sopra le creste di Cimia e sotto il Col Dorìn è l'abisso dei Piani Eterni
Il M.Pizochèt m.1980
La parete est del M.Pizzocco
Dalla vetta del M.Pizzocco il Sass dei Gnèi ed il M.Fornèl
Parete Ovest del M.Pizzocco
Il Bivacco Palia m- 1574.
Il M.Piz ( m. 1608) ed i prati dove è ubicato il Biv.Palia - Dai pressi di Forc. Intrigòs
Dal biv. Palia a mt. 1577 si prosegue in direzione sud-ovest,
fino ad una forcelletta dove un sentiero prosegue in discesa
verso il rif.Ere verso sud-ovest, ed un'altro punta verso la
croce del M.Piz poco distante a Sud.
Si sale verso nord-ovest per sentiero ben visibile mantenendosi
sopra ad una fascia di rocce fino ad una costa pianeggiante molto
panoramica verso il Passo Forca.(mt.1670)
Si sale ripidamente a tornanti verso nord-est rimontando il colle
che sovrasta il Bivacco (mt. 1725)
A questa quota vi e' il bivio che porta in discesa a forc.
Intrigos. Si prosegue verso nord per traccia battutissima, con
forte pendenza e poi il sentiero costeggia a sud le ripide pale
che scendono dal Pizzocchetto, sempre ben largo e battuto.
La cengia attrezzata del Pizochèt e, dalla cengia, il sentiero per la vetta
L'altarino sul primo tornante della foto sopra
Si aggira il Pizzocchetto fino a dove il sentiero lascia il posto ad
un passaggio roccioso in discesa di una decina di metri, cui
segue una cengia ben battuta che porta fino nel canale tra
M.Pizzocco e M.Pizzocchetto mt.1950
(In caso di neve e' utilissima la corda, da giugno inoltrato
comunque il passaggio non e' pericoloso: 1o grado.)
Oltrepassato il canalone il sentiero sale ripido per le pale
mugose del M.Pizzocco, superando una Madonnina (mt.2000) riposta in
una nicchia e superando un salto roccioso di due metri, non
esposto, molto facile.
A tornanti ben battuti si perviene alla vetta, dove e' sita una
croce metallica alta circa due metri e mezzo. mt.2186
La cima del monte Pizzocco e' alquanto singolare, in quanto formata
da un crestone ben percorribile che presenta tre cime:
La cima sud e' quella dove e' sita la croce, la cima centrale, a
circa cinquanta metri piu' avanti, e' munita di punto
trigonometrico in ferro; la cima nord, quaranta metri piu'
avanti, presenta un grande ometto di pietre.
Acqua: non vi e' acqua sul percorso.
Dislivello mt.600
Cima di Valscura, M.Pizzocco e Pizochèt che sembrano sovrapposti. Traccia per Col Selvino
Anno 1929 - Alpinisti Piero Teza e Fagro: Forse prima salita cima q. 2175 Nord del M.Pizzocco
(Foto dall'archivio Maria Teresa Contro).
DISCESA DAL BIV.PALIA IN VAL SCURA PER CAS.COL SELVINO
(a sud-ovest del M.Pizzocchetto)
E' un ritorno al di fuori del comune in quanto la parte superiore del percorso si effettua per tracce di animali e coste senza quasi traccia.
La prima parte dell'itinerario e' lo stesso che viene usato dai rocciatori per l'avvicinamento alla parete ovest, dove salgono numerose e belle vie su ottima roccia.
Il percorso non e' segnato. Si consiglia la discesa senza problemi di nebbia in quanto e' gia' di per se stesso un pochino problematico per l'orientamento. La salita per questo itinerario e' faticosa e sconsigliata.
Consiglio la discesa in inverno, anche con molta neve, ma non con pericolo di slavine che e' l'unica incognita invernale.
Percorso per Col Selvino: Carta tecnica al 10000 ed ortofoto satellitare
Panorama del Pizochèt e Pizòc parete ovest scendendo verso Col Selvino
La sottile cresta da discendere
il canalino (percorribile) di discesa dalla lunga costa Banche ovest del M.Pizzocco
foto dalla crestina di discesa per Col Selvino
Dalla costa di discesa verso il Col Selvino: cengie ovest del M. Pizzocco
Dalla chiesetta di S.Mauro di Cergnai il versante ovest del M.Pizzocco
Dal Biv.Palia si segue il sentiero per il M.Pizzocco , superando il bivio per il rif.Ere M.Piz e si sale fino ad aggirare il costone ovest del monte, fino a raggiungere il costone erboso che permette il bellissimo panorama sulle pareti ovest del M.Pizzocco e Pizzocchetto. (m.1735)
Qui si abbandona il sentiero che sale il monte e si traversa in discesa verso la base delle pareti, entrando con un passo roccioso nel canalone che, dipartendosi dalla base delle rocce del M.Pizzocchetto cala ripido dove la Val Scura si unisce alla Val Cavaller.
Questo ampio canalone e' limitato a nord da una continua crestina (rocciosa verso sud e baranciosa verso nord) che scende parallela al canale. Essa va tenuta d'occhio perche' sara' la costa da scendere.
Si scende una cinquantina di metri per il canalone e poi si divalla per banche ghiaiose sotto alle pareti un centinaio di metri. (m.1600 circa)
Giu' poi per la costa di cui si parlava che si presenta dapprima ampia, poi molto affilata e caratteristica.
