M.Cavallo
Dolomiti > Monti dell'Alpago
TRAVERSATA IN CRESTA DAL M.CIMON DI PALANTINA M.CAVALLO
M.CASTELAT e M.GUSLON (giro ad anello da Col Indes)
Da sx Cima delle Vacche, M.Cavallo, Palantina e sotto i pascoli di Col Indes
E' un giro stupendo attraverso parte delle montagne
dell'Alpago, e' in parte tracciato dal C.A.I. ed in parte si
compie senza seguire segni sul terreno, ma la traccia in questi
casi e' evidente. Si supera anche qualche tratto ferrato sulla
zona del M.Cavallo. Si tiene in gran parte oltre i 2000 mt.
E' un percorso per esperti alpinisti.
Da Col Indes di Tambre d'Alpago (mt.1180) si prosegue per la
strada asfaltata superando la malga di Pian Grande (mt.1211)
adibita ad agriturismo, e, salendo verso la malga di Coltoront,
in una valletta in curva verso sinistra, si inoltra la pista di
servizio per il rif. Semenza in direzione est. Segnavia. q.1260.
Sent.nr.923
La strada si inoltra nel bel pascolo ove vi sono delle lame
d'acqua e ben presto entra nel bosco di faggi ad alto fusto. Essa
prosegue nel bosco sempre ben segnata e transitabile per mezzi
fuoristrada autorizzati. Superato lo spartiacque della costa che
scende dalla Cima delle Vacche (mt.2063) a quota 1402 mt. si
supera il bivio con il sentiero che proviene su per la costa dal
vivaio di S.Anna o Col Indes e si piega decisamente a sinistra
(n.ovest).
Si prosegue in discesa sulla sinistra della Val de Piera,
che si attraversa ad un bivio (mt.1375) con segnaletica,
abbandonando il sent. 923 per il sent. 993 e passando
sulla costa che scende dal Cimon di Palantina. (Col del Cuc)
NB: proseguendo diritti si oltrepassa la Madonna delle Penne
Nere e si prosegue fino a forc.Laste per sent. 923 ove e'
ubicato il rif. Semenza in circa 1 ora.
Tagliata in salita la costa suddetta si perviene in breve
presso la Casera Palantina a mt.1508. Le Casere sono in buone
condizioni e possono offrire riparo in caso di pioggia. (1h)
Dalla casera, guardando verso est, la cima a sinistra e' il
Cimon di Palantina (mt.2190) verso destra vi e' il M.Colombera,
ed ancora piu' a destra il M.Forcella (mt.1902) con forc.
Pallantina (mt.1778) ove sale il sentiero per Piancavallo.
Altro sentiero nr.993 aggira a sud la forc.Palantina ed il M.Zuc
Torondo arrivando poi a Piancavallo.
Diritto giu' per la valle (riva delle Taie) un sentiero
porta al fondovalle scendendo la Val de Piera.
Un altro sentiero (nr.922 alta via nr.6) scende dalla casera a
Canaie vicino S.Anna per la costa di Val Bella.
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Poco prima delle Casere, si dipartono due sentieri sulla
sinistra a quota mt. 1521 (vicino, un capitello): il piu' basso
aggira il Col del Cuc (nr.922) e si ricongiunge con il sentiero
che sale al rif.Semenza a quota mt.1630.
Il sentiero che ci interessa invece, punta diritto alla
crestina del Col del Cuc tagliando per ghiaione il versante sud e
salendo da sinistra verso destra.(alta via nr.7)
Una volta in cresta la si segue per bel sentierino segnato
con segni rosso-blu fino a quota mt.1900 circa dove il sentierino
abbandona la cresta e taglia il pendio verso destra; a quota 2100
il sentierino taglia in piano e ben marcato per una cengia
pittosto esposta il Cimon di Palantina, verso destra, fino ad
un canalino roccioso. Qui' la traccia prosegue evidente in piano
per la cengia verso la forcella di cresta (forc. Colombera)
(risalibile anche dall'altro versante), invece bisogna risalire
il facile canalino roccioso che abbiamo incontrato verso sinistra
(segni rosso blu) fino ad una forcellina rocciosa in cresta
(q.2130 circa). (1h)
Da questa forcellina si diparte la traccia che con segni
rossi porta alla cima del Cimon di Palantina. La cima del Cimon
e' raggiungibile anche dalla quota 1900 proseguendo su al centro
della valletta ripida e sassosa ed e' quest'ultimo il classico
percorso invernale con gli sci.
