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Carè Alto - Piumovimento dalle Dolomiti

Escursioni e curiosità storiche con testi di Gian Garzotto
(Sito parzialmente in costruzione)
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Carè Alto

Adamello
ALTA ATTRAVERSATA  DEI GHIACCIAI DI  "LARES"  E  DI  "LOBBIA" (3giorni)
Per i rifugi Carè Alto (m.2459), passo di Cavento (m.3198)  e Lobbia Alta (m.3040)

Grandiosa escursione di tre giornate che offre tutte le varietà dell'ambiente alpino.
Si tratta di una escursione di carattere alpinistico, con passaggi tra crepacci su ghiacciaio e brevi passaggi su roccia di 1^ e 2^ grado con chiodi in loco.
L'alta quota del percorso consiglia un abbigliamento quasi invernale e l'attrezzatura consigliata è corda, ramponi, piccozza, un paio di moschettoni e cordini per persona.

(NB. All'anno 2003 il rifugio Lobbia Alta è in ristrutturazione e per circa tre anni il servizio è espletato nel prefabbricato sito al passo della Lobbia Alta con capienza di circa 40 persone - sale pranzo - nr.3 servizi)

AVVICINAMENTO

Lo sviluppo del percorso prevede l'uso di due automezzi, l'uno parcheggiato in Val di Genova (imbocco della valle a nord del paese di Carisolo) presso la località  "ponte Maria" (Malga Genova) sita circa trecento metri oltre il punto informazioni del Parco dell'Adamello con ampio parcheggio (m.1115).
Si dovrà poi ritornare in Val Rendena dove presso il paese di  Spiazzo si devia ad ovest.
Si entra nel paesino dove una contorta stradina sempre asfaltata sale inoltrandosi nella Val Borzago.
Quasi nel fondo della valle vi è un ampio parcheggio (mt.1260) ove è possibile parcheggiare la seconda auto.(eventualmente il servizio TAXI tel. 0465.501760  oppure 336.787969 sig. Sergio Lorenzetti.- spesa di circa euro 50)

SALITA AL RIFUGIO CARE' ALTO (1^ GIORNO)


Il rif. Carè Alto (m.2450) con la cappella eretta dal locale comando austriaco della prima guerra mondiale

Il rifugio Carè Alto è già ben visibile sin dalla Val Borzago su in alto sulla sinistra del filo di cresta a mezza montagna, oltre il limite della vegetazione.
Dal parcheggio si prosegue per la pista forestale sterrata che con qualche tornante porta in vista della teleferica di servizio del rifugio mt.1400 circa.
Qui si abbandona la stradina prendendo a sinistra per il sentiero n.213 che con buona pendenza risale la sinistra orografica del torrente Bedù di Pelugo.
Si risale per oltre duecento metri sino ad un ponticello il legno a m.1638.
(prima del ponte bivio con il sentiero n.215b per il passo Altar e Pozzoni)
Oltre il ponte si sale a stretti tornanti per ripida erta sino al un pulpito panoramico con panchina che offre un buon punto di sosta a m. 2000. (circa due ore dal parcheggio)
Si prosegue uscendo dalla vegetazione, passando sotto alla teleferica del rifugio ed avvicinandosi alle ampie coste della Val Conca in direzione del monte Corna Guzza..
Dalla quota di m.2150 il Rifugio sarà sempre in vista verso nord-ovest e lo si raggiunge per buon sentiero seppur ripido. (mt.2450)
Prima di giungere al Rifugio si incontra la chiesetta costruita dai prigionieri russi durante il primo conflitto mondiale. In questo luogo vi era una cittadella militare austriaca con un ospedaletto che serviva tutto il fronte di guerra della zona del Carè Alto.
Buona copertura telefonica sulla parte alta del percorso.
Rif. Telefono 0461-948080  fax 02700541210 - Locale invernale solo con coperte.