La costa presenta sulla sua dx (nord) un canale percorribile, mentre alla sua sx (sud) il canalone che avevamo disceso e' impraticabile per i continui salti di roccia.
(In inverno conviene scendere con molta neve giu' per il filo di cresta della costa, mentre in assenza di neve conviene calare giu' nel canalino a dx , onde non fare indigestione di baranci.)
Si scende giu' per il filo di cresta per baranci sino a che essa sembra non essere piu' percorribile (circa 250 metri di dislivello) e poi si entra nel canale a dx che presenta acqua e lo si supera passando sulla sua dx orografica. mt.1420. Si scende con un passo un po' roccioso per il canalino dove esso e' piu' facile e poi si prende la cengia baranciosa che scorre calando leggermente e ci porta sino alla costa dinnanzi a noi ricca di faggi. (mt.1380)
(tracce tra i baranci)
Ora abbiamo sotto di noi a SEst la Val Cavaller, ad ovest il panorama del sentiero che sale il Passo Forca. L'ampia forcella presenta una frana verso il versante sudest. Si scende per il filo di cresta per bella traccia mantenendosi a dx dove vi sono i baranci, poi il bosco diviene quasi piano .
(sulle carte in questo sito a mt. 1350 era segnata una capanna, ma non vi sono ruderi per quanto vi sia piano a sufficenza per un piccolo villaggio...)
La costa dei faggi presenta una traccia di sentiero che la scende verso sud-est, piu' si scende e piu' la traccia diviene evidente e poi si fa sentiero.
Essa punta giu' verso il canalone (che avevamo seguito molto piu' in alto, sotto il Pizzocco) e lo raggiunge in prossimita' di un piano dove sicuramente vi era una capanna (dx orogr.) e vi e' un caratteristico roccione sporgente (mt.1130).
NB: da qui, una traccia di sentiero punta verso ovest mantenendo la dx orografica e passando sotto ad un roccione punta verso la Val Cavaller.
Al di la del canalone si vede il largo sentiero che taglia in quota , diritto tra i baranci. Lo si raggiunge salendo un passo dal piano e e scendendo nel canale, risalendo qualche metro sul versante opposto.
In breve in mezzo ai baranci si raggiunge una casera diruta (resta solo qualche muretto muschioso m.1123) posta sul limite superiore della costa boscosa che sale dalla testata della Val scura.
NB: si tratta della casera di COL SELVINO , sull'omonimo colle, anticamente sede umana di profughi molto frequentata. (Cartogr. Belluno,1898,foglio.23-1:100.000)
Dalla casera diruta si prosegue per infossata mulattiera in mezzo al bosco di pini (doveva esserci un gran lavoro a giudicare dalla larghezza della mulattiera e dal suo consumo...) la quale cala con tornanti per circa 200 metri e confluisce al punto in cui il sentiero proveniente dalla chiesetta di S.Felice cala nel greto della Val Scura.
Volendo reperire questo sentiero salendo dalla Val Scura, un riferimento sicuro del bivio e' un cumulo di pietre poste al bivio a destra del sentiero n.852 per il Passo Forca di dimensioni 1mt x 1 mt. (vecchia calchera diruta)
Da qui', in circa 20 minuti si perviene alla chiesa di S.Felice e con altri 15 minuti al parcheggio presso Roncoi, vicino alla teleferica di servizio del Rif. Ere.
Dislivello mt. 1000 circa
Acqua: a quota 1400 mt. circa scendendo
Ore 3 circa.
Panorama sul Pievidùr scendendo verso Col Selvino
I rifugiati della Val Scura
Ottone Brentari :“… nella Valle Oscura si rifugiarono nel 1797, alla caduta della repubblica ed invasione francese, molte famiglie di patrizi veneziani, e così nel 1805 diversi feltrini, ed al ritorno degli austriaci nel 1848 varie persone di Agordo, Zoldo e Cadore….”
Severino Casara “…le montagne – ha detto Chateaubriand - sono l’ultimo asilo della libertà nei tempi della schiavitù, una barriera utile contro le invasioni ed i flagelli delle guerre. E qui ogni valle, ogni cima delle montagne feltrine, parla di vita dura, di eroismi dei figli di questa terra, nella lotta contro l’oppressione nazifascista.”
La casa Pradèl, a mezza Val Scura è un toponimo chiaramente zoldano, Altri raggruppamenti di case ridotte a ruderi si trovano subito a nord di Cima Doss adiacente al rif.Ere (m.1285) alla quota di circa M.1175 nella Val delle Ere. Altri ruderi sulla dx orografica del torrente Vesès in alta val Scura erano collegati con sentiero, ora in disuso, all’eremo di S.Mauro. Ed ancora, in fondo alla Val Scura alto sulla sx orografica vi sono i ruderi degli insediamenti più remoti della zona. Si tratta delle “rovine del Col Selvino” . Per arrivarci: dove l’impluvio del Pievidur si unisce a quello di Val Cavaller e Pala Fioca, alla quota di circa 905 metri, sul sentiero n.852, prima di attraversare il greto, a dx, si incontano i ruderi di una “calchèra”(fornace). Di qui verso nord-est una mulattiera incavata (non più segnata sulle carte) sale sino ai ruderi di due abitazioni ; nei dintorni altri ruderi -circa 1125 mt. Un sentiero collegava le case con i pascoli di Palia. Dal Col Selvino ora il sentiero non esiste più, sommerso dalle mughe, ma sulle carte è rimasto il simbolo di una capanna quotata m.1349
OTTONE BRENTARI - Guida storico-alpina di Belluno-Feltre Primiero-Agordo-Zoldo - Bassano 1887 pag.226 –
rist.anast. Atesa Bologna 2006
IGM -Cartografia: Belluno,1898 -f.23 -1:100.000
GIOVANNI ANGELINI -La difesa della valle di Zoldo nel 1848- Memorie e documenti a cura di Giovanni Angelini-
Padova 1948 Ristampa tipografia Germano Sommavilla BL.-1998
E.BERTOLDIN - G.DE BORTOLI – S.CLAUT -Le Alpi Feltrine –1977 –pag.356-Edizioni Alpine Foto Ghedina-Cortina
SEVERINO CASARA - "Dolomiti di Feltre" -1969 – pag.96 - Editrice Panfilo Castaldi – Feltre (BL)
Il rifugio Casera Ere
MONTE PIZZOCCO, PIZZOC, O PIZOCH ?