Il percorso descritto evita il saliscendi della vetta.
Da questo punto possiamo ammirare il M.Cavallo (mt.2251) e
piu' a destra il Cimon dei Furlani (mt.2183) separati dalla
omonima forcella. Giu' a destra Piancavallo.
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Il sentierino prosegue segnato e ben marcato scendendo in
diagonale da destra verso sinistra i ripidissimi prati ad est del
Cimon di Palantina puntando verso la Forcella del Cavallo.
La discesa richiede tranquillita' ed attenzione, non perche'
il sentierino sia oggetivamente brutto o difficile, ma per la
grande esposizione dello stesso. Non e' permesso scivolare.
Io sconsiglierei a chiunque di scendere questo sentierino
appena dopo una pioggia, se non con 'giazin' ben fissati ai
talloni.
Il viandante timoroso e' meglio che osservi solamente il
sentiero, desistendo dal guardare piu' in basso....
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La forc.del Cavallo a q.2055 permette una bellissima
visuale della Val de Piera con il rif.Semenza. Di fronte a noi la
Cima delle Vacche con i due sentieri (alto e basso) che tagliano
la sua costa. Piu' a destra il M.Castelat ed il M.Cornor che si
confonde in una unica cresta.
Verso il versante Sud, il Piancavallo, con alberghi ed una
moltitudine di ripetitori radio.
Si nota distintamente il sentiero che risale la val Sughet,
salendo a destra della valle e passando sotto alle crode, fino a
noi.
Questa forcella non e' risalibile dall'altro versante (di
Val de Piera) se non per via di roccia. Qui' vi e' un bivio,
infatti e' possibile salire il M.Cavallo sia per cresta, che e'
il percorso che sale diretto oltre la forcella per crode (1^-2^
grado ) poi per cresta ed e' segnato, sia per via ferrata che e'
il percorso che seguiremo noi e che verra' ora descritto.
Si scende per bel sentiero segnato sotto le crode alla
sinistra della valle fino ad un segnavia a quota 2000 circa.
Il bivio e' vicino ad una lapide che ricorda una persona
caduta su questa montagna.
Questa via di salita e' chiamata 'diretta', quella che
abbiamo lasciato dalla forcella del Cavallo e' chiamata di
'cresta'.
Visti da Nord-Est, da sx Il M. Colombera, Cimon di Palantina e la forc. del Cavallo. Segnato il tracciato di discesa.
Si sale per un bel sentierino segnato con molti tornanti
che non presenta difficolta' fino alla Forcella dei Furlani
mt.2135 ma essa non sembra proprio avere sbocco dall'altra parte,
in val Piccola, dove le rocce strapiombano per centinaia di
metri. Da questa forcella, dei piccoli segni rossi salgono
diritti su per le rocce, sicche' il viandante timoroso potrebbe
essere preso da spavento all'idea di risalirle senza una corda.
Quei segni, probabilmente, seguono una facile via su roccia,
mentre dalla forcella, il sentiero taglia in leggera salita il
versante sud del M.Cavallo per cengia fino ad una corda metallica
che si segue per una cengia.
Qui' vi sono due lapidi ed in realta', se una persona
dovesse smuovere un sasso nei pressi della vetta, questo sasso
scendendo il canalino potrebbe fare anche due morti in un colpo solo....
La corda metallica segue il canalino per piu' di cento metri
ininterrottamente fino in vetta, talvolta essa e' doppia, in modo
da consentire un traffico di turisti in entrambi i sensi senza litigi.
