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M.Cavallo - Piumovimento dalle Dolomiti

Escursioni e curiosità storiche con testi di Gian Garzotto
(Sito parzialmente in costruzione)
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M.Cavallo

Dolomiti > Monti dell'Alpago
TRAVERSATA IN CRESTA DAL M.CIMON DI PALANTINA M.CAVALLO
    M.CASTELAT e M.GUSLON (giro ad anello da Col Indes)




                       Da sx Cima delle Vacche, M.Cavallo, Palantina e sotto i pascoli di Col Indes

    
    
    E' un giro stupendo attraverso parte delle montagne
dell'Alpago, e' in parte tracciato dal C.A.I. ed in parte si
compie senza seguire segni sul terreno, ma la traccia in questi
casi e' evidente. Si supera anche qualche tratto ferrato sulla
zona del M.Cavallo. Si tiene in gran parte oltre i 2000 mt.
     E' un percorso per esperti alpinisti.
Da Col Indes di Tambre d'Alpago (mt.1180) si prosegue per la
strada asfaltata superando la malga di Pian Grande (mt.1211)
adibita ad agriturismo, e, salendo verso la malga di Coltoront,
in una valletta in  curva verso sinistra, si inoltra la pista di
servizio per il rif. Semenza in direzione est. Segnavia. q.1260.
Sent.nr.923
    La strada si inoltra nel bel pascolo ove vi sono delle lame
d'acqua e ben presto entra nel bosco di faggi ad alto fusto. Essa
prosegue nel bosco sempre ben segnata e transitabile per mezzi
fuoristrada autorizzati. Superato lo spartiacque della costa che
scende dalla Cima delle Vacche (mt.2063) a quota 1402 mt. si
supera il bivio con il sentiero che proviene su per la costa dal
vivaio di S.Anna o Col Indes e si piega decisamente a sinistra
(n.ovest).
    Si  prosegue in discesa sulla sinistra della Val de Piera,
che  si  attraversa  ad  un  bivio   (mt.1375)  con  segnaletica,
abbandonando il sent. 923 per il sent. 993 e  passando
sulla costa che scende dal Cimon di Palantina. (Col del Cuc)
    
    NB: proseguendo diritti si oltrepassa la Madonna delle Penne
Nere  e  si  prosegue  fino  a  forc.Laste  per sent. 923 ove  e'
ubicato  il rif. Semenza in circa 1 ora.
    
    Tagliata in salita la costa suddetta si perviene in breve
presso la Casera Palantina a mt.1508. Le Casere sono in buone
condizioni e possono offrire riparo in caso di pioggia. (1h)





    Dalla casera, guardando verso est, la cima a sinistra e' il
Cimon di Palantina (mt.2190) verso  destra vi e' il M.Colombera,
ed ancora piu' a destra il M.Forcella (mt.1902) con forc.
Pallantina (mt.1778) ove sale il sentiero per Piancavallo.
Altro sentiero nr.993 aggira a sud la forc.Palantina ed il M.Zuc
Torondo arrivando poi a Piancavallo.
    Diritto  giu'  per la  valle (riva delle  Taie)  un sentiero
porta al fondovalle scendendo la Val de Piera.    
Un altro  sentiero (nr.922  alta via nr.6)  scende dalla casera a
Canaie vicino S.Anna per la costa di Val Bella.
----
    Poco prima delle Casere, si dipartono due sentieri sulla
sinistra a quota mt. 1521 (vicino,  un capitello): il piu' basso
aggira il Col del Cuc (nr.922)  e si ricongiunge con  il sentiero
che sale al rif.Semenza a quota mt.1630.
    Il sentiero che ci interessa invece, punta diritto alla
crestina del Col del Cuc tagliando per ghiaione il versante sud e
salendo da sinistra verso destra.(alta via nr.7)
    Una volta in cresta la  si segue per  bel sentierino segnato
con segni rosso-blu fino a quota mt.1900 circa dove il sentierino
abbandona la cresta e taglia il pendio verso destra; a quota 2100
il sentierino  taglia  in  piano e  ben  marcato  per  una cengia
pittosto esposta il  Cimon di  Palantina,  verso destra, fino ad
un canalino roccioso.  Qui' la traccia prosegue evidente in piano
per la   cengia   verso la  forcella  di  cresta (forc. Colombera)
(risalibile anche dall'altro versante),   invece bisogna risalire
il facile canalino roccioso che abbiamo incontrato verso sinistra
(segni  rosso blu)  fino  ad  una forcellina  rocciosa  in cresta
(q.2130 circa). (1h)