Le varie denominazioni nella cartografia.
La metamorfosi di toponimi ed oronimi nel tempo e' un fenomeno
sempre presente in tutte le epoche, dimostrato per iscritto.
Molte volte, chi si accinge a descrivere luoghi, si ritrova in
imbarazzo appunto per il fatto che molti nomi orografici e
toponomastici sono riportati ora in un modo, ora in un altro,
a seconda della cartografia presa in esame : quando si e'
stabilito di usare un nome esso puo' anche non corrispondere al
parlato volgare della popolazione locale.
Nel 1991 l'attivita' della "Fondazione Angelini" ha dato
l'avvio alla catalogazione degli oronimi Bellunesi, essi
verranno catalogati in base ai nomi nella loro forma
ufficiale ed in quella locale dialettale. Di pari passo
seguira' la catalogazione dei toponimi.
Questo lavoro, una volta finito, offrira' a chi vuole
descrivere le zone di montagna una base sicura di
riferimento, togliendo il timore di essere l'artefice di
cambiamenti dei nomi e di favorire la metamorfosi dei toponimi.
Nel frattempo chi scrive si deve affidare al buon senso,
valutando quale possa essere la scelta dell'oronimo piu'
indicata per non creare ulteriore confusione.
I riferimenti cartografici della zona compresa tra Feltre e
Belluno risalgono al 1500, tuttavia la prima rappresentazione
cartografica ricca di toponimi ed oronimi dalla quale si
possa risalire alla denominazione del monte in questione e' datata 1713.
Anticamente la montagna che oggi chiamiamo nel parlato
M.Pizoch veniva denominata come Monte di Palia.
Il GRANDIS, nel suo "Dissegno del Territorio di Feltre) pone
il M.di Palia in una posizione inequivocabile, cioe' tra
Forca (NB.Passo Forca) e M.Sospiroi (NB.M.Sperone).
Questa denominazione rimane anche nella cartografia del
GIANPICCOLI (1780) e nella rappresentazione dello ZATTA (1783).
Anche nel 1802 BACLER D'ALBE usa lo stesso nome in un lavoro
come ingegnere topografo al seguito di Napoleone.
Una carta della provincia di Belluno e Treviso, di
ZUCCAGNI-ORLANDINI del 1844 cita il monte come M.Pizzo.
Per la prima volta, in una carta topografica del Regno
Lombardo-Veneto levate del 1833-1856, compare il nome M.Pizzocco.
Nel 1860 ANTONIO VALLARDI nella "Carta della Provincia di
Belluno" usa il nome M.Pizzocco.
Nel 1866 il GUERNIERI-SEIFFERT nella propria cartografia usa
l'oronimo M.Pizzocco.
- Ottone Brentari, nella sua guida dei "Monti di Primiero e
Feltre", edita nella fine del 1800, cita:
".....Il Pizzocco (mt.2187) si distingue facilmente dai monti
vicini per la sua torreggiante cima a forma di corno ducale..."
Bisogna considerare che il Brentari non lesinava toponimi
riportati il dialetto, (infatti cita il paese di Mean e Zimia).
- La guida "Le Alpi Feltrine" edita nel 1977 e scritta da
Bertoldin, De Bortoli e Claut, riporta cio' che scrive il
Brentari e riporta un capitolo con il titolo: "138.PIZZOCCO (m.2186)."
Quindi stesso nome, ma un metro di differenza di altezza.
- Cartografia del 1948 scala 1:50000 riporta la montagna come M.
Pizzocco m.2186.
- Cartografia del 1966 IGM scala 1:25000 riporta la montagna
come M.Pizzocco.
- Cartografia turistica ed. Tabacco scala 1.25000 ed 1:50000 da'
alla montagna nome M.Pizzocco.
-Cartografia turistica ed. LA GIRALPINA scala 1:25000 indica la
montagna con il nome di M.Pizoch.
- Cartografia di soli oronimi edita dal CAI di Feltre definisce
la cima come M.Pizoch. (1973)
- La segnaletica C.A.I. di Feltre indica il sentiero per il M.Pizzoc.
- Piero Rossi, nel libro "Il Parco delle Dolomiti Bellunesi" cita
la cima come M.Pizoc.
- Il parlato popolare, peraltro, conferma queste ultime dizioni
dialettali la cui pronuncia e' pressoche' identica: Pizoch.