La vetta del M.Cavallo (mt. 2251) presenta un palo
trigonometrico a base triangolare sul quale e' fissato il
contenitore del libro di vetta. Una bella scultura in bronzo
e' sita poco sotto la vetta ed ad ogni appiglio e' fissato un
rosario..... il viandante timoroso, tra rocce, strapiombi,
lapidi, non manchera' certo di usare anche il rosario prima
del ritorno.... se mai ritornera'...! (1.30)
Dalla vetta il panorama e' grandioso, ed e' meraviglioso
seguire a nord ovest le creste del Guslon, a nord la
bellissima catena di creste e di monti che, iniziando dal
M.Teverone, ininterrottamente prosegue fino al M.Sestier, dove
l'omonima forcella fa da spartiaque con il M.Caulana, a forma di
corno. Poco distante da noi, a nord, la Cima del M.Lasta
(mt.2247) ai piedi della quale , sotto a noi, si vede il
rif.Semenza.
Panotama dalla vetta del M.Cavallo verso Piancavallo
In basso ad ovest il grandioso piano del Cansiglio e le sue
foreste sembrano salire verso di noi per la Val de Piera.
In basso ad est la strada che sale da Barcis a Piancavallo,
con il grande bacino artificiale d'acqua di forma rettangolare.
Si nota come un ceffone il contrasto tra le architetture
montane dell'Alpago e quelle di Piancavallo ed e' meglio sedersi
ed ammirare il panorama poco sotto la cima, rivolti a nord....
La cima del M.Cavallo e' stata discesa con gli sci da
alpinisti dell'Alpago per il versante nord.
Si imbocca il sentiero che, sotto la cima a nord, prosegue
giu' per il filo di cresta con passaggi ben attrezzati fino a
portarsi sulla forcella ghiaiosa e rocciosa che separa il
M.Cavallo dal M.Laste.(a quota mt.2200).
Nella discesa si possono ammirare le pareti nord del Cimon
dei Furlani che strapiombano per 300 metri in val Piccola.
Qui' vi e' un bivio: si puo' proseguire in cresta per via
ferrata lungo l'alta via nr.7 salendo le roccette, oppure si
scende giu' per un ghiaione e per bel sentiero fino al rif.
Semenza (mt.2020). Il nostro percorso segue quest'ultima
possibilita'. Si perviene al Rifugio in circa mezz'ora dalla
vetta, nei pressi del rifugio vi e' la teleferica di servizio.
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Ad ovest, sotto la parete rocciosa del M.Cornor, i servizi
WC del rifugio sono bene in vista, e si notano sin dalla cima
del M.Cavallo, con soddisfazione del nostro viandante
timoroso che appaghera' finalmente tutte le sue paure.
Il rifugio e' dotato di radiotelefono esterno con
possibilita' di telefonare in caso di emergenza rompendo il vetro.
Dal rifugio e' possibile scendere la Val de Piera per
sentiero (923) che passa per la Madonna delle Penne Nere.
Altro sentiero (nr.926) taglia in salita la costa della Cima
delle Vacche proveniendo da Coltoront, altro sentiero segnato
(nr.924) proviene dalla val Salatis, al di la' di forc.Laste.
Un'altro sentiero sempre con numero 924 arriva dalla Cima Laste
in forcella (attrezzato).
Dalla forcella, per sentiero nr.925 si puo' pervenire alla
forc.di Val Grande e da qui' o si scende giu' per la val Grande a
pian Mazzega oppure si prosegue per forc.Caulana e forc.Sestier.
Il bivacco invernale e' sito al di la' di forc.Laste, alla
stessa altezza. (mt.2036) E' aperto quando il rifugio e' chiuso e
puo' ospitare fino a nove persone su brande, vi sono coperte e
sgabelli, candele, un fornelletto a gas, un armadietto con tavolino.