    Da questa  forcellina  si  diparte la traccia  che con segni
rossi porta alla cima del Cimon di Palantina.  La cima del Cimon
e'  raggiungibile anche dalla quota 1900 proseguendo su al centro
della  valletta ripida e sassosa ed  e'  quest'ultimo il classico
percorso invernale con gli sci.
    Il percorso descritto evita il saliscendi della vetta.
    Da questo punto possiamo ammirare il M.Cavallo (mt.2251) e
piu' a destra  il Cimon dei Furlani (mt.2183) separati dalla
omonima forcella. Giu' a destra Piancavallo.
    -----
     
    Il sentierino prosegue segnato e ben marcato scendendo in
diagonale da destra verso sinistra i ripidissimi prati ad est del
Cimon di Palantina puntando verso la Forcella del Cavallo.
    La discesa richiede tranquillita' ed attenzione, non perche'
il sentierino sia oggetivamente brutto o difficile, ma per la
grande esposizione dello stesso. Non e' permesso scivolare.
    Io sconsiglierei a chiunque di scendere questo sentierino
appena dopo  una pioggia, se non con 'giazin' ben fissati ai
talloni.
    Il viandante timoroso e' meglio che osservi solamente il
sentiero, desistendo dal guardare piu' in basso....
    
    -----
    
     La forc.del Cavallo a q.2055 permette una bellissima
visuale della Val de Piera con il rif.Semenza. Di fronte a noi la
Cima delle Vacche con i due sentieri (alto e basso) che tagliano
la sua costa. Piu' a destra il M.Castelat ed il M.Cornor che si
confonde in una unica cresta.
    Verso il versante Sud, il  Piancavallo, con alberghi ed una
moltitudine di ripetitori radio.
     Si nota distintamente il sentiero che risale la val Sughet,
salendo a destra della valle e passando sotto alle crode,  fino a
noi.
    Questa forcella non e' risalibile dall'altro versante (di
Val de Piera) se non per via di roccia. Qui' vi e' un bivio,
infatti e' possibile salire il M.Cavallo sia per cresta, che e'
il percorso che sale diretto oltre la forcella per crode (1^-2^
grado ) poi per cresta ed e' segnato, sia per via ferrata che e'
il percorso che seguiremo noi e che verra' ora descritto.  

    
    Si scende per bel sentiero segnato sotto le crode alla
sinistra della valle fino ad un segnavia a quota 2000 circa.
    Il bivio e' vicino ad una lapide che ricorda una persona
caduta su questa montagna.
    Questa  via di salita e' chiamata 'diretta', quella che
abbiamo lasciato dalla forcella del Cavallo e' chiamata di
'cresta'.


Visti da Nord-Est, da sx Il M. Colombera, Cimon di Palantina e la forc. del Cavallo. Segnato il tracciato di discesa.

    Si  sale per un bel sentierino  segnato   con molti tornanti
che  non presenta  difficolta'  fino  alla  Forcella  dei Furlani
mt.2135 ma essa non sembra proprio avere sbocco dall'altra parte,
in val Piccola,  dove  le  rocce  strapiombano  per  centinaia di
metri.  Da  questa  forcella,  dei  piccoli  segni  rossi salgono
diritti su per   le rocce, sicche' il viandante timoroso potrebbe
essere preso da spavento all'idea di risalirle senza una corda.
    Quei segni, probabilmente, seguono una facile via su roccia,
mentre dalla forcella,  il sentiero  taglia in leggera  salita il
versante sud del M.Cavallo per cengia fino ad una corda metallica
che  si segue  per una cengia.
    Qui'  vi sono  due lapidi  ed  in  realta',  se  una persona
dovesse  smuovere un sasso nei pressi  della vetta,  questo sasso
scendendo il   canalino potrebbe fare anche due morti in un colpo solo....
    La corda metallica segue il canalino per piu' di cento metri
ininterrottamente fino in vetta, talvolta essa e' doppia, in modo
da consentire un  traffico di turisti in  entrambi  i sensi senza litigi.
    La  vetta  del   M.Cavallo  (mt.   2251)  presenta  un  palo
trigonometrico a base  triangolare  sul  quale   e'   fissato  il
contenitore del   libro di   vetta.  Una bella scultura in bronzo
e'  sita poco sotto la vetta ed ad  ogni appiglio e'   fissato un
rosario.....  il  viandante  timoroso,   tra  rocce,  strapiombi,
lapidi,  non manchera'  certo   di  usare anche il  rosario prima
del ritorno....  se  mai ritornera'...! (1.30)
    Dalla vetta il  panorama  e'  grandioso,  ed e' meraviglioso
seguire  a  nord  ovest  le  creste  del  Guslon,  a     nord  la
bellissima  catena  di  creste  e  di  monti  che,  iniziando dal
M.Teverone,  ininterrottamente  prosegue fino al  M.Sestier, dove
l'omonima forcella fa da spartiaque con il M.Caulana,  a forma di
corno.  Poco  distante  da  noi,  a  nord,  la  Cima  del M.Lasta
(mt.2247)  ai  piedi della  quale  ,  sotto  a  noi,  si  vede il
rif.Semenza.