Sentiero che risale la sx orografica della Val Scura
(Sentiero basso)
Il sentiero non e' numerato dal CAI, era anticamente una
strada carrabile adatta al trasporto di legname e di bestiame.
Il percorso congiunge la localita' Campel di Cergnai (mt.613)
con la testata della val Scura dove si biforca con la val
Cavaller (mt.910) (bivio con sentiero da Roncoi per passo
Forca nr.852).
Da localita' Campel di Cergnai si parcheggia l'auto in
prossimita'del bivio per Cesiomaggiore (Casa degli alpini con
statua di un alpino). Si prosegue a destra superando qualche
casa ancora abitata e poi in leggera discesa si perviene ad un
bivio dove la diramazione di destra scende verso tre case
mentre noi andremo diritti, verso la val Scura.
Sempre in leggera discesa si lascia a destra una abitazione
diroccata e quindi (sopra a noi a dx troneggia la chiesa di S.
Felice) si traversa il greto del torrente Veses da sin verso
dx passando sotto ad una bella parete di roccia ricoperta in parte di edera.
Si supera proprio sul sentiero una sorgente di acqua e si
inizia a salire con pendenza moderata e costante.
Superata di circa cento metri la parete rocciosa, sia a dx che
a sx del sentiero vi sono molti grossi massi, e stupisce perle
sue dimensioni e lavorazione un masso a sx del sentiero, di
dimensioni circa 60x60x150 cm. e poco verso valle, un'altro
masso cubico, lavorato, di dimensioni 60x60x40 circa.
Le dimensioni i del sasso e le fattezze lo potrebbero
classificare tra le pietre usate un tempo come travetti per
porta oppure come pietra adatta ad edificate campanili ecc. ma
non certo per uso domestico o di casera di montagna, bensi per
costruzioni di ville od opere sacre.
Il sasso piu' grande ha profilo trapezoidale, la provenienza
di questi massi e' piuttosto dubbia: potrebbero essere dei
massi ordinati ad una eventuale cava per edificare, ma cave
nei dintorni proprio non ce ne sono. Del resto se fossero
stati ruderi sicuramente vi sarebbe stato qualche altro sasso
di quelle dimensioni ed anche lavorato, tra i tanti.
Puo' essere che sia precipitato dalla zona soprastante di
S.Felice, ma stupisce il fatto che la costruzione della chiesa
(e nemmeno quella delle case diroccate adiacenti) non presenta
alcuna pietra di quelle proporzioni.
La presenza di un sasso lavorato di quelle
dimensioni, in quel luogo, e' veramente una strana cosa.
Le pietre lavorate sulla verticale della chiesa di S. Felice
Proseguendo lungo la sx orografica della valle (il sentiero si
mantiene sempre ad una trentina di mt. dal fondovalle) si
superano dapprima i ruderi di una caseretta (sulla sx) e poi
ancora un covolo con muretto a sx, alfine ci si congiunge con
il sentiero nr.852 che proviene da sx in leggera discesa.
In corrispondenza di questo bivio, sul versante opposto della
val Scura, si diparte in salita il sentiero che per la dx
orograf. della valle congiunge Campel Alto ed e' quindi
complementare con questo percorso per effettuare un bel giro ad anello)
dislivello 300 mt. ore 0.45 circa.
acqua:sorgente all'inizio del sentiero
Sentieri della dx orografica della val Scura (Pizzocco-T.Pietre)
(sentiero 'basso' dx)
Vi sono solamente due sentieri che si inoltrano nella val Scura
seguendo la dx orografica: entrambi sono in parte comuni al
sentiero che sale verso la chiesa di San Mauro, uno scorre
relativamente basso, poco piu' alto di casere Noie, l'altro cala
dai prati sovrastanti la chiesetta. Entrambi confluiscono alla
testata della val Scura, dove si congiunge con la val Cavaller.
Esii non sono frequentati poiche' con la creazione del parco
naturale della val Scura sono stati interdetti anche ai
cacciatori, principali frequentatori della zona. Fino agli anni
sessanta veniva effettuato anche un prosperoso lavoro da
boscaioli, testimoniato dai larghi sentieri che entrano dalla
sin. orografica; con la chiusura della ex malga Miari e della
malga di Noie si puo' dire che la valle non e' piu' frequentata
salvo qualche raro turista amante dei luoghi selvaggi.
La descrizione del sentiero 'basso' della dx orografica della val
Scura viene fatta partendo da Campel Alto, per motivi di
facilita' di orientamento, e si consiglia di percorrere il
tragitto come da descrizione, eventualmente ritornando per il
sentiero basso della sx orografica, compiendo cosi' un bel giro ad anello.
Da Cergnai si sale a Campel Alto, superando la 'Casa degli
Alpini' e parcheggiando l'auto in localita' -La Perina- dove
terminas la strada asfaltata. mt.725.
Si prosegue per la pista forestale che si inoltra nella val
Scura, superando una lapide, un capitello ed una fornace ben
conservata, tutti sulla sx.
Poco dopo aver superato l'inizio della teleferica di servizio
della chiesetta di S.Mauro, si abbandona la pista che compie un
tornante a sx e si prende la mulattiera dinnanzi a noi, ben lastricata.