La mia guida (anno 1985) Flavio da Lamosano
Dalla vetta del M.Laste a sx M.Sestier ad a dx Cima di Valgrande (foto di Martina Garzotto)
La Val Salatis occupata dalle nuvole a sx cresta del M.Cornòr - Castelàt - Guslòn (foto di Martina Garzotto)
dalla vetta del M.Laste verso la catena dei monti dell'Alpago dal Col Nudo al M.Sestièr, in basso Val Salatis.
(foto di Martina Garzotto)
Il percorso ora ci porta alla forc.Laste che si scende per
qualche decina di metri verso la val Sperlonga.
(la val Sperlonga sbocca in val Salatis.)
Si attraversa la valletta verso sinistra e poi si segue
una traccia su ghiaione (non segnata) che attraversa verso nord
ed in leggera salita sotto il M.Cornor (mt.2170) fino a
pervenire ad una ampia forcella pratosa e molto panoramica.
Da qui' ad ovest si possono ammirare le creste del
M.Castelat che sembrano tutt'uno con le creste che scendendo dal
M.Guslon sovrastano con una fascia di rocce la val de la Casera.
(parallela ma piu' verso di noi sale la val Bona ed entrambe si
staccano dalla val Salatis verso sud.)
Si puo' ammirare ad Est la parte alta della val Sperlonga
con evidenti fenomeni carsici. Ad est il M.Caulana a forma di
corno e' separato dal M.Laste dalla forcella Val Grande,
transitabile in entrambi i versanti.
Il bel sentiero (non segnato) taglia ora i ghiaioni nord del
monte Cornor e punta verso la forcella che separa il M.Cornor dal
M.Castelat. Vi si perviene salendo in breve, affacciandosi sulla
Val di Piera. (e' possibile scendere il versante opposto)
Si sale il filo di cresta del M.Castelat (mt.2208) e vi si
perviene senza alcun passaggio pericoloso, facilmente. In vetta
vi e' una piramide di sassi. Da qui' si possono ammirare di
fronte a noi le creste del M.Guslon che poi seguiremo, e
distintamente si distinguono a nord la val della Casera e la Val
Bona che salgono dalla val Salatis su terreno carsico piuttosto
accidentato. A sud la Cima delle Vacche piu' bassa di noi, con la
sua bellissima cresta che contiene , a nord, la valle del Cadin,
limitata dalle creste che stiamo percorrendo. Oltre, a sud, i
pascoli e le lame di malga Pian Grande e Col Indes.
Si prosegue facilmente in discesa per il filo di cresta
fino alla forcellina (mt.2110) che separa Il Castelat dal Guslon
e che e' risalibile anche a nord per un canalino roccioso di
una trentina di metri. (questo punto e' raggiungibile anche
aggirando a nord il m.Castelat per ghiaioni)
Dalla forcella si sale tenendosi a sud del filo di cresta
per sentierino e poi sul filo di cresta oltrepassando un passo
roccioso molto facile e non pericoloso. Si perviene sempre per il
filo di cresta fino alla vetta del M.Guslon (mt.2195) sulla vetta
e' segnata una quota di mt. 2193. Tutte le creste percorse finora
dalla forcella Laste sono agibili facilmente e senza passaggi
pericolosi. (2h dal rif.Semenza)
Il M.Guslon e' classico come salita di sci-alpinismo ed a
sud-ovest scendono i prati sciabili fino a Col Indes.
Sulla cresta ovest vi sono delle croci incise su dei massi
a confine tra il territori di Irrighe e Tambre di Alpago.
Questo confine scende poi per la cresta ovest del M.Guslon.
Si prosegue in discesa per la cresta ovest sovrastando un
circo ghiaioso che scende verso nord in val Vallazza.
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NB: in fondo a questo circo ghiaioso vi e' un passaggio su
roccette che porta con un salto di una trentina di metri
sulle ghiaie della alta Val Vallazza, (traccia) esso e'
sconsigliabile in discesa a chi non abbia una buona sicurezza nel
scendere roccette piuttosto ghiaiose. Il viandante timoroso e'
bene che prosegua per il comodo costone erboso verso ovest.