Ore 3.30-4 circa.
Dislivello circa 1200 mt.
Acqua: abbondante solo nella prima parte del percorso.







                                     SALITA ALLA BOCCHETTA DEL CANNONE mt.2850

Lungo la cresta est che cala dal Carè Alto, alla quota di m.2850 sul filo di cresta vi è un cannone austriaco (da 120?) rimesso in loco dopo la fine del conflitto e puntato verso la Vedretta di Lares. Il percorso è segnato con vernice rossa.
Dal rifugio si segue il sentiero in salita che punta diritto verso la cresta a nord. Dapprima esso è ampio, lastricato e supera molte piazzole e basamenti piani ove un tempo vi erano baracche militari austriache. Poi procede sempre sotto le crode verso est, con qualche piccolo passaggio di uno-due metri su facili rocce. (Come segnavia vi è pure un obice con tanto di spoletta.)
In vista della Bocchetta (vi è un lungo palo in cresta) si arrampica su facili roccette, tra i ripiani dove vi erano costruzioni militari. Si supra l'ultimo diedrino-fessura che porta al cannone sito su di una piazzola in cresta ove vi è anche una lapide sita alla base di un pinnacolo dedicata all'Alpinista P.Girardelli.
Dalla Bocchetta del cannone è vicina e ben visibile ad est la vedretta di Conca (vedretta orientale del Carè Alto), mentre verso nord appare in basso a sx quello che resta della vedretta di Niscli e frontalmente la calotta del ghiacciaio di Lares con il sasso della Stria.

Dislivello circa 400 mt. ore 1.15.   non vi è acqua sul percorso.


                   DAL RIF. CARE' ALTO AL RIF. LOBBIA ALTA  per percorso alto (2^ GIORNO)






La partenza di mattina va fatta all'alba, non con il buio, per il passaggio iniziale adiacente al rifugio detto "Bus del Gat": a fine agosto si ha luce sufficiente dopo le 6 del mattino.

Una singolare cengia obliqua in forte pendenza con una altrettanto singolare stretta spaccatura (in parte artificiale) formano il cosiddetto "Bus del Gat", passaggio obbligato sito immediatamente sotto alla terrazza della teleferica del rifugio (percorso n.215)
Esso consente il facile passaggio dalla Val di Conca alla Val di Niscli.
il passaggio è stato facilitato con gradini in granito, maniglie ed infissi metallici cosicchè in assenza di neve o ghiaccio il transito è agevole ed elementare, seppur esposto e suggestivo ma sembra  spaventoso se visto frontalmente per effetto della prospettiva (chi va in montagna la conosce bene.)
Tutta una serie di chiodi comunque permettono la sicurezza con corda in caso di ghiaccio oppure il posizionamento di corde fisse nel caso di transito di comitive.
Il passaggio vero e proprio è di circa cinquanta metri, poi buon sentiero.
 
Oltre il "Bus del Gat" si prosegue in leggera discesa e con piccoli saliscendi, oltrepassando una prima costa morenica e quindi superando il torrentello che cala dalla Vedretta di Niscli  (si può usufruire di una corda metallica doppia fissata in loco).
Sulla nostra sinistra in alto il caratteristico spuntone del Sasso della Stria. (m.2950 Stria=strega)
Per sentiero militare tra larghi massi si risale con ampi tornanti la costa compresa tra il Sasso della Stria ad ovest e la cima Pozzoni a nord.  
Il largo sentiero finisce alla quota di mt.2570 circa dove vi è il bivio per i Pozzoni.
(possibile rifornimento d'acqua). Il sentiero n.215 infatti prosegue per il passo Altar in discesa mentre noi saliremo verso nord per la sella di Niscli.
Ora si risalgono circa trecento metri per sentierino talvolta incerto, ma sempre ben segnato sino alla sella di Niscli, (mt.2850) oltre la quale si cala una decina di metri (ometti) rasentando a sud i due laghetti e risalendo i lastroni di roccia (ometti) che ci portano nella valletta a sud-ovest del lago dei Pozzoni dove una lingua di ghiaccio permette di calzare l'attrezzatura nel luogo più vicino.
(Circa due ore dal rifugio.)