                                    Panotama dalla vetta del M.Cavallo verso Piancavallo

    In basso ad ovest il grandioso piano del Cansiglio  e le sue
foreste sembrano salire verso di noi per la Val de Piera.
    In basso ad est la strada che sale da  Barcis a Piancavallo,
con il grande bacino artificiale d'acqua di forma rettangolare.
    Si nota  come un ceffone   il contrasto  tra le architetture
montane dell'Alpago e quelle di Piancavallo ed e'  meglio sedersi
ed ammirare il panorama poco sotto la cima, rivolti a nord....

    La  cima  del M.Cavallo e'  stata  discesa  con  gli  sci da
alpinisti dell'Alpago per il versante nord.
    
    Si imbocca il sentiero che,  sotto la cima  a nord, prosegue
giu'  per il filo  di cresta con passaggi  ben attrezzati  fino a
portarsi  sulla  forcella  ghiaiosa  e  rocciosa  che  separa  il
M.Cavallo dal M.Laste.(a quota mt.2200).
    Nella discesa si possono ammirare  le pareti nord  del Cimon
dei Furlani che strapiombano per 300 metri in val Piccola.
    Qui'  vi e' un bivio: si puo'  proseguire  in cresta per via
ferrata  lungo l'alta via  nr.7   salendo le roccette,  oppure si
scende giu'  per un ghiaione e  per bel sentiero  fino   al  rif.
Semenza  (mt.2020).   Il   nostro  percorso   segue  quest'ultima
possibilita'.  Si perviene al Rifugio in  circa    mezz'ora dalla
vetta, nei pressi del rifugio vi e' la teleferica di servizio.
    
    -------
      Ad ovest, sotto la parete rocciosa del M.Cornor, i servizi
WC del rifugio sono bene in  vista,  e si  notano  sin dalla cima
del  M.Cavallo,   con  soddisfazione    del    nostro   viandante
timoroso  che  appaghera' finalmente tutte le sue paure.
        Il  rifugio  e'   dotato  di  radiotelefono  esterno con
possibilita'  di  telefonare  in  caso  di  emergenza rompendo il vetro.
    Dal rifugio  e'  possibile  scendere  la  Val  de  Piera per
sentiero (923)  che  passa  per  la  Madonna  delle  Penne  Nere.
Altro sentiero (nr.926)  taglia  in  salita  la  costa della Cima
delle Vacche proveniendo da  Coltoront,   altro sentiero  segnato
(nr.924) proviene dalla val Salatis, al di la' di forc.Laste.
Un'altro sentiero sempre con  numero 924  arriva dalla Cima Laste
in forcella (attrezzato).
Dalla  forcella,  per  sentiero  nr.925  si  puo'  pervenire alla
forc.di Val Grande e da qui' o si scende giu' per la val Grande a
pian Mazzega oppure si prosegue per forc.Caulana e forc.Sestier.
Il bivacco invernale e'  sito al di la'  di forc.Laste, alla
stessa altezza. (mt.2036) E' aperto quando il rifugio e' chiuso e
puo'  ospitare fino a nove persone  su brande,  vi sono coperte e
sgabelli,  candele,  un  fornelletto  a  gas,  un  armadietto con tavolino.