Il sentiero taglia a lungo e completamente tutta la costa boscosa
che scende sotto la chiesetta, ed effettua un tornante poco piu'
avanti di due grandi abeti con sotto due cumuli di grossi sassi
ricoperti di muschio, proprio dove la costa cala verso il torrente Veses. ( mt.925)
Sia dal tornante che da quota 950 mt. (poco sopra, all'altezza
delle roccette) si diparte la traccia che passa proprio alla base
delle roccette (covolo). Per non sbagliare, in caso di
vegetazione molto alta, puntare subito sotto alle roccette ed
attraversarle alla base, ritrovando cosi' la traccia.
Si aggirano le rocce alla base per sentiero evidente che poi
risale una pala boscosa fino ad una caratteristica forcelletta
molto panoramica a quota mt.1025. (Ex zona di appostamento dei
cacciatori - questa ultima risalita presenta un sentiero
piuttosto incerto per il fogliame, ma anche qui' basta puntare
alla sommita' dx della forcelletta.)
Il canalino che bisogna scendere al di la' della forcelletta si
imbocca aggirando il colle a dx dove il sentiero diviene ancora evidente.
Si scende la valletta tenendosi sul sentiero che dapprima scende
tenendosi sulla costa dx, pittosto ripida, poi diagonalmente si
riporta al centro e poi esce dalla valletta mantenendosi
sottocroda a sx per bel sentierino.
(non c'e' alcun problema per scendere la valletta anche subito
centralmente od a sinistra, perche' essa e' ben praticabile e non pericolosa.)
Si risale a sinistra, su per altro canalone circa quaranta metri
fino alla base di una frana detritica gialla. (ometti)
Si attraversa il canalone in quota verso il bosco di pini della
costa che abbiamo frontalmente proprio alla base della frana,
poi, sempre in quota si taglia il bosco verso nord (esile
traccia) fino ad incontrare il sentiero che scende la costa
dall'alto.(mt.950) (Anche qui', in caso di nebbia,basta tagliare
in quota la costa ed e' impossibile non incontrare il sentierino)
Quindi con un bel passaggio su cengia inclinata (ben visibile
anche dal sentiero nr.852 della sx orogr.) il sentiero scende
diagonalmente sempre meno pendente fino ad un pianoro dove a sx
vi e' una lapide in marmo a ricordo di un boscaiolo deceduto.
Dal pianoro, mantenendosi a dx sul bordo del torrente, per
sentierino si cala sul greto. (si arriva esattamente all'altezza
del bivio tra sent.852 per S.Felice e sentiero basso per Campel-
grosso segno bianco su di un masso del greto, ottimo riferimento
per chi volesse compiere in senso inverso il tragitto)
Non vi e' acqua sul percorso Dislivello mt.275 ore 1 circa.
1973 - La lapide posta a ricordo dell' amico Luigino Ducapa, colpito durante un intervento di spegnimento di un incendio del sovrastante M.Piz. La lapide si trova a brevissima distanza dall'ultimo tornante per il rif. Casera Ere.
AL RIF. ERE DA STAOLET (Roncoi) PER LE CRESTE SUD
(Giro ad anello con ritorno per mulattiera)
Dislivello mt.500
Non c'e' acqua sul percorso.
ore 2 circa.
Si tratta di un breve itinerario molto panoramico da compiere
in una mattinata o un pomeriggio. Il percorso in salita
si svolge completamente in cresta per sentierino ben battuto
soprattutto dai cacciatori.
La salita al rif. Ere non e' segnata, mentre la discesa si
svolge per la normale mulattiera che porta al rifugio.
Il percorso e' piuttosto ripido e non e' adatto per coloro
che sono affetti da vertigini.
Il Rif.Ere salendo il M.Pizzocco. A dx il Colle Doss
DESCRIZIONE DEL PERCORSO
Si puo' parcheggiare l'auto presso l'abitato di Staolet,
sopra a Roncoi a mt. 800 circa, dove vi e' la teleferica di
servizio del Rif.Ere.
Si prosegue per la strada che taglia la costa sud e che
in circa 15-20 minuti porta presso la chiesa di S.Felice a
mt.903 (Sentiero n.852 per Passo Forca)
Alla Chiesa si abbandona il sentiero e si sale la costa di
pini parallelamente ad esso, proprio sul culmine del colle.
(Qui non vi e' traccia, biogna risalire il colle sempre in
cresta sino alla fine del bosco)
Usciti dal bosco il sentierino appare evidente sulla destra, ad est.
Si risale ripidi sempre mantenendosi sul versante est, per
sentierino ben battuto sino ad una selletta con uno spiazzo
artificiale (mt.1100)
Dalla selletta un sentiero molto evidente cala con un
tornante alla mulattiera sottostante che sale alle Ere
agirando il colle, in corrispondenza del roccione rossastro
con un landro. (Troi del fontanon -Costa Cellina o Felina)
Si oltrepassa la sella e si continua a salire per la costa
mantenendosi sempre sul versante est (destra) sino a
pervenire ad altra selletta quotata sulla carta mt. 1177.
Si sale su diritti verso il costone sovrastante per sentiero
ripido e giunti sulla spalla si prosegue in cresta, con
pendenza molto minore. (stupendo panorama a nord-ovest)
Procedendo sul filo di cresta della spalla si perviene al
muretto circolare in cima al colle Doss (mt.1297) dove sono
incise le direzioni di importanti localita' e montagne.
Appena sotto, a nord, il Rif.Ere si puo' raggiungere con un
passo in discesa.