Questo salto roccioso e' stato percorso sia in salita che in
discesa nel 1989 in inverno e con gli sci da Dario .....ù
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Si scende la cresta ovest fino ad una evidente forcelletta
pratosa sul versante sud-ovest e rocciosa sul versante nord.
Questa forcelletta e' a quota mt.2040 e presenta a nord un
bellissimo passaggio con sentiero, incavato nella roccia come
canalino dapprima e cengia poi.
Lo si imbocca con un po' di attenzione in quanto la roccia
e' friabile, ma esso non e' esposto ed il nostro viandante
timoroso potrebbe anche percorrerlo a 'rebottole' senza grandi
conseguenze. Si prosegue per cengia sottocroda fino a porre il
piede sui bei ghiaioni della Val Vallazza che si scenderanno con
grande soddisfazione a mo' di sciata.
Si prosegue sempre mantenendosi sulla parte centrale della
valletta di sinistra (scendendo) oltrepassando dei grossi massi
per traccia che scendendo qua' e la' evitando i baranci diviene
sempre piu' evidente. Si scende sempre al centro della valletta e
si supera un salto di roccia deviando a destra per poi riportarsi
a sinistra e passare sottocroda sotto a grandi landri e puntando
verso il sentiero che si vede risalire la costa mugosa che
limita a sud la Vallazza a q.1637 mt. (sinistra scendendo)
Poco prima di arrivare sulla forcelletta pratosa, si
incrocia un sentierino che risale attraversando la Vallazza da
nord. Ora siamo sulla costa boscosa che separa il Pian di Tac dal
Pian di March e scendiamo dapprima per traccia incerta, poi per
sentiero sempre piu' marcato, tenendosi sul versante sud della
costa. La bella mulattiera scende poi con molti tornanti fino a
1400 mt. di quota dove incrocia la pista forestale che congiunge
il Pian di March con malga Pian Grande in localita' Vigonella.
Si segue la pista forestale verso sud per alcuni chilometri,
dapprima in breve salita, poi in pianura ed infine in discesa
fino ai pascoli di Malga pian grande, chiudendo l'anello di
questo magnifico percorso. (1.30-2h dalla cima del Guslon)
Ore 8.30-9 escluse le soste.
Dislivello mt. 1350 in salita ed altrettanti in discesa
non vi e' acqua sul percorso escludendo il rif.Semenza.
Sci alpinismo anno 1988 nella Busa della Vallazza del M.Guslòn
Da sx Dario, Flavio, Dario, Gian, Antonio
Note storiche con valenza toponomastica
Queste note sono tratte dai più antichi libri di storia del bellunese, riporto alcuni ritagli che descrivono quanto siano stati importanti come cibo gli s'ciòs (chiocciole) delle montagne dell'Alpago, rinomati anche all'estero.
Vengono riportate anche note sulla minaccia dei Turchi che erano arrivati a depredare Sacile ed Aviano e come si sia fatto uno studio militare per fermarli con truppe armate nei passaggi giusti. Riporto scansione di ritagli onde evitare errori di trascrizione dal volgare dell'epoca all'italiano.
Sono molto interessanti i toponimi ed oronimi. (val Turcana, Selva Canseja, Caida, Lago Pisino, ecc.)
Ritaglio da: BARPO GIO BATTISTA 'Descrittione di Cividal di Belluno e suo territorio' 1690 rist. 1975 - Nuovi Sentieri Editore
Anno 1499: strade di accesso, difese dall'invasione dei turchi.
Ritaglio da: GIORGIO PILONI - Hstoria della città di Belluno –1607 – Ristampa Tipog. Sommavilla Belluno- 1929
Casere Fagarei, Socher con la frana bene evidenziata, la strada che conduce al castello.
Ritaglio da: VON ZACH ANTON - Kriegskarte 1798-1805 -Il ducato di Venezia