                                            La mia guida (anno 1985) Flavio da Lamosano






    


Dalla vetta del M.Laste a sx M.Sestier ad a dx Cima di Valgrande                            (foto di Martina Garzotto)

 La Val Salatis occupata dalle nuvole a sx cresta del M.Cornòr - Castelàt - Guslòn      (foto di Martina Garzotto)

 dalla vetta del M.Laste verso la catena dei monti dell'Alpago dal Col Nudo al M.Sestièr, in basso Val Salatis.
 (foto di Martina Garzotto)


    Il percorso ora ci porta  alla forc.Laste che si  scende per
qualche decina  di  metri verso la val Sperlonga.
(la val Sperlonga  sbocca in val Salatis.)
       Si attraversa la valletta  verso sinistra  e poi si segue
una traccia su ghiaione  (non segnata)  che attraversa verso nord
ed  in  leggera  salita  sotto   il  M.Cornor  (mt.2170)  fino  a
pervenire ad una ampia forcella pratosa e molto panoramica.
    Da  qui'   ad  ovest  si  possono  ammirare  le  creste  del
M.Castelat che sembrano tutt'uno con le creste  che scendendo dal
M.Guslon sovrastano con una fascia di rocce la val  de la Casera.
(parallela ma piu'  verso di noi sale la val Bona  ed entrambe si
staccano dalla val Salatis verso sud.)
    Si puo'  ammirare ad Est la  parte alta  della val Sperlonga
con evidenti  fenomeni  carsici.  Ad est il M.Caulana a  forma di
corno  e'   separato  dal  M.Laste  dalla  forcella  Val  Grande,
transitabile in entrambi i versanti.
    Il bel sentiero (non segnato) taglia ora i ghiaioni nord del
monte Cornor e punta verso la forcella che separa il M.Cornor dal
M.Castelat.  Vi si perviene salendo in breve, affacciandosi sulla
Val di Piera. (e' possibile scendere il versante opposto)
      Si sale il filo di cresta del M.Castelat (mt.2208) e vi si
perviene senza alcun passaggio pericoloso,  facilmente.  In vetta
vi e'  una piramide  di  sassi.  Da qui'  si possono  ammirare di
fronte     a noi le  creste  del M.Guslon  che  poi  seguiremo, e
distintamente si distinguono a nord la val della Casera  e la Val
Bona che salgono dalla val Salatis su  terreno  carsico piuttosto
accidentato. A sud la Cima delle Vacche piu' bassa di noi, con la
sua bellissima cresta che contiene ,  a nord, la valle del Cadin,
limitata dalle creste  che stiamo  percorrendo.  Oltre,  a sud, i
pascoli e le lame di malga Pian Grande e Col Indes.  
    Si  prosegue  facilmente in discesa per il  filo  di  cresta
fino alla forcellina (mt.2110)  che separa Il Castelat dal Guslon
e che e'     risalibile anche a nord per un  canalino roccioso di
una  trentina  di  metri.  (questo punto  e'  raggiungibile anche
aggirando a nord il m.Castelat per ghiaioni)
    Dalla forcella si sale tenendosi   a sud del filo  di cresta
per sentierino  e poi sul filo  di cresta oltrepassando  un passo
roccioso molto facile e non pericoloso. Si perviene sempre per il
filo di cresta fino alla vetta del M.Guslon (mt.2195) sulla vetta
e' segnata una quota di mt. 2193. Tutte le creste percorse finora
dalla  forcella  Laste sono  agibili facilmente  e senza passaggi
pericolosi. (2h dal rif.Semenza)
    Il  M.Guslon e'  classico come salita di  sci-alpinismo ed a
sud-ovest  scendono i prati sciabili fino a Col Indes.
    Sulla cresta ovest vi sono delle croci incise  su  dei massi
a  confine tra il   territori  di   Irrighe e  Tambre  di Alpago.
Questo confine scende  poi per la cresta ovest del M.Guslon.
    Si prosegue  in discesa  per la cresta ovest  sovrastando un
circo ghiaioso che scende verso nord in val Vallazza.
    -----
    NB:  in fondo a questo circo ghiaioso vi e'  un passaggio su
roccette  che porta con un salto di una trentina di metri
sulle  ghiaie  della  alta  Val   Vallazza,   (traccia)  esso  e'
sconsigliabile in discesa a chi non abbia una buona sicurezza nel
scendere  roccette  piuttosto ghiaiose.  Il viandante timoroso e'
bene che prosegua per il comodo costone erboso verso ovest.
    Questo salto roccioso e' stato percorso sia in salita che in
discesa nel 1989 in inverno e con gli sci da Dario .....ù
------