SALITA AL RIFUGIO ERE DA RONCOI PER IL 'TROI DEL FONTANON'
Quello che resta del fontanòn a m.1170 c. a dx dopo la risistemazione
Dal parcheggio di Roncoi si prosegue ad est per la strada carreggiabile sino alla
chiesetta di San Felice. Si segue il largo sentiero per il Passo Forca ed appena
aggirata la costa Cellina, dopo un breve tratto dapprima in lieve salita e quindi
in leggera discesa, si incontra il bivio con la larga mulattiera che sale
a nord con tornanti sino ad un caratteristico Covolo su roccia rossa (mt.1050)
Il sentiero ora volge ad ovest risalendo una ripida pala boscosa che ci fa
superare la balza rocciosa che è affrontabile solo dove passa il sentiero.
(tratto un poco esposto ma sempre ben largo e battuto )
Alla quota di m.1130 il sentiero taglia orrizzontalmente verso nord la costa
del colle delle Ere (Cima Doss) -fogliame- sino al Valon delle Ere a circa 1170 mt.
dove si incontrano dei ruderi di casere ed il rudere del Fontanòn, bosco, vecchio abbeveratoio.
Ora il vecchio sentiero sale per un bosco di pini in direzione nord-est sino
ad incontrare il largo sentiero proveniente dal Biv. Palia per le Ere a quota 1260.
In breve verso sud sino al Rifugio.
Ore 2 da Staolèt (parcheggio)
Non vi è acqua sul percorso sino al rifugio
Forcella Intrigòs e parete Est del M.Pizzocco
DA CASERA CAMP A FORC. INTRIGOS PER SENTIERO 'SOTTOCRODA'
Si tratta di un sentiero anticamente molto frequentato ma ora in disuso.
E' tuttavia molto largo e presenta imboscamenti da
vegetazione solamente allo imbocco dal versante di forc. Intrigos.
Scendendo dalla forc. Intrigos, dove sulla sinistra finisce
la fascia di rocce e la valle si apre, li il sentiero si diparte
dalla mulattiera che scende la forcella (ometto) imboscandosi per
circa dieci metri sotto i pini per poi ricomparire oltre la
costa molto ben marcato.
A mt. 1400 vi e' un bivio: scendendo a destra per ripidi
tornanti ci si porta verso casera Camp dal lato est dove vi e' la
pozza di acqua ed il sentiero si vede in basso molto ben battuto.
Proseguendo diritti, oltre la costa superato qualche
barancio, il sentiero cala nel bosco di pini sovrastanti Casera Camp.
Prima di arivare a Casera Camp dal sentiero del Palia, circa
venti metri prima di oltrepassare la caratteristica spalla
panoramica di pini che si trova ad est della Casera, qualche
metro sopra alla pozza di acqua (cementata), li' si diparte verso
nord la traccia che sale obliqua verso forcella Intrigos,
puntando verso le rocce piu' a sinistra del Sass dei Gnei.
Dopo vari e comodi tornanti, a mt 1400 si incontra un bivio
e si prendera' a sinistra arrivando in breve alla congiunzione
con il sentiero per forc. Intrigos. (ometto). Ore 0.30
non vi e' acqua sul percorso ad eccezione della pozza di Casera Camp.
Il sentiero non e' segnato dal CAI.
DA FORCELLA INTRIGOS AI PRATI DI PALIA
E' un sentiero che si diparte dalla forcella Intrigos
(mt.1757) e giunge ai prati sovrastanti al biv. Palia (mt. 1829)
attraverso una caratteristica 'intaiada' che sale obliqua verso est.
Dalla forcella si segue in cresta il dosso erboso che punta
verso la cima del M.Pizzocco verso est, quindi il sentiero si
inerpica per roccette e ghiaie su per una caratteristica cengia
(acqua nei periodi piovosi) e porta in breve sulla costa erbosa
sopra il bivacco Palia.
Forcella Intrigòs:Bivio per Scalòn e M.Pizzocco
Da forc.Intrigòs: Il sentiero che sale obliquamente per il M.Pizzocco oppure ai prati di Palia
Traccia GPS con sovrapp. carta tecnica ed ortofoto satellitare della zona di forc. Intrigès. (in alto al centro)
Forcella Intrigos vista salendo al Biv. Palia
Il sentiero non e' pericoloso anche se e' segnato come
difficile sulle carte e può apparire arduo per prospettiva.
E' molto frequentato. E' segnato dal segnavia del CAI.
NB: Dal biv. Palia volendolo seguire, si seguono le indicazioni per
M.Pizzocco e giunti ai prati sovrastanti il bivacco a mo' di pulpito
sopra ad una fascia di rocce, ( m.1830) si traversa in discesa verso la
forcella Intrigos poco distante. Sentiero evidente.
Ore 0.20 in salita , 0.10 in discesa.
Acqua solo in stagione piovosa.
Dislivello mt. 80 circa.
DA RONCOI A LOCALITA' CASERA FIOC
Questa attraversata e' molto utile in quanto permette di
collegare i prati di localita' Cumoi sopra Roncoi con le pendici
del M.Fornel senza grandi sbalzi di quota.
Casera Fiòc negli anni '80
Dal parcheggio di Roncoi (fontana) si segue il sentiero per il
biv.Palia, si oltrepassa la strada bianca salendo diritti su per
il sentiero che in breve sbuca ancora sulla strada.
Si prosegue per la strada tralasciando il vicino bivio (a sx )
per il Biv. Palia.
Giunti in vista della sbarra alzata si prende la strada di dx che
porta ad una casera prefabbricata con pollaio ed orto e la si
oltrepassa salendo la strada sterrata che sale tra i prati.