Si risale la calotta ghiacciata verso ovest con due diagonali calibrate sino in vista del M.Carè Alto che ci appare a sud-sud.ovest con le sue belle creste rocciose est e nord-est.
Ora si attraversa il falsopiano del ghiacciaio in direzione sud-ovest verso quel panettone ghiacciato sito tra le creste nord del Carè alto ed il M. Folletto.
Si attraversa in leggera salita trascurando pali o residui della guerra (non sono indicazioni). Si procede paralleli alla zona crepacciata attraversando i crepacci sul punto più stretto ma visibile.
Con due salite diagonali ci si porta sotto alle gobbe del Folletto, ed alla quota di circa 3200 mt. non si sale più ma si attraversa verso nord vicini alle rocce e lasciando a valle i crepacci. Ora si attraversa in leggerissima discesa sotto ai denti del Folletto.
Un largo e profondo crepaccio va costeggiato a valle e quindi si punta alla base della cresta est del Corno di Cavento, sempre pressochè in quota (a mt. 3230) ed in leggera salita.
Dopo aver superata la base rocciosa della cresta, il Passo di Cavento ed il bivacco Laeng sono in vista e ci appare più basso rispetto alla nostra posizione.
Il largo crepaccio che si diparte dalla cresta verso est va attraversato o rasente alle rocce oppure (noi abbiamo preferito così) costeggiandolo ad est in discesa per una cinquantina di metri  sino a che l'attraversamento - con una calatina di due metri -  risulta possibile).
Oltre la larga crepaccia si punta diagonalmente in discesa verso nord-ovest sino sotto alle rocce del passo che si raggiungono con una perdita di quota di circa una ottantina di metri.
Il vecchio percorso per risalire le rocce (segnato con vernice rossa) non è più agibile perché friabile. Bisogna spostarsi circa trenta metri a nord dei segni rossi dove un nuovo percorso (al 2003 chiodi con cordini ed asole penzolanti) permette di risalire dieci metri di roccia quindi per sentierino si perviene al soprastante Bivacco Laeng.) mt.3200.
Nb: il bivacco è sito sul filo di cresta, circa tre metri sopra alla depressione del passo che quota mt.3198)
Circa due ore e mezza dai Pozzoni. La copertura telefonica e' continua.

NB: Il Bivacco Laeng è un'ottima struttura a semibotte in legno con rivestimento metallico dotata di tavolo, sei posti letto con materassino e coperte. Vi sono viveri di emergenza.
Il Bivacco è ben tenuto. Per l'acqua bisogna scendere sotto alle rocce del versante est sotto alla "Bottiglia".





Dal Bivacco si scendono tre metri sino al passo e poi si raggiunge la crestina si solide rocce calando diagonalmente a nord e la si oltrepassa con un bel passo su roccia (buoni spuntoni per eventuale assicurazione)
Si scende per il canalino detritico (sentierino) sino ad un pulpito di solide rocce (due chiodi fissi) dove è possibile scendere venti metri per una paretina di rocce di 1^ e 2^ grado.
(qui è possibile l'assicurazione oppure mettere una corda fissa). La discesa è comunque divertente e si raggiunge così la lingua del ghiacciaio della Lobbia.

indossata l'attrezzatura da ghiaccio si scende una cinquantina di metri con media pendenza e si aggira un crepaccio a sinistra, oltre il quale si punta diretti in discesa al passo di Val di Fumo verso Nord-ovest.(Mt.2939) Si raggiunge il passo in falsopiano dopo circa 30 minuti.
Dal passo di Val di Fumo si prosegue verso nord ed oltrepassato in discesa il crestone che cala dalla Cima del Dosson di Genova si passa appena sotto alla cresta che cala dalla Cima della Croce e diagonalmente si risale il ghiaccaio per un centinaio di metri passando  sopra alle rocce a sud-est del Passo della Lobbia Alta. Si raggiunge il Passo (capanna in legno) subito oltre al quale è sito il Rifugio.
Circa ore 2 dal Passo di Cavento.