    
    Si scende la cresta ovest fino  ad  una evidente forcelletta
pratosa sul versante sud-ovest e rocciosa sul versante nord.
    Questa forcelletta e'  a quota mt.2040  e presenta a nord un
bellissimo passaggio con  sentiero,  incavato  nella  roccia come
canalino dapprima e cengia poi.
    Lo si imbocca con un po'  di attenzione in quanto  la roccia
e'  friabile,  ma esso  non e'  esposto  ed  il  nostro viandante
timoroso  potrebbe  anche percorrerlo a 'rebottole'  senza grandi
conseguenze.  Si prosegue per cengia  sottocroda fino a  porre il
piede sui  bei ghiaioni della Val Vallazza che si scenderanno con
grande soddisfazione a mo' di sciata.
    Si prosegue  sempre mantenendosi sulla parte  centrale della
valletta di sinistra  (scendendo)  oltrepassando dei grossi massi
per traccia che scendendo qua'  e la' evitando  i baranci diviene
sempre piu' evidente. Si scende sempre al centro della valletta e
si supera un salto di roccia deviando a destra per poi riportarsi
a sinistra e passare sottocroda sotto a grandi  landri e puntando
verso il   sentiero   che si  vede  risalire la costa  mugosa che
limita a sud la Vallazza a q.1637 mt. (sinistra scendendo)
      Poco  prima  di  arrivare  sulla  forcelletta  pratosa, si
incrocia un  sentierino  che risale attraversando  la Vallazza da
nord. Ora siamo sulla costa boscosa che separa il Pian di Tac dal
Pian di March e scendiamo dapprima  per traccia incerta,  poi per
sentiero  sempre piu'  marcato,  tenendosi sul versante sud della
costa.  La bella mulattiera scende poi con molti  tornanti fino a
1400  mt. di quota dove incrocia la pista forestale che congiunge
il Pian di March con malga Pian Grande in localita' Vigonella.
    Si segue la pista forestale verso sud per alcuni chilometri,
dapprima in  breve salita,  poi  in pianura ed infine  in discesa
fino ai  pascoli di  Malga  pian  grande,  chiudendo  l'anello di
questo magnifico percorso.  (1.30-2h dalla cima del Guslon)
    
    
    Ore 8.30-9 escluse le soste.
    Dislivello mt. 1350 in salita ed altrettanti in discesa
    non vi e' acqua sul percorso escludendo il rif.Semenza.


Sci alpinismo anno 1988 nella Busa della Vallazza del M.Guslòn
Da sx  Dario, Flavio, Dario, Gian, Antonio


                                       Note storiche con valenza toponomastica

Queste note sono tratte dai più antichi libri di storia del bellunese, riporto alcuni ritagli che descrivono quanto siano stati importanti come cibo gli s'ciòs (chiocciole) delle montagne dell'Alpago, rinomati anche all'estero.
Vengono riportate anche note sulla minaccia dei Turchi che erano arrivati a depredare Sacile ed Aviano e come si sia fatto uno studio militare per fermarli con truppe armate nei passaggi giusti.  Riporto scansione di ritagli onde evitare errori di trascrizione dal volgare dell'epoca  all'italiano.




 Sono molto interessanti i toponimi ed oronimi. (val Turcana, Selva Canseja, Caida,  Lago Pisino, ecc.)
Ritaglio da: BARPO GIO BATTISTA 'Descrittione di Cividal di Belluno e suo territorio' 1690 rist. 1975 - Nuovi Sentieri Editore



                               Anno 1499: strade di accesso, difese dall'invasione dei turchi.
Ritaglio da: GIORGIO PILONI - Hstoria della città di Belluno –1607 – Ristampa Tipog. Sommavilla Belluno- 1929



            Casere Fagarei, Socher con la frana bene evidenziata, la strada che conduce al castello.
                   Ritaglio da: VON ZACH ANTON - Kriegskarte 1798-1805 -Il ducato di Venezia

    
     
     
    
        

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