Quando si incontra un bivio molto battuto sulla destra, si
abbandona la pista e si scende per il sentiero ben battuto che,
oltrepassando un acquedotto, porta al torrente Brentaz. ( si
sente e si vede una cascata a monte ed a valle un covolo puo'
offrire riparo.)
Si oltrepassa il torrente e si risale il ripido versante opposto,
aggirando la costa boscosa.
Il sentiero ora prosegue verso est in leggera discesa pervenendo
in breve nei pressi di casera FIOC (mt.855) dove la strada
forestale che perviene da paderno ha un grande tornante
parcheggiabile.
acqua sul torrente.
ore 0.30 circa.
Salita a Casera Campo (Camp) da Roncoi
E' il percorso piu' agevole per giungere a questa casera adibita a ricovero.
E' possibile effettuare un anello scendendo a casera Fioc e di
qui nuovamente a Roncoi (ore 2.30 circa)
Da Roncoi nei pressi della fontana si sale per il sentiero che
porta al bivacco Palia.
Poco prima del bivio per forc.Intrigos, dopo aver salito un
tratto un po' roccioso del sentiero, in direzione opposta di chi
sale si diparte un sentiero in piano.
Questo sentiero porta subito ad una forcellina con un covolo con
sassi per fuoco. (mt.1300 circa)
Da essa si taglia un pendio in discesa e si oltrepassa il
torrente spesso secco con liscie lastre di roccia.
Si passa dall'altra parte della valletta e si sale qualche
tornante fino ad una sorgente di acqua (gomma di plastica)
Casera Camp anni '80
Nei pressi della sorgente ed al di sotto del colle boscoso di
Casera Campo verso ovest si diparte il sentierino che porta su a
forcella Intrigos (mt.1757) passando appena sotto alle crode e
raccordandosi poi con quello principale.
Si sale la spalla ove inizia il bosco ed entrati nel bosco,
proseguendo verso est per circa duecento metri si perviene alle
due costruzioni di Casera Campo.
La Casera sorge a 1338 mt. ed e' dotata di acqua piovana di
cisterna, di larin, panche, tavolo, legna, pentole e pagliericcio
per circa quattro persone.Vi sono pure attrezzi per tagliare la
legna.La discesa verso casera Fioc si effettua proprio di fronte alla
porta della casera, giu' per il bosco di pini per la massima
pendenza del colle. Ovviamente non si tratta del sentiero
originale ma di una traccia di comodo, in quanto il sentiero e'
completamente imboscato.
Acqua sul sentiero del Palia prima del bivio con forc.Intrigos-
sorgente poco ad ovest della casera Camp-
Cisterna con rubinetto alla casera (non potabile se non bollita)
Ore 1.30 circa.
Casera Camp dalla pista forestale di Paderno.
Dove finisce la pista forestale che sale da Paderno verso le
pendici del M.Fornel, vi e' casera Fioc a mt. 855 e qui' inizia
una comoda mulattiera che salendo a tornanti, oltrepassa il
costone erboso del M.Fornel.
La mulattiera prosegue poi zigzagando ed inoltrandosi nella
valle, puntando in alto verso un boschetto di pini molto scuri.
Arrivati al bosco, si abbandona la bella mulattiera che si
inoltra nel bosco (per poi salire il M.Fornel) e si piega in
discesa per un sentierino non proprio evidente (in corrispondenza
di due grossi massi rocciosi a sinistra, verso valle.)
Si scendono cosi' circa 30 mt verso un vallone pietroso che si
oltrepassa. Si taglia in piano tutta la pala erbosa che scende
dal Sass dei Gnei fino al greto di un torrentello secco, laddove
inizia il colle boscoso .
Si oltrepassa il torrentello e si sale il bosco di pini per una
traccia non sempre evidente, comunque per la massima
pendenza del colle.
In cima al colle vi e' la Casera Campo (camp) mt.1338.
La discesa per il versante opposto si effettua attraverso il
bosco di pini dietro alla casera verso sud-ovest per un bel
sentiero descritto su altre note.
Dislivello mt.500 circa. non vi e' acqua sul percorso ore 1.30 circa.
SALITA AL M.FORNEL (MT.1773) DA CASERA FIOC DI PADERNO
Il sentiero, segnato sulle carte, non e' segnato sul terreno, ma
e' per tre quarti del percorso molto evidente e largo; poi, a
causa dell'erba molto alta, diviene meno evidente, ma intuibile.
Da Paderno per stradina dapprima asfaltata, poi a dx per pista
forestale rotabile si giunge al termine della strada nei pressi
di casera Fioc a mt.855.
Sia dal termine della strada che da 40 mt. oltre il suo largo ed
ultimo tornante (fontanella a dx in basso e muretto sulla sx), si
perviene in qualche minuto di cammino a casera Fioc.
NB: si presenta ancora agibile, con tetto in tegole ancora buono.
Attorno, ruderi di almeno quattro vecchie costruzioni.
Si continua per la mulattiera molto larga che a tornanti sale il
Col dei Fioc; (a mt.1000 un sentiero si stacca in direzione est,
a dx verso la Costa del Comun.)
Si aggira la costa del M.Fornel e si perviene, passando sotto ad
un grande covolo, ad un bosco di pini. mt. 1250
(A dx un sentiero scende nel vallone per poi risalire il colle
boscoso dove e' sita Casera Camp a mt. 1338.)