NB: non fare l'errore di scendere tutto il ghiacciaio della Lobbia per poi salire ad ovest la lingua di ghiacciaio che raggiunge ad ovest il M.Lobbia Alta. E' un gioco di prospettiva che potrebbe ingannare osservando dal Passo di Cavento. E' meglio puntare diretti verso il Passo della Lobbia  passando sopra le rocce sotto alla Cresta della Croce e giungendo pressochè in quota al passo.

Il Rifugio Lobbia Alta è sito una cinquantina di metri sopra al ghiacciaio in posizione pensile. All'anno 2003 è in ristrutturazione la cui durata è prevista sino al 2006.
tel. Rifugio  0465.52615  - (Il Gestore al 2003 è Romano Bertero Ceschini di Carisolo)




APPUNTI PER SALITA ALLA CIMA GIOVANNI PAOLO II ED AL CANNONE DA 149



L'ippopotamo da 149A fermo lì da quasi cent'anni...

Dal rifugio Lobbia Alta era possibile salire facilmente al cannone da 149 (che gli Alpini avevano piazzato alla quota di mt. 3305) ed alla cima della Croce o Cima Papa Giovanni Paolo II (mt. 3307).
Ora il ghiacciaio si è ritirato moltissimo e le due vie di accesso est ed ovest sono cambiate.

Per la via ovest bisogna scendere (verso ovest) aggirando bassi la cresta dell'osservatorio, quindi con tragitto diagonale verso sud aggirare il costone roccioso che cala dal passo del Dosson e risalire rasente ad esso sul lato sud  sino quasi al passo. (Il passo è inaccessibile oggi verso est a causa di un salto di roccia di circa trenta metri)
Verso nord quindi si sale la costa rocciosa diagonalmente per tracce di guerra portandosi alla cresta ove è situato il cannone. Per la cresta con l'ausilio di una corda si cala verso la Cima della Croce.

Per la via est dal rifugio, oltrepassato il passo della Lobbia,  si sale diagonalmente in direzione sud-est guadagnando quota per un centinaio di metri. In vista della cresta della Croce (che cala ad est rocciosa sin  quasi giù nel ghiacciaio della Lobbia) si attraversa diagonalmente (crepacci) sino circa alla altezza di mt.3125 e tolta l'attrezzatura da ghiaccio si scavalca la cresta rocciosa e si prosegue per sfasciumi e resti del ghiacciaio verso sud-ovest, traversando diagonalmente a sinistra con buona pendenza sino a raggiungere gli sfasciumi un centinaio di metri sotto ad un palo infisso in cresta.

Cresta Croce a dx il Corno di Cavento

Si prosegue poi per tracciato militare che con tre tornanti porta in cresta.Verso nord in breve alla Croce.
Per il cannone, si percorre la larga cresta sino ad una paretina con corda ed è possibile sia salire per la corda direttamente, sia traversando delicati (passo del gatto) a destra due metri sotto la cresta evitando la risalita. In breve alla quota del cannone. (note da Romano Ceschini gest. Rif. Lobbia Alta)
(in entrambi i casi circa ore 1.30)



PS: è stato attrezzato un percorso su granito che risale la cresta per roccette verso la Croce a dx della foto (dove è segnato il vecchio percorso originale per il Cannone da 149)



DISCESA DALLA  LOBBIA ALTA  PER VAL FOLGORIDA SINO A REGADA IN VAL DI GENOVA  PER IL PASSO DELLE TOPPETTE mt.2898

Dal Passo della Lobbia si cala decisamente in direzione est, sfiorando le rocce della Lobbia Alta in direzione del passo delle Toppette, che è la più accentuata depressione di cresta a sud del Crozzon di Folgorida. (erroneamente sulla carta Kompass il passo è quotato 3100 invece di 2898.)