La mulattiera si addentra nel bosco con un paio di tornanti ed il
percorso sempre molto largo, rimonta a tornanti la costa Sud del
M.Fornel, uscendone con bellissimo panorama a mt.1370.
La mulattiera prosegue ancora per la costa erbosa ed a mt. 1450
circa, dove vi e' uno spiazzo sul sentiero, essa diviene meno
larga, in mezzo all'erba molto alta.
M.Pizzocco, in primo piano il Sass dei Gnèi dal M.Fornèl
Si prosegue su per la costa in direzione della cima del M.Fornel,
puntando verso una betulla isolata, poi si traversa salendo verso
sinistra (nord-ovest) passando sopra ad un gruppo di faggi
proprio sulla costa erbosa. (gli ultimi e piu' alti faggi).
Qui' il sentiero e' sommerso dalla vegetazione erbosa, bisogna
traversare in direzione della forcella tra M.Fornel e Sass dei
Gnei, passando proprio sotto ad un roccione grigio e liscio.
Qui il sentiero si lascia vedere ben largo ed esso guadagna il
canalino che sale la forcella, e sale sulla sx del canale per
terreno un po' roccioso.
Dal M.Fornèl verso Picòla in primo piano ed il M.Prabello
Dal M.Fornèl verso la Porta Bassa ed il Forzelìn dell'Egua. A dx Roa Bianca, sfondo M.Pizzon
Dalla forcella (mt.1700) e' possibile salire in brev il m.Fornel
traversando verso est ad altro forcellino e poi per prati salire
gli ultimi 50 mt. verso la vetta.(mt.1773)
E' possibile rimontare ancora per un centinaio di metri la
crestina verso il Sass dei Gnei fino a q.1825.
Si gode di un grande panorama sulla zona di Cimia, Picola, Col di
Oregne, Roa Bianca e tutto il gruppo dei M.Del Sole.
Dislivello circa 950 mt. ore 2.30 circa. Non c'e' acqua sul percorso
DA RONCOI AL BIV.PALIA PER IL RIF.CASERA ERE
Sentiero segnato dal CAI di Feltre ma non numerato.
E' un percorso molto battuto su bel sentiero sempre molto
largo ed evidente.
Si perviene dapprima a Roncoi e da qui' si prosegue per
localota' Staolet (mt.775) si supera una fontana e si lascia
l'automobile dove vi e' un parcheggio e sale la teleferica di
servizio per il rif.ERE.
Si imbocca un sentiero a destra (segnaletica) il quale sale
per bosco di pini ed a 1000 mt di quota, dopo un dislivello di
circa duecento metri, incrocia la fine di una pista forestale ove
vi e' una panchina ed un bidone per le immondizie.
NB: questo punto e' raggiungibile in auto da Roncoi
localita' Fontanelle imboccando una strada molto ripida che sale
sulla destra (appena dopo la curva che porta a Staolet).
La strada supera delle case adibite a casera e lascia
sulla destra una altra strada che prosegue in piano. Supera un
parcheggio ove vi e' il sentiero per il biv.Palia-forc.Intrigos
che taglia la strada (segnaletica) e poi prosegue in piano fino
a dove la strada finisce.
Si sale diritti per il sentiero molto largo che segue la
linea telefonica del rifugio, poi il sentiero piega a destra
sotto al colle dove e' sito il rifugio e con un ampio tornante
(vi e' una possibile scorciatoia) vi ritorna piu' in quota
attraverso un fitto bosco di pini.
Usciti dal bosco si entra nel prato (adibito ad eliporto)
dove vi e' la stalla ristrutturata ed adibita a casera e piu' su'
il rifugio Casera Ere (mt.1297)
Dal Rifugio Ere il sentiero si diparte a nord, e scende
qualche passo inoltrandosi nella valle e superando una
caratteristica forcelletta rocciosa - pinnacolo di conglomerato.
Un bivio indica a destra, scendendo, una sorgente di acqua.
(Il Fontanòn delle Ere - sentiero per S.Felice.)
Si prosegue in quota piu' bassa del rifugio e poi il sentiero
(segnaletica) si inerpica a destra su per un costone piuttosto
ripido e quindi con ampi tornanti si porta al centro del vallone
e lo oltrepassa a sinistra a quota mt.1450.
Ora il sentiero sale con tornanti la costa sinistra della
valle superando alcune roccette friabili e poi, a quota mt.1570
attraversa a destra la valle per una bella cengia su roccia molto
larga (lapide in memoria di un giovane), e per un boschetto di
pini si porta, mantenendosi in quota, sul versante sud con
bellissimo panorama sulla valbelluna.
Si prosegue tagliando i prati a sud del Pizzocco con un
saliscendi e si perviene sulla spalla erbosa ove vi e' il bivio
per salire (verso nord) il M.Pizzocco.
Si prosegue in discesa oltre la costa , calando per circa
una decina di metri di dislivello, fino a pervenire, in piano, al
bivacco Palia (mt.1577).
NB: Dal biv.Palia si diparte verso est il sentiero che ben
presto presenta un bivio: proseguire diritti verso est in discesa
per poi salire la forc.Intrigos oppure scendere a sud verso Roncoi.
Ore 2.30-3 da Roncoi. Ore 1.30 in discesa. Dislivello mt. 800 circa.
acqua: rif.Ere e poco oltre il rif.Ere per il biv.Palia
oltre il biv.Palia a nord 50 mt q.1575