NB: Dalla marcata depressione del Passo delle Toppette la cresta prosegue pressochè in quota verso la parete nord del Crozzon di Lares dove alla quota di mt.3025 il passo di Folgorida permette l'accesso alla omonima valle in direzone est.  Tra i due valichi il bivacco Monticelli Begey semidistrutto.

Giunti sotto al canalino detritico che cala dal passo alla quota di circa mt. 2830 si risale una ventina di metri il canalino stesso e si incontrano i segni del percorso che sale al passo, sempre nella massima depressione del canale ove vi sono numerosi resti di opere belliche, specialmente legname. Si giunge al passo in circa 1.15 di attraversata.mt.2898.

Dal passo il sentiero è sempre ben segnato e prosegue pressochè in quota tra i grandi massi di granito dove durante il primo conflitto mondiale i militari avevano tracciato un sentiero di collegamento con le creste del Belvedere, ove vi erano numerose postazioni di artiglieria leggera. La traversata sino alle creste è piuttosto monotona in quanto il sentiero  lastricato è piuttosto malmesso, ma rimane pur sempre un'opera d'arte di alta quota.
Raggiunto il costone si aprono verso nord piazzole per artiglieria con muretti proprio sul filo di cresta: si contano sei piazzole.
Il sentiero comincia a calare, con tornanti e scalinate sempre ben costruite sino in vista del laghetto sottostante che lascia posto oggi ad una grande distesa di sabbia granitica molto fine. Sul lato destro orografico  della valle verso sud è possibile ammirare Il Crozzon di Lares con la vedretta di Folgorida. Una cresta lo congiunge al Crozzon del Diavolo.
Non si raggiunge il laghetto in quanto il tracciato per una dorsale rocciosa cala verso valle e sfiora le torbide acque del rio Folgorida (sulla carta Kompass 1:25000 il tracciato non è segnato correttamente, infatti dalla quota mt.2400 segue quello segnato a tratti neri.)
Si scendono le lastronate liscie di granito mantenendosi sulla sinistra orografica del tumultuoso rivo, con ampi giri e talvolta scendendo per le lastronate stesse, facilmente agibili. Il sentiero poi si inoltra tra rado bosco di larici e pini dalla quota di 2100 mt e scende con serpentine strette tra la vegetazione sino ai ruderi della malga Folgorida della quale restano solo le piattaforme e bassi  muri in pietra.
Si scende ancora a lungo tra la vegetazione sempre più rigogliosa sino a sbucare nella radura ove vi è la malga dei Cioch, recentemente riadattata. (mt.1605)
Superata la casera sulla destra si scende portandosi sulla sinistra orografica della valletta  ed il sentiero prende decisamente a nord, costeggiando alto la Val di Genova.
Dopo circa dieci minuti dalla casera ed una piccola salita, un masso squadrato indica giù a a destra per "Regada" con la scritta in rosso.
Si scende a destra a lungo e sfiorata la cascata del Cioch si perviene a Regada, mt.1270.
Si attraversa un ponticello in legno oltre al quale vi è la fermata della navetta per il ritorno al ponte Maria.
Discesa dal passo delle Toppette ore 2.30-3 circa.
Dislivello circa 1900 mt. in discesa e mt.100  in salita.
Vi è acqua solo sulla parte bassa del percorso in quanto quella del torrente Folgarida è torbida ed imbevibile.
NB. Volendo scendere a piedi al ponte Maria (presso Malga Genova mt.1115) il tempo è di circa mezz'ora, ed è possibile utilizzare i sentieri di scorciatoia visibili per tagliare i tornanti della strada asfaltata.





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